La decisione

Laboratorio sperimentale di rifiuti: la Regione accende il semaforo verde

Per il "Pirellone" non occorre nessuna Valutazione di Impatto Ambientale per avviare l'attività: Amministrazione e opposizioni non ci stanno

Laboratorio sperimentale di rifiuti: la Regione accende il semaforo verde

Ci sono sviluppi sul progetto che prevede la realizzazione di un laboratorio sperimentale di smaltimento di rifiuti a Busnago. E le notizie non sono buone, almeno per coloro che, da mesi e da entrambi i Comuni, stanno portando avanti la battaglia per opporsi al progetto o almeno per limitarne i possibili contraccolpi sul territorio.

Laboratorio sperimentale di rifiuti: Regione accende il semaforo verde

Regione Lombardia (ente cui è riservata in via esclusiva la competenza per il rilascio dell’autorizzazione all’attivazione del laboratorio) ha concluso la verifica preliminare, comunicando nei giorni scorsi l’esito della stessa. E dopo mesi di attesa e mobilitazioni, è arrivata la comunicazione ufficiale dal Pirellone: il laboratorio potrà essere avviato, senza che sia necessaria una Valutazione di Impatto Ambientale ritenendo che l’impianto non comporti effetti ambientali significativi tali da giustificare un’ulteriore valutazione.

Nessuna Valutazione di Impatto Ambientale

L’ente regionale si è espresso dopo aver acquisito i pareri favorevoli di Arpa, Ats, Provincia di Monza e Brianza e dell’Ufficio d’Ambito Territoriale Ottimale. Secondo tali valutazioni, i rischi sarebbero “mitigati in modo adeguato” e “compatibili con la presenza di altri insediamenti nell’area”. Di fatto, con questo provvedimento, la Regione ha aperto la strada all’attivazione del laboratorio. Una decisione che però lascia l’amaro in bocca all’intero Consiglio comunale e alla cittadinanza.

L’Amministrazione non ci sta

Lo scorso marzo, infatti, erano state raccolte 1900 firme in pochissimo tempo a sostegno di una petizione che chiedeva lo stop al progetto. Al centro dell’attenzione, non tanto il tipo di attività proposto, quando più la posizione prescelta per l’insediamento del laboratorio. L’impianto dovrebbe sorgere (anzi, a questo punto il condizionale non serve più) al confine con Trezzo, non molto lontano da luoghi sensibili come la Rsa, il Centro commerciale e anche diverse abitazioni, sotto forma di un capannone di circa 200 metri quadrati, che sarebbe dedicato alla sperimentazione di un nuovo processo per il trattamento di materiali di scarto, come scorie e ceneri di acciaierie, al fine di recuperarle e riutilizzarle in altri settori, in primis quello dell’edilizia.

“Prendiamo atto di una scelta non condivisa – ha dichiarato il sindaco Danilo Quadri – Non si è tenuto conto delle 1900 firme presentate al Consiglio regionale, né delle questioni ambientali che da anni gravano sul nostro territorio. Questa poteva essere l’occasione per invertire la rotta, ma ancora una volta si è preferito non ascoltare la voce dei cittadini. Il territorio ha già dato fin troppo: ora rischiamo un ulteriore insediamento che potrebbe compromettere una situazione già grave”.