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Lambro, stop al progetto per metterlo in sicurezza

Il no della Soprintendenza al piano di Aipo sulle traverse e la rabbia: «Città a rischio per un vincolo»

Lambro, stop al progetto  per metterlo in sicurezza
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«Per un vincolo  non si può rinunciare a intervenire sul Lambro e mettere così a rischio la sicurezza di una città in caso di una nuova piena». L’assessore regionale al Territorio, Gianluca Comazzi, è intervenuto a gamba tesa dopo il «no» della Sovrintendenza al progetto di Aipo (l’Agenzia interregionale per il Po) di eliminare la traversa sul Lambro all’altezza di piazza Castello  a Monza per favorire il deflusso delle acque nei casi di piena.

Il no al piano di Aipo per il Lambro

«Nei prossimi giorni convocherò un incontro dedicato con tutti i soggetti coinvolti (Regione Lombardia, Sovrintendenza, Aipo, Comune di Monza e Parco Valle Lambro): per un vincolo non può essere messa a rischio la sicurezza e la vita dei cittadini».

L’assessore regionale al Territorio, Gianluca Comazzi, è intervenuto così dopo il niet della Sovrintendenza al progetto di Aipo (l’Agenzia interregionale per il Po) di eliminare la traversa sul Lambro all’altezza di piazza Castello (la cosiddetta traversa T3) per favorire il deflusso delle acque nei casi di piena.
Un progetto che fa parte di un piano più ampio, in corso da anni (sono già stati rafforzati gli argini nei pressi del santuario della Madonna delle Grazie, di via Cantore e in spalto Piodo), del valore di 5 milioni di euro. Progetto tornato sotto i riflettori dell’attenzione pubblica dopo la bocciatura da parte della Sovrintendenza e la recente piena del Lambro a seguito del maltempo.

I lavori sul Lambro

La Regione, ricorda Comazzi, «al fine di mitigare il rischio alluvionale del centro abitato di Monza ha messo in atto negli ultimi anni diverse azioni, tra cui il finanziamento nel 2022 di un intervento sul fiume Lambro, per un importo di 1,5 milioni, nel tratto che va dalla confluenza con il Lambretto al ponte canale Villoresi, che prevede la parziale rimozione delle traverse T4 (a monte del ponte del canale Villoresi) e T3 (piazza Castello) al fine di rimodellare il profilo di fondo del Lambro, che, abbassato, consentirà di aumentare la capacità di trattenere nell’alveo le portate di piena. Tale intervento scaturisce da uno studio idraulico sul Lambro, finanziato da Regione Lombardia, che prevede la rimozione parziale di 4 traverse. Tuttavia il parere della Sovrintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio rende impraticabile la parziale eliminazione della traversa  T3, nonostante siano state presentate diverse proposte di risoluzione della problematica».

La posizione del Soprintendente

Il sovrintendente all’Archeologia, Belle arti e Paesaggio, Giuseppe Stolfi, in apertura della Monza Paesaggio Week, lunedì 27 maggio in Villa Reale, s’è limitato a sottolineare come «le traverse sul Lambro sono testimonianza delle attività dei mulini che c’erano. Se ora non servono più, è la comunità che deve decidere fino a che punto una trasversa sia un valore testimoniale da conservare o no, tenendo conto delle esigenze di sicurezza idraulica».

«Aggiorneremo senz’altro il progetto -annuncia l’ingegner Marco La Veglia, dirigente per la Lombardia occidentale di Aipo- tenendo conto delle osservazioni arrivate. Si tratta di contemperare i due aspetti della  sicurezza idraulica e della tutela di manufatti storici. Una possibilità potrebbe essere quella di non eliminare del tutto la trasversa ma abbassarla. L’obiettivo finale per noi è sempre quello di ottenere sezioni idrauliche in grado di smaltire le ondate di piena del Lambro attraverso la città. Credo che l’aggiornamento del progetto possa essere fatto senz’altro quest’estate».

Il progetto di Aipo

Il progetto originale di Aipo ipotizza di aumentare la portata del fiume da 73 a 160 metri cubi di acqua al secondo, con interventi anche sulle traverse T1 (via Cantore) e T2 (San Gerardino).
Il progetto sulla T3 prevede (o forse sarebbe meglio dire avrebbe previsto) anche la rimozione della passerella pedonale di collegamento all’isola dell’oasi di Legambiente, dietro piazza Castello, a valle della traversa, la rimozione del materiale depositato e la riprofilatura dell’alveo tra il ponte della ferrovia e la confluenza con il Lambretto.
Sulla questione è intervenuto, nel Consiglio comunale della settimana scorsa, il consigliere Simone Villa (Lega), auspicando un accordo «per capire cosa si debba fare» per difendersi durante le piene.
Sulla stessa lunghezza d’onda l’assessora all’Ambiente, Giada Turato: «L’assessore Comazzi convochi al più presto un incontro. Vanno contemperate tutela artistica e sicurezza, individuati gli interventi ritenuti necessari.

La questione è complessa, data la delicatezza del sistema Lambro. Ad esempio: le sterpaglie lungo le sponde è meglio che siano tagliate o no? Sarebbe da coinvolgere anche la Protezione Civile. Teniamo conto che l’oasi di Legambiente (proprio in corrispondenza della traversa T3, ndr) è destinata a entrare a far parte del Parco della valle del Lambro. Quanto alle traverse storiche, un’ipotesi che si potrebbe prendere in considerazione è quella di una musealizzazione: smontarle parzialmente o totalmente ed esporle come testimonianza delle derivazioni idriche sfruttate un tempo per mulini, irrigazione e quant’altro».

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