Impianto

L’antenna di telefonia che nessuno vuole ed è scontro

Dopo le proteste dei residenti della ex Garbagnati, si sollevano quelli di via Lippi. L'assessore: "E allora dove la mettiamo?"

L’antenna di telefonia che nessuno vuole ed è scontro
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I residenti dell’ex Garbagnati non la vogliono più e quelli di via Lippi  dove dovrebbe essere spostata già si lamentano all’idea che possa essere installata vicino alle loro abitazioni. A Monza  è scontro sul posizionamento di un'antenna di telefonia.

L'antenna controversa

A San Rocco c’è un’antenna di telefonia che nessuno vuole. A distanza di oltre due anni dalla delibera comunale del 23 febbraio 2023, che prevedeva l’individuazione di un’area del patrimonio disponibile per l’installazione di infrastrutture di telecomunicazione da parte di Infrastrutture Italiane Wireless Spa tra via Lippi e via Rosmini, ancora la struttura non è stata spostata e già monta la preoccupazione tra i residenti della zona coinvolta.

A sollevare il caso lunedì sera è stato il consigliere comunale Stefano Galli di Fratelli d’Italia, che ha riportato in aula durante il Consiglio la voce di numerosi cittadini. Il nodo principale riguarda lo spostamento dell’antenna che ora si trova all’ex Garbagnati di San Rocco in una zona che si troverebbe in prossimità delle abitazioni di via Lippi. «Nessuno è felice di vivere accanto a un’infrastruttura di questo tipo», ha osservato Galli, sottolineando che, oltre alla vicinanza con le case, ci sono altri elementi critici da considerare. L’area individuata sembrerebbe infatti ricadere all’interno del perimetro del Parco Valle Lambro, una zona che – se confermata la collocazione – dovrebbe essere soggetta a vincoli ambientali. «Non solo: si tratta anche di un’area a rischio idrogeologico, in quanto soggetta a esondazioni frequenti della roggia Lupa e dello stesso fiume Lambro», ha detto.

La polemica con l'Amministrazione

A rendere ancora più accesa la protesta è l’assenza di risposte da parte dell’Amministrazione. «I cittadini hanno inviato una mail già due mesi fa, ma nessuno ha ancora risposto», ha ricordato il consigliere, chiedendo chiarimenti e sollecitando una valutazione alternativa: «Inserire un’antenna in un parco protetto va in direzione opposta a quella che dovrebbe essere la tutela del territorio».

Galli ha infine invitato l’Amministrazione a considerare l’individuazione di un’altra area, più idonea dal punto di vista ambientale e meno impattante per i residenti.
C’è da dire che il problema non è di facile soluzione visto che i residenti di via Val d’Ossola hanno raccolto centinaia di firme proprio per chiedere il rispetto della delibera che prevede lo spostamento dell’antenna che oggi ancora si trova davanti alle palazzine di nuova costruzione nella collocazione. «Siamo rimasti che il vicesindaco ha dato mandato ai legali del Comune di verificare un’azione di tipo legale. Speriamo a settembre di avere buone notizie visto che c’era la certezza dello spostamento dell’antenna quando noi abbiamo acquistato casa», hanno spiegato i residenti.

La replica della Giunta Pilotto

Sull’argomento è intervenuto il vicesindaco Egidio Longoni: «Mi rifaccio al decreto Gasparri del 2003 che sostanzialmente considera le infrastrutture di telefonia mobile opere di pubblica utilità di urbanizzazione primaria. Quindi in sostanza, e ci sono anche varie sentenze del Tar che lo confermano, possono essere collocate in qualsiasi voglia parte del territorio comunale - ha detto Longoni - Non possiamo nemmeno lasciarci guidare dall’effetto “Not In My Backyard”, perché altrimenti non se ne esce. Se non va bena vicino a una scuola, o a una struttura sanitaria, o a un’abitazione, o al Parco, allora alla fine non va più bene da nessuna parte. E la domanda è: dove la mettiamo? Viviamo un momento storico in cui la digitalizzazione è un obiettivo strategico: le reti devono essere potenziate, il segnale deve essere stabile e capillare, e questo comporta la necessità di installare nuove infrastrutture».

Longoni ha poi rimarcato quali sono i rischi se un Comune non desse un permesso a un operatore a fronte di permessi conformi: perdere un contenzioso al Tar. «Quindi dobbiamo sì tutelare le zone sensibili e ascoltare le osservazioni dei cittadini, ma anche muoverci con equilibrio e realismo solo perché qualcuno non vuole un’antenna vicino a casa e allora la dobbiamo mettere a casa di un altro», ha chiosato.

Anche l’assessore Marco Lamperti ha precisato: «Per mantenere una potenza al di sotto di soglie di guardia, proprio per evitare inquinamento elettromagnetico ci sono antenne vicine all’utente, al massimo arrivano a 800 metri di distanza in campo aperto, ma in aree urbanizzate siamo sui 200 metri se vogliamo garantire la ricettività del cellulare. E comunque un cellulare vicino al corpo non in attivazione come potenza fa assorbire dalle 20 alle 100 volte di più di un’antenna posta a 50-100 metri».

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