Monza

L’Arengario «vietato» ai disabili: alla sbarra il Comune di Monza

Il processo in Tribunale a Milano: parlano accusa (Gabriella Rossi) e difesa (Simone Villa).

L’Arengario «vietato» ai disabili: alla sbarra il Comune di Monza
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Diritti dei disabili e accessibilità garantita: l’Arengario nell’occhio del ciclone. L’edificio medievale da cui parlavano viceré e podestà, oggi semplice spazio espositivo per mostre o esposizioni, è difficilmente fruibile dai disabili. Non da ieri, certo, anzi! Da decenni il problema esiste e l’attuale Amministrazione comunale sta procedendo ad effettuare carotaggi nel terreno per poter «applicare» un ascensore esterno. Ora l’associazione Ledha (acronimo che sta per LEga Diritti HAndicappati, ndr) ha sporto formale denuncia contro il Comune e l’iter giudiziario sta andando avanti.

L’Arengario «vietato» ai disabili: alla sbarra il Comune di Monza

La prima udienza si è già svolta in Tribunale a Milano (sede competente) ai primi di dicembre: il giudice doveva decidere se dar seguito al procedimento oppure chiuderlo lì perché non c’erano gli estremi dell’eventuale reato. Ebbene, il verdetto è stato in qualche modo clamoroso perché il processo ci sarà. Sul banco degli imputati, il Comune di Monza appunto, mentre le accuse giungono dall’associazione di volontariato. E’ anche già stata fissata una seconda tappa: martedì 11 gennaio le parti dovranno ritrovarsi in aula di Tribunale per il prosieguo dell’iter. Così Gabriella Rossi, da anni attiva nel mondo della disabilità e referente in questa fattispecie per Ledha: «Gli avvocati del Comune hanno già presentato una loro memoria difensiva in sede di prima udienza. Ma evidentemente le loro argomentazioni non sono riuscite a convincere il giudice, che ha ordinato il prosieguo del processo. Per noi è già un piccolo passo in avanti, vogliamo che qualcuno dica senza remore se abbiamo ragione noi o chi continua a rimandare le soluzioni da prendere. Voglio precisare - sono sempre parole della Rossi - che prima di addivenire alla denuncia abbiamo scritto ben quattro lettere di diffida all’Amministrazione comunale, rimaste inevase. Ci siamo altresì incontrati, proprio sotto all’Arengario, con un tecnico specializzato nell’abbattimento di barriere architettoniche. Avremmo volentieri messo a disposizione del Comune le sue competenze per valutare i lavori. Ma niente, solo promesse a voce e nient’altro. Quindi ci siamo decisi a procedere per vie formali». Rimedi? Difficili da pronosticare, figuriamoci progettarli.

Le possibili soluzioni

Da una parte la soluzione immediata ma forse meno definitiva: il «monta-scale». Da non confondersi con i monta-scale che siamo abituati a vedere nelle abitazioni però: niente pedana perché intralcerebbe in caso di emergenza. Si tratta invece di una specie di cingolo da applicare alle carrozzelle per poi trasportarle su. Sembra facile, ma non lo è: infatti moltissimi disabili (la più parte ormai) usa carrozzelle elettriche e non più manuali. Ebbene, questi cingoli vanno bene per quelle tradizionali (che si spingono forza di braccia muovendone le ruote) ma non per quelle più moderne. In sostanza, così resterebbero comunque esclusi tetraplegici e distrofici.
Quindi? L’unica soluzione rimasta sembra quella dell’ascensore. A margine della vicenda, anche un pungolo polemico: la stessa Rossi è stata assessore (Giunta di centrosinistra dal 2002 al 2007) e non risolse il problema: «Certo, è vero - la sua ammissione - quand’ero assessore l’Arengario era già così. Non ho risolto all’epoca la questione per un motivo semplice: la Sovrintendenza alle Belle Arti impediva qualsivoglia intervento, anche il più piccolo e meno impattante. Oggi da un lato è cambiata la sensibilità e dall’altro ci sono dirigenti diversi dell’Ente, quindi si può procedere».
D’obbligo la replica alla controparte. Parla a nome dell’Amministrazione comunale l’assessore ai Lavori pubblico Simone Villa: «Sulla questione legale e processuale non ho nulla da dire: non conosco gli atti, deciderà chi di dovere. Posso invece ragguagliare sul versante dei lavori. Mi onoro di appartenere alla prima Giunta comunale che si sta occupando in concreto della questione. Abbiamo stanziato 120mila euro a bilancio per l’esame tecnico dei carotaggi così da poter installare un ascensore. Le Giunte di sinistra e centrosinistra che ci hanno preceduto hanno sempre messo il problema sotto il tappeto. Entro fine gennaio inizieremo i lavori per risolvere finalmente questo problema»

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