Lascia i ristoranti stellati per fare il pane
Dopo dieci anni nel mondo della ristorazione, Matteo Levati, 30 anni, ha scelto di iniziare una nuova sfida
Quel profumo di pane fresco che si sprigiona sin dalle prime luci dell’alba, in una Monza ancora assonnata, risveglia i palati di tanti che passano e molti si soffermano davanti a quella vetrina ricca di sapori, profumi e colori.
Lascia i ristoranti stellati per fare il pane
Il giovane panettiere di 30 anni, Matteo Levati, ci accoglie con quel suo sorriso stampato sul volto, tra un cliente e l’altro, ci racconta la sua storia, un sogno che si è avverato: creare e sperimentare l’arte del pane con semplici ingredienti ma di alta qualità.
Il biassonese d’origine, con attività a Monza in via Col di Lana, nella sua panetteria Gro, nel quartiere San Biagio, ha iniziato a muovere i suoi primi passi e a carpire i segreti della lievitazione a 19 anni.
«Ho iniziato in una panetteria ad Arcore, poi ho frequentato corsi di cucina e sono entrato nel mondo della ristorazione, ho iniziato la gavetta sino a entrare nei ristoranti di chef stellati nella città meneghina e in Brianza per poi gestire diversi ristoranti ma quella passione per il pane mi è sempre rimasta e l’ho portata avanti in parallelo sino a quando ho avuto l’occasione di aprire un mio negozio nella città di Teodolinda» ha ricordato il biassonese, papà di tre splendide bimbe, ultima nata un mese fa e oggi si divide tra il suo laboratorio e la sua famiglia.
Una sfida riuscita
Una sfida la sua, ben riuscita, dopo dieci anni nel mondo della ristorazione, ha deciso di ritornare alla sua prima passione: la lavorazione del pane e da tre settimane ha alzato quella saracinesca in via Col di Lana con quell’arte della farina bianca che sa di passione, arte e sperimentazione. Matteo lascia i ristoranti per aprire un forno tutto suo e dedicarsi alla sua vera passione e a quella ricerca di felicità che per lui ha il profumo del pane.
«Una passione che mi è stata trasmessa dal panettiere Fabio Assi, per me un maestro, che mi ha fatto amare questo lavoro, in quel suo laboratorio ho iniziato a studiare e sperimentare sino a raggiungere le mie creazioni. A lui va tutto il mio riconoscimento» ha ribadito il biassonese d’origine.
Poco dopo le 2 di notte, immerso nel silenzio notturno, Matteo inizia a mettere le mani in pasta, «coccolare» e mescolare farine di alta qualità sino a sfornare diversi tipi di pane, dai classici panini a prodotti innovativi e unire prodotti come mandorle e canditi o nocciole e mele nell’impasto per panini speciali, con un profumo intenso. Quel laboratorio è un po’ la sua seconda casa.
Ci sono ancora giovani che hanno voglia di sperimentare, mettersi in gioco e voglia di fare come Matteo, un esempio per i suoi tanti coetanei, un esempio di coraggio con un pizzico di intraprendenza.
«Un grazie sicuramente va alla mia compagna Francesca, madre e moglie fantastica, ai miei genitori che mi hanno sempre sostenuto e supportato e poi ai miei clienti, la mia clientela è molto soddisfatta. Questa è la bellezza del mio lavoro, io mi sento appagato nel vedere un mio prodotto apprezzato, certamente si fa fatica, non è semplice lavorare di notte, ma ogni fatica è ricompensata da quel panino ancora molto richiesto dalle persone» ha ripreso l’artigiano di un’arte antica e preziosa.
Matteo si divide tra il laboratorio Gro e i suoi clienti che sono diventati un po’ la sua famiglia allargata, è grazie anche a loro che Matteo può sperimentare e mescolare prodotti particolari nelle farine e far uscire dal forno panini dai sapori che attirano i palati di tanti.