Lascia tutto per prendere in gestione un rifugio
Il 29enne di Lesmo ha seguito il suo cuore ed è diventato il gestore del «Mirtillo» a Lizzola
Più che una grande avventura, un vero e proprio sogno. E’ quello che sta vivendo Samuele Rossi, 29enne residente a Lesmo, e da poco più di un anno gestore del rifugio «Mirtillo» di Lizzola. Una perla nel cuore dell’alta Val Seriana, a esattamente 2mila metri di quota, che il giovane brianzolo ha deciso di «adottare» la scorsa estate, lasciandosi tutto alle spalle e ascoltando unicamente il proprio cuore.
Lascia tutto per prendere in gestione un rifugio
«Avevo un lavoro sicuro in un’azienda edile, ma non mi sentivo felice, sapevo che non era quello il mondo che mi apparteneva veramente - racconta Samuele, che la nostra redazione ha raggiunto direttamente nel suo rifugio nei giorni scorsi - Fin da bambino, con i miei genitori, ho sempre frequentato le valli bergamasche e un giorno, un po’ per caso da un annuncio sui social, sono venuto a sapere che il rifugio “Mirtillo” era alla ricerca di un nuovo gestore. Ci ho riflettuto su, inizialmente quasi per scherzo a dire il vero, ma alla fine mi sono lanciato sul serio».
Una scommessa, insomma, su se stesso e sul proprio futuro. Ma Samuele sapeva che in fondo la sua strada sarebbe stata proprio quella, pronto a sposare anche un’altra causa.
«Il mio sogno era quello di lavorare nella ristorazione, ma desideravo creare un progetto “green”, sostenibile, che avesse il minor impatto possibile sull’ambiente e ho visto in questa esperienza una grandissima opportunità visto che oltretutto ho sempre amato la montagna - prosegue il ragazzo lesmese - Nel mio rifugio siamo il più possibile eco friendly e portiamo avanti una serie di iniziative di carattere ecologico: per esempio abbiamo detto addio alla plastica e utilizziamo prodotti a kilometro zero. Voglio dimostrare che, nonostante le difficoltà, un progetto del genere si può fare, a maggior ragione in alta montagna, dove sei circondato dalla natura ed è giusto portarle il rispetto che merita. L’augurio è quello di poter diventare magari anche un esempio per tante altre attività del settore. Non è facile, certo, però poi quando a fine stagione tiri la riga e vedi quanto hai fatto risparmiare all’ambiente ti rendi conto di quanto ne valga la pena».
Difficile dargli torto. Chi vi scrive l’ha visto con i propri occhi. Il rifugio «Mirtillo» è un piccolo e moderno gioiello incastonato sulle Orobie che sicuramente merita (almeno) una visita. Sia d’estate che d’inverno, quando il verde immacolato che circonda la struttura lascia il passo alla neve. E poi è alla portata veramente di tutti visto che il rifugio è facilmente raggiungibile anche con la seggiovia.
La sfida, però, è anche personale. Del resto non è facile lasciare la propria vita dall’oggi al domani per lanciarsi in un’impresa del genere. I sacrifici, infatti, non sono mancati. Ma le soddisfazioni, messe sul piatto della proverbiale bilancia, sono molte di più. E poi c’è la famiglia, che in Samuele non ha mai smesso di credere.
Il racconto dei primi mesi
«I primi mesi sono stati davvero complicati - sottolinea il giovane - Per me era tutto completamente nuovo, lontano da tutto e da tutti. Però i miei genitori, papà Enrico e mamma Manuela, mi hanno sempre sostenuto. All’inizio mi hanno anche dato una mano nella gestione e nei fine settimana mi raggiungono quando possono per aiutarmi. Non li ringrazierò mai abbastanza per il sostegno che mi stanno dando. E non posso non ringraziare anche la mia fidanzata, Elisa. Convivevamo da due anni quando ho preso la decisione di cambiare vita. Eppure lei ha capito subito che quello era il mio sogno e mi è sempre rimasta accanto. Anche adesso, ovviamente, sto lunghi periodi lontano da casa e mi rendo che non è facile neanche per lei. Però so che ci sarà sempre e anche nei momenti più difficili mi basta una telefonata per ritrovare la carica e l’entusiasmo di cui ho bisogno. So di essere fortunato ad avere intorno a me queste persone: a loro va la mia immensa gratitudine».
Per Samuele, tra qualche giorno, sarà tempo di riposo. A partire dall’8 settembre, fino a inizio novembre, il rifugio sarà aperto solo nei fine settimana. Dopodiché partirà la stagione invernale.
«Sono due momenti dell’anno molto diversi in ambito lavorativo, ma entrambi mi permettono di vivere la montagna in maniera spettacolare con due atmosfere completamente opposte - chiosa il giovane lesmese - In generale comunque le soddisfazioni sono tantissime: la più grande per me è rivedere le persone, perché vuol dire che qui si trovano bene e ci tornano volentieri. Sotto questo aspetto l’esperienza è andata oltre le mie più rosee aspettative e mi sento davvero molto più ricco dal punto di vista umano e relazionale. Quando quattordici mesi fa ho preso questa decisione sembrava una follia, invece era un grande sogno che si stava realizzando. Ora l’ho capito. E sono felice».
Fabio Beretta