Lentate sul Seveso

«L’autopsia non è stata fatta come si deve, vengano disposti ulteriori accertamenti»

La richiesta dell’avvocato Roberta Minotti, giovedì in Camera di consiglio, per far luce sulla morte di Simone Mattarelli

«L’autopsia non è stata fatta come si deve, vengano disposti ulteriori accertamenti»
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«A nostro avviso l’autopsia non è stata fatta come si deve, i rilievi eseguiti sul corpo sono lacunosi, pieni di omissioni. E’ necessario che vengano disposti altri accertamenti».

«L’autopsia non è stata fatta come si deve, vengano disposti ulteriori accertamenti»

Lo ha fatto presente, giovedì in Camera di consiglio, l’avvocato Roberta Minotti, che da ormai quattro anni sta affiancando i famigliari di Simone Mattarelli, il 28enne di Birago trovato impiccato in un capannone a Origgio il 3 gennaio 2021, dopo un rocambolesco inseguimento da parte dei Carabinieri. Una morte che la Procura ha archiviato come suicidio, nonostante i vari tentativi dei genitori e del fratello del biraghese di far riaprire le indagini e far luce su una tragedia che secondo loro «ha ancora troppi punti oscuri», ribadiscono da sempre. Impossibile, per loro, che un giovane come Simone, appagato nel lavoro e negli affetti, si sia tolto la vita: «Non ne avrebbe avuto motivo».

La loro tesi è che il 28enne sia stato ucciso e alcuni elementi riscontrati sul suo corpo farebbero propendere per questa conclusione. «Il problema è che l’autopsia eseguita nel gennaio 2021 dal medico legale a nostro parere è piena di omissioni - sottolinea l’avvocato Minotti - Lacune che i nostri consulenti hanno subito identificato: una presa sulla spalla, come se qualcuno si fosse aggrappato a lui, lesioni, un’emorragia addominale. Elementi che riteniamo fondamentali, mai presi in considerazione».

Per questa ragione nel dicembre 2022 la famiglia del 28enne aveva denunciato il medico legale, di Pavia, per i presunti reati di falso e false informazioni al pubblico ministero, ma il pm aveva chiesto l’archiviazione della querela. Archiviazione a cui i famigliari si erano opposti e così giovedì, durante l’udienza camerale al Tribunale di Busto Arsizio, Minotti ha esposto le proprie motivazioni al giudice, che si è riservato di decidere se archiviare definitivamente o invece rinviare a giudizio il medico legale.

«Abbiamo ripercorso la vicenda contestando che il pm, anziché disporre una consulenza per verificare eventuali errori, non ha preso in considerazione la nostra richiesta e si è concentrato sulle indagini svolte dai Carabinieri senza disporre accertamenti tecnici su quanto fatto dal medico legale - precisa Minotti - Chiediamo che vengano disposti ulteriori accertamenti».

Il giudice si è riservato di decidere e quindi bisognerà attendere per sapere quello che ha stabilito. «Speriamo di non dover aspettare molto, anche perché ormai sono trascorsi quattro anni dalla morte di Simone e più passa il tempo più è difficile reperire dati e informazioni utili», conclude l’avvocato Minotti.

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