Cgil, Cisl e Uil

Lavoratori precari della Questura, i sindacati incontrano il Prefetto

“Il mancato rinnovo dei contratti a questi professionisti ha ricadute pesanti sui servizi dedicati alla popolazione straniera regolarmente soggiornante sul nostro territorio"

Lavoratori precari della Questura, i sindacati incontrano il Prefetto
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Cgil, Cisl e Uil di Monza e Brianza, insieme alle categorie che rappresentano e tutelano i lavoratori somministrati, sono recentemente stati ricevuti in Prefettura per rappresentare le preoccupazioni rispetto al futuro delle lavoratrici e dei lavoratori impiegati presso gli uffici della Questura e provenienti, appunto, dalle agenzie per il lavoro.

Lavoratori precari della Questura, i sindacati incontrano il Prefetto

L’incontro è avvenuto con il Capo di Gabinetto Giacomo Pintus e la dirigente d’area Tutela dei diritti civili, cittadinanza e immigrazione Lea Saporetti.

“La presenza di queste lavoratrici e di questi lavoratori garantisce da anni il funzionamento di servizi indispensabili per la collettività – hanno esordito le organizzazioni sindacali –, ma sembra che questo non sia sufficiente per il governo che non ha previsto risorse per il rinnovo dei loro contratti”.

Tanti i temi sul tavolo

Dallo scorso novembre, le tre sigle sindacali hanno messo in atto iniziative di mobilitazione per rivendicare la necessità di una risposta sul tema della continuità occupazionale e della salvaguardia delle professionalità, ma anche sull’operatività degli sportelli che garantiscono i servizi ai cittadini migranti sul territorio provinciale.

“Il mancato rinnovo dei contratti a questi professionisti ha ricadute pesanti sui servizi dedicati alla popolazione straniera regolarmente soggiornante sul nostro territorio – affermano da Cgil, Cisl e Uil territoriali –, infatti un numero ancora elevato delle domande di emersione presentate nel 2020 non è stato ancora lavorato e  conseguentemente le lavoratrici, per la maggior parte colf e assistenti familiari, ma anche le famiglie che le hanno regolarizzate stanno aspettando la definizione del procedimento e il rilascio del primo permesso di soggiorno. Sono ormai trascorsi due anni e mezzo senza che sia stata data loro una risposta: questa inefficienza causa disagi alle lavoratrici domestiche nella previdenza e nell’accesso ad alcune tutele, ma anche alle famiglie che aspettano di regolarizzare le assistenti familiari”.

Tra le province Monza Brianza e Milano sono più del 50 per cento le pratiche in attesa di risposta

Insomma - rimarcano i sindacati - se la sanatoria del 2020 aveva lo scopo di far emergere il lavoro sommerso e regolarizzare le lavoratrici e i lavoratori impegnati in agricoltura e nell’assistenza delle famiglie, l’obiettivo è stato centrato solo in parte: tra la provincia di Monza e Brianza e quella di Milano sono più del 50 per cento le pratiche in attesa di risposta (risultano in istruttoria ancora 13.791 richieste).

Le richieste

A margine dell’incontro, le organizzazioni sindacali hanno chiesto di convocare il Consiglio territoriale per l’immigrazione per avere un quadro completo delle esigenze della popolazione migrante: “Riteniamo utile una fotografia dei bisogni coinvolgendo i sindacati e le associazioni per giungere a una discussione completa su tutte le dimensioni del fenomeno”.

"Agendo insieme è possibile costruire integrazione nel lavoro"

“La storia del nostro territorio dimostra, a partire dall’esperienza di Fondo Speranza, che solo agendo insieme è possibile costruire integrazione nel lavoro e autonomia abitativa. Questo è un vantaggio per molti, anche per gli imprenditori che traggono beneficio dalla straordinaria capacità di accogliere del sistema brianzolo: garantire efficaci iter amministrativi significa anche maggiore sicurezza e legalità contrastando fenomeni di caporalato ben presenti nel nostro tessuto economico”, hanno concluso i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil presenti all’incontro.

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