Parte la a rubrica SOStenibilità

Le cose da sapere per il futuro dei nostri giovani e delle nostre imprese

In questa nuova rubrica, parleremo di vari aspetti della sostenibilità dal punto di vista delle aziende, dei Governi e di ciascuno di noi. Nella prossima puntata vedremo cos’è la COP 28

Le cose da sapere per il futuro dei nostri giovani e delle nostre imprese
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Era il 1987 quando Gro Brundtland, prima ministra norvegese, firmò il Rapporto Brundtland, documento finale della Commissione mondiale per l’Ambiente e lo Sviluppo, da lei coordinata, su indicazione dell’ONU, con la missione di gettare le basi di un’agenda globale per il cambiamento. Il documento, noto come Our common future (Il futuro di tutti noi), dice: «…lo sviluppo sostenibile è uno sviluppo che soddisfi i bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di soddisfare i propri».

Le cose da sapere per il futuro dei nostri giovani e delle nostre imprese

Nessuna definizione è stata mai più centrata ed efficace nel dire cosa è lo sviluppo sostenibile, la sostenibilità. Il Rapporto Brundtland, nato in un momento storico di disastri ambientali come Bopal (in India, determinò circa 20mila morti) e Chernobyl, è stato una pietra miliare che ha messo in evidenza come la sostenibilità non sia solo una questione «green».

Lo sviluppo e l’ambiente sono legati a doppio filo con gli aspetti politici ed economici. Nel 2015, l’Agenda 2030 delle Nazioni Unite ha interpretato in modo più preciso questa «verità» creando una guida suddivisa in 17 obiettivi di sviluppo sostenibile, indivisibili e correlati gli uni con gli altri. E’ importante cogliere la presenza della parola «sviluppo». La percezione che il tema ambientale ci spinga verso l’età della pietra non è corretta: niente di quanto previsto nei programmi internazionali prevede un ritorno al passato.

Lo sguardo è sulle generazioni future, sulla risoluzione di grandi sfide globali che mai nella storia sono state risolte, come la pace, la fame, le malattie. Possiamo mettere in campo conoscenze, tecnologie e mezzi, ma a monte serve una gestione politica basata su valori solidali. Se si volesse, la fame potrebbe essere già risolta: secondo il World Food Program, il cibo sprecato è sufficiente per sfamare 2 miliardi di persone, il doppio delle persone malnutrite nel mondo.

La sostenibilità, quindi, ci riguarda intimamente, deve passare attraverso le scelte quotidiane nella sfera personale e professionale. Il ritorno al passato è auspicabile solo su quei valori un tempo vivi nelle comunità: il rispetto, la solidarietà, l’onestà, la determinazione nel «lasciare qualcosa ai figli».

In questa nuova rubrica, parleremo di vari aspetti della sostenibilità dal punto di vista delle aziende, dei Governi e di ciascuno di noi. Nella prossima puntata vedremo cos’è la COP 28 che si terrà a breve negli Emirati Arabi.

Donatella Cambosu
direttrice The Good in Town
dona@thegoodintown.it

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