Basket Seregno

Le divise gialloblu in Etiopia

Tramite una volontaria, le maglie del Basket Seregno sono state inviate a Goro.

Le divise gialloblu in Etiopia
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Le divise in eccedenza del Basket Seregno dopo un lungo viaggio hanno trovato nuova vita nella missione dei padri indiani di Goro, in Etiopia, grazie a Irene Tintori, 66enne di San Carlo, volontaria dell’associazione Mam beyond borders di Parma.

Le divise gialloblu in Etiopia

La collaborazione con la squadra di basket seregnese è nata per caso. «Tramite una mia conoscenza ci sono state donate circa 75 divise - spiega la volontaria - Spedirle in Etiopia non è stato semplice e ci sono voluti diversi mesi, ma finalmente, nelle scorse settimane, è arrivato il primo carico e sono state subito utilizzate durante gli allenamenti e le partite».
La missione supporta la tribù dei Gumuz, i poveri tra i poveri in Etiopia. «Non hanno nulla: vivono in baracche senza luce, acqua, non hanno accesso alle cure sanitarie e fanno fatica anche ad avere da mangiare. Per i bambini dell’asilo e della scuola gestita dai padri, far parte di una squadra di basket è importante per ritrovare la spensieratezza della loro età, socializzare e imparare a rispettare le regole. Fino a poco tempo fa avevano solo dei palloni improvvisati, ora ci piacerebbe costruire un campo vero e proprio».

I bambini e ragazzi sono circa cinquecento. «Basta davvero poco per renderli felici - continua Tintori - Ho visitato la missione circa cinque volte a partire dal 2017 e ricordo, tra i tanti momenti, un abbraccio pieno di gratitudine e felicità di uno dei bimbi, solo per un paio di ciabatte usate, fondamentali per evitare la podoconiosi che si contrae camminando scalzi. Nonostante la barriera linguistica è bastato quello per capirsi».

L'incontro tra volontaria e associazione ad Amatrice

La seregnese ha conosciuto l’associazione Mam Beyond borders durante il terremoto di Amatrice. Fondata da medici, ostetriche e infermiere, nasce con l’obiettivo di fornire assistenza sanitaria, sociale e umanitaria a realtà nazionali o internazionali che hanno bisogno di sostegno. «Mi sono offerta per portare aiuti alle popolazioni terremotate e da lì sono andata anche in Etiopia con loro. Non vediamo l’ora di tornare, anche se al momento è impossibile per il Covid, ma anche rischioso per la guerra civile». In Etiopia, l’associazione sostiene anche la clinica ostetrica gestita da suore a Getche, villaggio vicino alla capitale, e la missione dei padri indiani a Sire: «I progetti sono molti: l’invio di beni di prima necessità, l’assistenza medica, il supporto alle missioni e l’acquisto di bestiame, ad esempio».

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