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Le grandi città copiano il "modello Carnate" e studiano i limiti di velocità a 30 all'ora

Il curioso caso del Comune brianzolo in cui i limiti di velocità sono già realtà da dieci anni per un motivo davvero particolare...

Le grandi città copiano il "modello Carnate" e studiano i limiti di velocità a 30 all'ora
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Bologna, Torino e Roma. Tutte grandi città che, proprio in tempi recenti, stanno studiando la possibilità di istituire limiti di velocità a 30 kilometri orari all’interno dei propri confini. Eppure ci sono paesi molto più piccoli in cui questa particolare disposizione è realtà. E da ben dieci anni per giunta. E’ il caso di Carnate, uno dei primissimi esperimenti in Italia sui limiti di velocità notevolmente al ribasso.

Il "modello Carnate"

All’epoca, siamo nel 2012, l’Amministrazione guidata dal sindaco Daniele Nava dispose i 30 kilometri orari in tutto il territorio dopo un’attenta relazione sottoscritta dal comandante della Polizia locale sullo stato disastroso in cui versavano molte delle vie carnatesi. Questione di sicurezza, ma non solo. Perché al tempo le casse del Comune erano pressoché vuote. E l’impossibilità di sostenere sia i costi per le riparazioni, sia le richieste di risarcimento per i danni provocati dalle buche convinsero il primo cittadino a prendere il particolare provvedimento.

"La storia ci ha dato ragione"

Particolare perché mai prima di allora si era vista decisione del genere. Tanto che anche i rotocalchi nazionali si scatenarono e Nava finì persino su «Gente». Un’ironia decennale che oggi, per fortuna o purtroppo viste le premesse, è destina a esaurirsi. Già, perché il tempo è galantuomo e alla fine la storia ha finito per dare ragione al sindaco di «Dossolandia», come venne ribattezzata (non senza scherno) Carnate.

"Ci presero per pazzi e venimmo derisi praticamente da chiunque per questa decisione - le parole di Nava -  Non saprei dire se stiamo stati d’esempio, ma direi che nonostante tutto la storia ci ha dato ragione".

 

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