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Le vittime non hanno sporto querela, ridotte le condanne

Gli effetti della legge Cartabia sul processo in Appello alle bande che smontavano auto per rivedere i pezzi, agirono anche a Bovisio Masciago e Desio 

Le vittime non hanno sporto querela, ridotte le condanne
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Le vittime non hanno sporto querela, ridotte le condanne. Gli effetti della legge Cartabia sul processo in Appello alle bande che smontavano auto per rivedere i pezzi, agirono anche a Bovisio Masciago e Desio

Bande che smontavano auto e vendevano i pezzi

La Riforma Cartabia “vanifica” in parte l’indagine di due anni fa su due bande addette al furto e allo smontaggio di auto, i cui pezzi di ricambio venivano venduti on line. Oggi a processo resta solo una donna, moglie di uno dei personaggi principali della vicenda giudiziaria, titolare del capannone di Ornago nel quale venivano custoditi i componenti.

Senza querela pene ridotte o annullate

Gli altri personaggi coinvolti (erano nove in tutto gli indagati) hanno scelto il rito abbreviato, ma, nel processo d’appello, la riforma Cartabia ha fortemente ridotto o addirittura annullato le condanne per i furti, perché i proprietari di vetture derubati non avevano presentato la querela, che prima della riforma giudiziaria non rappresentava atto essenziale per procedere.

I sequestri

I militari avevano fatto luce su 98 colpi messi a segno in provincia di Monza e Brianza, tutti tra le 5 e le 7 del mattino. Erano 3 i capannoni sequestrati dai militari di Desio (Monza), oltre a un'abitazione e un campo agricolo dove le auto venivano smontate, lontane da occhi indiscreti, il tutto per un valore di circa 600 mila euro. A gestire il giro illecito era un 68 enne. Per neutralizzare l'antifurto satellitare delle vetture, la banda utilizzava un disturbatore di frequenza simile a quelli in uso ai corpi militari.

Le accuse

Associazione per delinquere finalizzata ai furti di auto e al riciclaggio, era l’accusa. A commissione i furti era un 54 enne brianzolo che, usando una società intestata alla compagna, anche lei indagata, aveva avviato un’impresa di vendita di pezzi meccanici e di carrozzeria delle varie auto rubate. Ad acquistarli erano officine sparse su tutto il territorio nazionale.

L'avvio dell'indagine

L'indagine era partita  dall'arresto di un 40 enne componente della banda, bloccato dai Carabinieri a bordo di una macchina rubata, a Desio. Sviluppando i tabulati telefonici del cellulare del 40enne, grazie alle immagini di numerose telecamere di videosorveglianza, i carabinieri erano riusciti a risalire a tutta il gruppo. In particolare a un terzetto di uomini, tra cui un 67enne da sempre dedito ai furti di auto, con precedenti specifici. Agivano insieme colpendo sempre alle prime ore del mattino, sempre in Brianza, tra Bovisio Masciago, Seveso, Paderno Dugnano e Ornago.

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