Incontro toccante

Le voci da Gaza per provare a fermare l’odio

Auditorium gremito per ascoltare le testimonianze di Egidia Beretta, madre di Vittorio Arrigoni, e di Gennaro Giudetti, operatore umanitario.

Le voci da Gaza per provare a fermare l’odio

Un viaggio all’interno di Gaza, tra la disperazione, la fame usata come arma di sterminio, il sangue dei bambini e non solo, la frustrazione e le colpe di un Occidente incapace di reagire di fronte a una strage che non ha giustificazioni.

“Dentro Gaza”

“Dentro Gaza: voci contro l’odio”: questo il titolo della serata che ieri, giovedì 4 dicembre,  ha letteralmente gremito l’auditorium dell’Omnicomprensivo, a Vimercate.

Sul palco la mamma di Vittorio Arrigoni e l’operatore umanitario

Un appuntamento voluto dalla lista civica e associazione “Vimercate futura” e che ha visto protagonisti sul palco Egidia Beretta, (madre di Vittorio Arrigoni, volontario internazionale e attivista per i diritti umani ucciso nella Striscia di Gaza nel 2011) e Gennaro Giudetti, operatore umanitario che negli anni ha prestato servizio in molte zone difficili del mondo e che ha recentemente trascorso otto mesi nella Striscia lavorando per l’Onu come responsabile logistico dell’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Ad affiancare i due ospiti in un viaggio fatto di racconti che hanno tolto per due ore il fiato ai presenti (in prima fila anche molti amministratori del territorio), il giornalista e scrittore Daniele Biella.

L’evento voluto da “Vimercate futura”

Ad aprire l’incontro le parole di Mattia Frigerio, consigliere comunale di “Vimercate futura”, che ha spiegato i motivi della serata e ricordato quanto il Vimercatese nei mesi scorsi abbia fatto anche sul fronte della mobilitazione per chiedere la fine del genocidio in atto per mano israeliana.

La testimonianza di Vittorio Arrigoni

Poi, spazio ad un documentario con la testimonianza e le immagini di Vittorio Arrigoni, girate poco prima della sua uccisione. Parole e immagini commentate da mamma Egidia che da allora non si stanca di tenere vivo il ricordo del figlio e in particolare la sua testimonianza (il suo “restiamo umani”) e la sua scelta di vita, “sempre e comunque accanto agli ultimi, agli umiliati”, ha tenuto a sottolineare ricordando Vittorio.

La mamma: “Mio figlio sempre accanto agli ultimi”

“Quella di mio figlio non è stata una scelta improvvisa – ha proseguito – E’ stato un lungo viaggio interiore per dare un senso alla sua vita. Prima con i campi di lavoro in mezzo mondo, accanto agli ultimi, in mezzo a tanta povertà ma anche a tanta umanità, rispetto, condivisione. E poi la Palestina dove ha messo se stesso, il suo corpo, a protezione di chi non ha nulla. E purtroppo quello che Vittorio ci raccontava allora sembra nulla rispetto a quello che vediamo e sentiamo oggi. Di quello fatto da lui e da altri non è rimasto più nulla”.

Gennaro Giudetti: “Noi europei dovremmo fermare il mondo”

Un racconto che trova tragica conferma anche nelle parole di Gennaro Giudetti, da poco rientrato da Gaza dove, per decisione israeliana, non potrà più mettere piede.

“Di fronte a quello che sta succedendo noi europei dovremmo fermare il mondo – ha incominciato il suo racconto fatto commozione, rabbia e trasporto emotivo – Ed invece l’Occidente non fa nulla per fermare un genocidio, una strage che è soprattutto di bambini che compongono più del 50% della popolazione di quelle terre. Una strage che nulla a che vedere con la lotta ad Hamas”.

“La fame usata come arma di sterminio”

Gennaro Giudetti è stato in molti scenari di guerra. Ucraina compresa, !ma quello che ho visto in 8 mesi a Gaza e in Cisgiordania non l’ho mai visto da nessun’altra parte – ha proseguito – La gente non ha più nulla, si muore letteralmente di fame. La mancanza di cibo e medicinali viene usata da Israele come arma di morte. E’ un crimine di guerra. Quando si vedono i cecchini giocare” sparando sui bambini non bisogna avere remore nel parlare di genocidio. C’è una volontà precisa, sistematica, di cancellare un popolo”.

“Dissenso e boicottaggio”

Eppure, secondo Gennaro, una possibilità di uscita dalla spirale d’odio c’è. E’ quella di mettere Israele con le spalle al muro, non con fucili e missili, “ma con il dissenso, innanzitutto – ha concluso – Noi tutti dobbiamo continuare a farci sentire diffidando da quello che ci viene raccontato. E poi c’è il boicottaggio dei prodotti israeliani. Basta poco, ci sono delle app che possono aiutarci. Facciamolo, non possiamo restare immobili e in silenzio di fronte a quanto sta accadendo”.

Sabato 13 dicembre nuova manifestazione a Vimercate

Nella mattinata di oggi, sabato 5 dicembre, Gennaro Giudetti è tornato all’Omnicomprensivo per incontrare 800 studenti dell’istituto Vanoni.
Sabato prossimo, 13 dicembre, presidio in piazza Marconi, dalle 15.30, “Per la pace vera in Palestina”, organizzata da “Donne e Diritti – Arci” in collaborazione con altre associazioni.