Con la sua leadership e il suo carisma aveva trascinato nel 2004 l’As Lesmo alla storica promozione nell’allora campionato di C1. Il mondo del basket brianzolo piange Marco Castoldi.
Lesmo piange lo storico capitano che guidò il basket locale in C1
L’uomo si è spento dopo una lunga battaglia contro un male subdolo e silenzioso che l’ha portato via dall’affetto dei suoi cari a soli 53 anni. Originario di Monza, Castoldi era cresciuto cestisticamente nella Forti e Liberi, storica e blasonata società del capoluogo brianzolo. La gloria sul parquet era arrivata però a Lesmo, dove era approdato nella stagione ‘96/’97. Da capitano è stato assoluto protagonista di due promozioni.

Sotto la guida del coach Massimiliano Mazzali, Castoldi aveva trascinato l’As Lesmo prima alla promozione in C2, e poi nel 2004 in C1. Due traguardi sportivi di un valore inestimabile per una società di un piccolo paese della Brianza di appena 8mila anime, rimaste scolpite tutt’ora all’interno della palestra di via Donna Rosa su due tabelloni in legno che riportano i nomi degli “eroi” che più di vent’anni fa fecero grande Lesmo.
In parallelo alla sua carriera sportiva, Castoldi aveva iniziato a lavorare a Roncello, nell’azienda Flame Spray. Lì aveva trovato anche l’amore, conoscendo la moglie Morena Quadri con cui si è sposato nel 2010 e con cui ha avuto due figli.
Il ricordo della moglie
«Marco era una persona eccezionale: gentile, premuroso e disponibile con tutti – racconta proprio la moglie – Era pieno di vita e sempre desideroso di scherzare e fare battute. Ha iniziato a star male purtroppo due anni e mezzo fa. Aveva dei dolori e pensavamo fosse una colica. Abbiamo fatto degli accertamenti e la diagnosi è stata quella di un tumore. Lui ha sempre lottato come un leone, dal primo all’ultimo minuto. Ci teniamo anche a ringraziare tutti i medici che lo hanno avuto in cura perchè sono stati eccezionali, oltre che sempre attenti a lui».
Nel 2010 col matrimonio, Castoldi si era trasferito ad abitare a Cornate d’Adda, città della moglie. Anche lì continuava a coltivare le sue passioni sportive, nel calcio da grande tifoso del Monza che seguiva spesso anche allo stadio e nel basket per la Pallacanestro Cantù.
«Marco era uno di quei giocatori sempre in grado di mettere il gruppo davanti ai singoli – ricorda proprio Mazzali – Non ragionava mai a livello individuale, ma a livello di squadra. É il classico giocatore che ogni allenatore vorrebbe avere, perchè rende tutto più semplice, soprattutto a me che all’epoca ero un giovane allenatore. Non solo dal punto di vista tecnico, ma anche da quello umano. Tant’è che poi avevamo stretto un bel legame d’amicizia anche fuori dal campo. Abbiamo avuto la fortuna di vivere dei momenti indimenticabili in campo, culminati proprio con quella promozione in C1. Dopodichè le nostre strade sportive si erano divise, lui era andato a giocare a Cusano Milanino, poi si era ritirato. Rimane il ricordo di un uomo di grande valore e spessore umano».
Bellissime parole, che fanno eco a quelle dello storico dirigente e presidente della società, Ambrogio Antosti che ha ricordato lui stesso Castoldi:
«Marco, ancor prima di essere un giocatore importante, era una persona che infondeva a tutti, compagni di squadra, allenatori e dirigenti un’assoluta serenità. Ha contribuito ad alzare il livello della nostra squadra, dando un contributo tecnico e soprattutto umano assoluto. La sua perdita è un colpo durissimo al cuore per tutti noi. Lo ricordiamo con grande affetto e ci stringiamo attorno alla famiglia in questo momento di grande dolore».
L’ultimo saluto al 53enne è stato portato nel pomeriggio di venerdì 21 novembre all’interno della chiesa di Colnago, dove parenti, cari e amici, hanno accompagnato così Castoldi nel suo ultimo “terzo tempo” verso il Paradiso.