anniversario dell'attentato

Era a New York l'11 settembre, ritorna 23 anni dopo l’attentato

Rosa Sessa, che era nella Grande mela l’11 settembre 2001, ricorda l’attacco alle Torri gemelle: «Una giornata tremenda»

Era a New York l'11 settembre, ritorna 23 anni dopo l’attentato
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Limbiatese torna a New York 23 anni dopo l’attentato. Rosa Sessa, che era nella Grande mela l’11 settembre 2001, ricorda l’attacco alle Torri gemelle: «Una giornata tremenda»

Il ricordo di quel giorno

Rosa Sessa Limbiate attentato torri gemelle New York
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Rosa Sessa Limbiate attentato torri gemelle New York
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«Mi aveva chiamato mio marito al telefono e mi aveva detto: “Ecco, lo dico sempre che passano troppi aerei da turismo: uno è appena finito dentro una delle due torri. Poi ho acceso la televisione e ho avuto come un mancamento. Mi sono seduta sul divano mentre andava in diretta l’attacco alla seconda torre. Era qualcosa di irreale, come fosse un film».

Quando si viene colpiti da una notizia terribile in genere si ricorda ogni cosa di quell’attimo e Rosa Sessa, 54enne di Limbiate, ex assessore e dipendente del Comune di Senago, che ha vissuto a New York dal 2000 al 2004 prima di tornare in Italia, non fa eccezione nel ricordare dove era e cosa stava facendo  al momento dell’attentato terroristico alle Torri gemelle dell’11 settembre 2001.

"Quel giorno ci doveva andare mia sorella"

«Abitavamo a una decina di chilometri da Downtown ed era venuta mia sorella Natascia col fidanzato a trovarmi. Undici giorni prima erano invece venuti i parenti di mio marito Claudio ed eravamo saliti su uno dei due grattacieli per la prima volta da quando eravamo lì. Quel giorno, invece, che era una giornata meravigliosa, ci doveva andare mia sorella»

Sembrava un martedì qualsiasi

Rosa Sessa Limbiate attentato torri gemelle New York
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L’attentato che ventitré anni fa ha sconvolto la città di New York e il mondo intero (2.977 le vittime), ha trasformato in incubo quello che era iniziato come un martedì qualsiasi nella Grande mela sull’Hudson:

«Mio marito lavorava a quattro chilometri circa dalle Torri – continua Rosa Sessa – Per fortuna era riuscito a chiamare in Italia prima che tagliassero le comunicazioni, ma era rimasto comunque bloccato a lavoro. Da casa nostra si vedeva il fumo che saliva, si sentivano solo sirene e poi, per ore e ore, il flusso continuo della gente che risaliva Manhattan a piedi. Una giornata tremenda».

La reazione dei newyorchesi

Ma la città che non dorme mai non si è fatta schiacciare nemmeno dal peggior attentato terroristico della storia:

«La gente fin da subito ha reagito ed è uscita in strada per dare una mano come poteva: c’erano molti cartelli con i nomi e le foto di chi non era tornato a casa e ogni via aveva almeno un altarino. I newyorchesi in genere sono un po’ freddi, ma in quei giorni hanno tirato fuori il meglio di loro».

Il dolore e il ricordo

Enorme il dolore per chi non ce l’ha fatta:

«C’era una caserma dei Vigili del Fuoco vicino a noi – riprende Rosa Sessa – I pompieri erano sempre molto cordiali quando passavamo lì davanti. In dodici non sono tornati, in tutti i palazzi c’è qualcuno che non è mai tornato».

La visita al Memoriale

Rosa Sessa Limbiate attentato torri gemelle New York
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La limbiatese ha notato che «per qualche mese c’è stata una sensazione diversa, più calda, più umana, poi però è scemata. Io e mio marito siamo tornati a New York con i nostri figli Riccardo e Federico lo scorso agosto e andare al Memoriale è stato un colpo al cuore».

 

Il Memoriale ricorda le vittime e nuove torri più alte, più nuove e moderne, hanno sostituito quelle vecchie:

«Gli americani e i newyorchesi in particolare hanno sempre questa grande capacità di rinnovarsi e già tre o quattro giorni dopo l’attentato era quasi tutto tornato alla normalità. Ci sono stati problemi con i voli, ricordo, e mia sorella è tornata in Italia qualche giorno dopo rispetto al previsto, ma i mezzi pubblici hanno ripreso a funzionare già il 12 settembre».

L'attentato ha cambiato il mondo

Il mondo non è mai stato più come prima dell’attentato terroristico:

«Da quel giorno si è innescato un odio che non fa differenze fra terroristi e musulmani e ha scatenato delle guerre terribili – conclude Rosa Sessa – Il 5 settembre 2001 avevo avuto la conferma di aspettare un bambino e io e mio marito eravamo al settimo cielo, poi l’attentato ci ha rovinato questo momento speciale, ma ricordo come se fosse oggi che quando è nato nostro figlio la dottoressa americana, commossa, ci ha detto che quelli che nascevano in quel periodo erano i bambini della speranza e della rinascita di New York».

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