L'impresa

L'impresa di due tesserati della Triathlon Seregno: in bici fino in Sicilia

Per Gianluca D’Agostino, 41 anni, un viaggio verso il paese d’origine, per Stefano Alzani, 45 anni, la scoperta dei luoghi in cui è cresciuto l’amico.

L'impresa di due tesserati della Triathlon Seregno: in bici fino in Sicilia
Pubblicato:

Due tesserati del VTT Triathlon Seregno in bicicletta da Mariano Comense fino in Sicilia, a Gallodoro in provincia di Messina. Per Gianluca D’Agostino, 41 anni, un viaggio verso il paese d’origine, per Stefano Alzani, 45 anni, la scoperta dei luoghi in cui è cresciuto l’amico.

L'impresa di due tesserati della Triathlon Seregno: in bici fino in Sicilia

"Simbolicamente per noi è stato un percorso particolare, visto che per tanto tempo l’Italia è stata disunita per via del Covid - racconta Gianluca D’Agostino -  Abbiamo tracciato una sorta di linea continua in tutte le regioni. Insieme corriamo in montagna e facciamo sport. L’idea è nata quattro anni fa. In mezzo c’è stata la pandemia, poi a dicembre abbiamo deciso che saremmo andati a maggio del 2021, perché è un periodo nel quale non fa troppo caldo e nemmeno troppo freddo».

L’obiettivo era quello di riuscire nell’impresa in meno di una settimana, non senza qualche difficoltà ce l’hanno fatta in sei giorni, da sabato 8 maggio.

"Prima di partire abbiamo studiato il percorso, con tappe via, via decrescenti visto che, andando verso sud, aumenta il dislivello. La prima è stata molto lunga perché prevedeva 310 chilometri, altre 290, poi due da 240 e le restanti più corte. In totale 1.310 chilometri. Pedalavamo il più possibile durante il giorno, poi la sera andavamo negli alberghi per riposarci. A ogni struttura abbiamo inviato gli integratori che ci servivano per il giorno successivo, così da viaggiare il più leggeri possibili".

Con qualche imprevisto

Come ogni avventura che si rispetti, c’è stato anche un imprevisto. «Il secondo giorno siamo partiti da Faenza, facendo una piccola tappa a Cesena. Lì però mi sono dimenticato lo zaino con i documenti. Questo avrebbe potuto compromettere tutto, perché avevamo tempi molto stretti. Quindi ho deciso di tornare a Cesena in taxi per riprenderlo. Per quella tappa abbiamo dovuto rinunciare a 90 chilometri, prendendo il treno per completarla. Diciamo che è stato un po’ il nostro “aiuto da casa” - scherza - Inizialmente nessuno credeva potessimo davvero farcela. Invece nonostante questo contrattempo e un vento che è sempre stato contrario, ci siamo riusciti".

Viste mozzafiato in particolare nei tratti tra Calabria e Sicilia. La tappa più selvaggia in Basilicata, dove i due ciclisti marianesi sono stati in mezzo al nulla praticamente per tutto il giorno, spesso circondati da campi sterminati di papaveri.

Un'impresa che consolida un rapporto speciale

Quella di Gianluca e Stefano è stata una sfida vinta, ma anche l’occasione per rendere il loro rapporto ancora più speciale.
«La nostra amicizia con questo viaggio è diventata sicuramente ancora più profonda. Abbiamo condiviso sei giorni di fatiche, difficoltà, a volte scoraggiamento quando alla terza tappa ci siamo resi conto di essere stanchissimi. Dopo è arrivata la quarta, dalla Puglia fino a Villapiana sullo Ionio: pensavo fosse più leggera, invece era la più lunga e con maggiore dislivello».
E ora cosa c’è in programma? «E’ un’esperienza che ci è piaciuta molto, per il prossimo anno speriamo di poter andare all’estero».

Seguici sui nostri canali
Necrologie