L’Italia delle differenze
Il messaggio dagli Europei di atletica: la nuova generazione è multietnica
Chituru Ali, gigante dei 100 metri, padre ghanese e madre nigeriana. Mattia Furlani, argento nel salto in lungo, nato a Grottaferrata da mamma di origini senegalesi. Yeman Crippa, oro nella mezza maratona, etiope adottato da una famiglia di Milano. Lorenzo Simonelli, oro con record italiano nei 110 ostacoli: nascita in Tanzania da padre italiano e madre tanzaniana, ma dialetto romano innegabile. Sono solo alcune delle stelle dell’atletica azzurra che hanno brillato agli Europei di Roma appena conclusi: italiani di seconda generazione si dice che unitamente all’«esercito» di giovani stranieri cresciuti nello Stivale ma ancora privi della nostra cittadinanza sono il volto di una nuova generazione sempre più multietnica.
Mezzo milione di ragazzi tra gli 11 e i 19 anni non ha cittadinanza italiana
A dirlo sono i dati diffusi dall’Istat nell’annuale report «Bambini e ragazzi». Il primo gennaio di quest’anno nel Belpaese si contavano 5 milioni e 144 mila residenti tra gli 11 e i 19 anni, pari all’8,7 per cento della popolazione. Di questi, poco meno di mezzo milione (497 mila e 464 secondo una stima provvisoria) sono giovanissimi stranieri: il 59,5% venuto al mondo in Italia; l’11,7% immigrato dall’estero prima dei sei anni, il 17% in età scolare, quindi tra i 6 e i 10 anni, l’11,8% a 11 anni e più. Le rilevazione dell’istituto di ricerca dicono inoltre che più del 6% cento dei ragazzi italiani possiede doppia cittadinanza e l’8% ha uno dei due genitori nato all’estero.
A Carnate il 24% dei minori è straniero
E in Brianza? L’11 per cento dei minori non ha cittadinanza italiana secondo l’elaborazione di Openpolis sulla base degli ultimi dati Istat disponibili, fermi al 2021. 18 mila e 655 tra bambini e ragazzi da zero a diciassette anni che abitano nel territorio, frequentano la scuola e parlano italiano. La tabella pubblicata nella pagina accanto riporta la situazione dei cinquantacinque Comuni della provincia di Monza e Brianza. La presenza più massiccia a Carnate dove dei mille e 172 minorenni residenti, 284 non hanno cittadinanza italiana, pari al 24,23%. Seguono Limbiate (18,62%), Monza (16,93%), Cesano Maderno (15,48%) e Nova Milanese (15,42%). Dalla parte opposta della classifica, i bambini stranieri rappresentano una fetta minore della popolazione giovanile a Caponago dove sono solo l’1 per cento (9 su 891 totali), Misinto (2,38%), Lazzate (4,25%), Ceriano Laghetto (4,61) e Briosco (4,93%).
A Monza una classe composta solo da ragazzi di origine straniera
Come detto, bambini e ragazzi senza cittadinanza italiana che vivono nel nostro Paese frequentano la scuola. Secondo il Ministero dell’Istruzione, il 10 per cento degli studenti è di nazionalità non italiana ma il 66 per cento di loro è nato in Italia. Dati aggiornati dell’Anagrafe degli Studenti alla mano, uno su quattro è iscritto a una scuola dell’infanzia lombarda. Passando alla primaria, la Lombardia si conferma la regione con il maggior numero di iscritti (85.928), seguita da Emilia-Romagna (40.431) e Veneto (36.723). Lo stesso per la secondaria di secondo grado (48.053). A Monza, un fulgido esempio della nuova generazione multietnica: quest’anno alla «Pertini» del Comprensivo Koinè è partita una prima media in cui tutti i componenti della classe hanno background migratorio.
Cittadinanza, come si ottiene? Monza si muove per gli studenti
La cittadinanza italiana garantisce la pienezza di diritti civili e politici. Ma come si acquisisce?
Automaticamente per nascita da almeno un genitore italiano (ius sanguinis) o nel territorio italiano dopo aver compiuto 18 anni trascorsi ininterrottamente e legalmente sull’italico suolo; per adozione da cittadino italiano. Si può inoltre richiedere per matrimonio, unione civile o per residenza (si parla di «naturalizzazione»). In quest’ultimo caso la normativa prevede un ampio ventaglio di termini: si va ad esempio dai dieci anni di residenza per gli extracomunitari ai quattro per i cittadini dell’Unione europea. Residenza legale, con permesso di soggiorno e continuità dell’iscrizione anagrafica. Sono fissate inoltre delle soglie minime di reddito personale e familiare nei tre anni antecedenti la domanda di cittadinanza e la certificazione della conoscenza della lingua italiana non inferiore al livello B1.
Iter complesso, appesantito da una burocrazia notoriamente lenta e farraginosa. In attesa di una riforma della legge sulla cittadinanza, modificata trentadue anni fa, sulla quale il Parlamento da almeno tre lustri non trova un accordo (sul tavolo proposte legate a ius soli, ius scholae, ius culturae), settimana scorsa da Monza è arrivata la proposta di dare la cittadinanza onoraria a tutti i bambini di origine straniera che hanno concluso un ciclo scolastico in un istituto italiano. E’ contenuta in una mozione presentata in Comune dal consigliere di Lab Monza Lorenzo Spedo, dall’assessore alla Cultura Arianna Bettin e da Tahany Shanin, referente della comunità araba monzese. Nel documento vengono inserite anche una serie di iniziative mirate all’inclusione culturale e amministrativa degli stranieri residenti oltre a un impegno a carico del Municipio di attuare tutte le azioni amministrative utili a favorire il rapido e corretto espletamento delle procedure per il conseguimento della cittadinanza.
Ma quali diritti vengono riconosciuti ai minori stranieri nel nostro Paese?
«Al minorenne straniero che entra in Italia, anche se in modo illegale, sono riconosciuti tutti i diritti garantiti dalla Convenzione di New York sui diritti del fanciullo la quale afferma, tra i suoi principi, che in tutte le decisioni relative al minore deve essere considerato prioritariamente il superiore interesse del ragazzo - spiegano dal Ministero dell’Interno - Tutti i minori stranieri, anche privi di permesso di soggiorno, hanno il diritto di essere iscritti alla scuola, non solo dell'obbligo, ma di ogni ordine e grado». Per quanto concerne l’assistenza sanitaria, «i minori stranieri titolari di permesso di soggiorno devono essere iscritti obbligatoriamente da chi ne esercita la potestà o la tutela al Servizio sanitario nazionale (Ssn), con il conseguente diritto di accedere a tutte le prestazioni sanitarie offerte».
Besana, l’esempio di integrazione dell’Asdo
Ahmed, Hamdy, Maksim, Falilou, Franklin. Dei dodici calciatori che compongono la squadra, metà sono nati lontano dall’Italia. Arrivano dall’Egitto, dalla Repubblica domenicana, dal Perù, dal Senegal e ogni settimana si allenano insieme ai compagni sotto la guida di tre giovani educatori - Marco, Andrea e Lele - e sotto la supervisione di Paolo. E’ uno splendido esempio di integrazione quello che arriva dall’Asdo Santa Caterina, in particolare dalla giovanissima formazione che gioca nel torneo Csi Milano, nella categoria Ragazzi 2010-2011. Allenamenti il lunedì e il giovedì all’oratorio di Valle Guidino, le partite la domenica a Vergo Zoccorino. Ciò che colpisce particolarmente è l’attenzione che l’Asdo riserva ai ragazzi stranieri: molte delle loro famiglie non hanno la possibilità di accompagnarli al campo, così sono i dirigenti che vanno a prenderli e li riportano a casa, coinvolgendoli anche in merende terminate le gare nel segno della conoscenza reciproca e del rispetto delle diverse culture.
A Limbiate il sindaco dei ragazzi è Jamal
Si distingue per il suo carattere multiculturale il Consiglio comunale dei ragazzi di Limbiate.
Il nuovo sindaco, eletto ad aprile tra gli studenti che frequentano le scuole secondarie di primo grado Antonio Gramsci e Leonardo Da Vinci, si chiama Jamal Farag. Ha vinto le elezioni conquistando un maggior numero di voti rispetto alla sua sfidante, Daba Babou. Entrambi originari di famiglie provenienti da paesi stranieri, questi due giovani sono un esempio di integrazione e impegno civile che parte dalla scuola e si fa strada nelle istituzioni.
L’elezione dei 24 componenti del Ccr rappresenta l’atto conclusivo del progetto «Cittadini del mondo» che coinvolge gli studenti dalla quinta della primaria alla terza della secondaria di primo grado. Jamal ha debuttato in fascia tricolore accanto al sindaco Antonio Romeo alle celebrazioni del 25 Aprile, al suo fianco la compagna di scuola Daba, arrivata seconda alle elezioni. Nel loro discorso hanno invitato i loro coetanei a difendere la libertà: «Riflettiamo su quanto siamo fortunati perché abbiamo la democrazia e infinite forme di libertà».
Valori universali che dovrebbero essere diritti e patrimonio dell’intera comunità umana.
Vladimir orgoglio tutto giussanese
Non è nato in Brianza, ma è ormai un giussanese doc, orgoglio di tutta la Nazione, ma un po’ di più per i suoi concittadini, Vladimir Aceti.
Il suo volto di gioia è rimbalzato su tutte le televisioni e i giornali, dopo la straordinaria vittoria ai Campionati Europei di Atletica a Roma, ma i giussanesi lo conoscono bene, da molti anni. Classe 1998 è arrivato dalla Russia nord occidentale in città da piccolo insieme al fratello, dopo l’adozione dei genitori, ed è diventato a tutti gli effetti uno dei cittadini più illustri grazie alle sue medaglie.
Era il 2004 quando Vladimir, fu adottato dalla famiglia Aceti: da allora un legame sempre più forte con la città e nello specifico con la Vis Nova, che ha saputo forgiarlo ed esaltarne le doti di atleta. Le sue caratteristiche e qualità, lo hanno portato lontano. Accanto a lui c’è sempre stato Alessandro Simonelli, vicepresidente del club nonchè allenatore, che ha vissuto i sei giorni romani con grande pathos e tantissimo entusiasmo.
«Sapevamo delle grandi condizioni di Vladimir; è un grande frazionista, navigato con i suoi 8 anni di militanza nel quartetto azzurro - dalla sua prima coppa Europa a Lille nel 2017 - capace di esaltare i suoi compagni con la sua frazione più bella di sempre per sagacia, tattica, un Vladimir che ha trasmesso la voglia di non mollare», ha commentato sui social.
Un giovane russo che ha è diventato uno dei simboli sportivi di Giussano.