Lo scontro tra Antonio Ricci e Claudio Baglioni da Monza verso Bologna
Sembra essere questo l’esito più probabile del processo per diffamazione, apertosi giovedì gennaio al tribunale di piazza Garibaldi
Lo scontro tra Antonio Ricci e Claudio Baglioni da Monza verso Bologna. Sembra essere questo l’esito più probabile del processo per diffamazione, apertosi giovedì gennaio al tribunale di piazza Garibaldi.
Lo scontro tra Antonio Ricci e Claudio Baglioni da Monza verso Bologna
Procedimento che vede imputati il creatore di Striscia La Notizia Ricci, i comici conduttori del tg satirico Ezio Greggio e Enzo Iacchetti, l’inviato Antonio Montanari (alias «Mago Casanova»), e l’altro presentatore Gerry Scotti. Gli avvocati di Ricci, con un atto depositato il giorno prima dell’udienza, hanno chiesto infatti, lo spostamento del processo al foro bolognese che ritengono quello, competente per territorio relativamente al luogo di stampa del volume «Tutti poeti con Claudio», che veniva pubblicizzato all’interno del sito ufficiale della trasmissione.
Si tratta di una pubblicazione che usava toni fortemente sarcastici e irridenti nei confronti del cantautore romano, che aveva presentato denuncia. Baglioni è stato accusato più volte nel corso delle puntate di Striscia di aver copiato, all’interno dei testi di molte sue canzoni, frasi ed espressioni da poeti e scrittori, senza renderlo noto al pubblico. «Amnesia, furbate, scopiazzature dimenticate, smemorato, distrattone» sono alcune delle parole usate da Striscia.
Trattandosi di diffamazione a mezzo stampa, anche i legali di parte civile hanno riconosciuto in Bologna il tribunale competente (il giudice Roberta Russo deciderà a fine febbraio).
«Una mossa per prendere tempo da parte dei legali di Striscia – hanno commentato giovedì scorso a palazzo gli avvocati Gabriele Minniti e Andrea Pietrolucci – Ci stupisce, visto che lo stesso Ricci ha dichiarato più volte di non vedere l’ora di affrontare il giudizio». Il testo incriminato è stato oggetto di sequestro da parte del gip di Monza nel 2022. Provvedimento contro cui «non è mai stato fatto ricorso», sottolineano ancora gli avvocati di Baglioni.
Che tra quest’ulimo e il creatore di «Striscia» non corresse buon sangue è fatto risaputo già da prima della vicenda del libro. In un’intervista rilasciata al Corriere nel 2018, Ricci non si era risparmiato a tirare bordate a Baglioni, definendolo, tra le varie, «una melensa creatura che trasuda Baci Perugina». Dichiarazioni a seguito delle quali il cantautore aveva depositato querela alla procura di Roma.