Difficoltà

L’odissea per un posto al Centro estivo

La rabbia e l’amarezza delle famiglie con un bambino disabile: «Siamo abbandonate»

L’odissea per un posto al Centro estivo
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«Ogni giorno si combatte e quando arriva l’estate è un’impresa riuscire a ottenere un posto al Centro estivo». Un altro ostacolo da oltrepassare, mentre «ci sentiamo completamente abbandonati».

L’odissea per un posto al Centro estivo

Hanno iniziato a febbraio a cercare un aiuto attraverso i Servizi sociali del Comune. Per Camilla, 9 anni, affetta dalla sindrome di Rett, una rara patologia che blocca lo sviluppo neurologico e motorio, il serio rischio di non avere un Centro estivo che potesse ospitarla e un’altra prova difficile per la famiglia originaria di Desio ma residente a Cesano Maderno.

«Ogni volta ci troviamo in difficoltà nel riuscire ad avere accesso ai giusti servizi che spettano di diritto a Camilla, come ad esempio i Centri estivi – ci ha spiegato la mamma, Simona Spinzi, quando ci ha contattato - È da febbraio che chiediamo al Comune di darci supporto e assistenza, e siamo stati completamente ignorati fino a dieci giorni fa, quando ci hanno detto che stavano valutando le varie possibilità».

Simona Spinzi

Ma fino a domenica nessuna risposta, tanto che la famiglia stava ormai perdendo le speranze: la piccola avrebbe dovuto passare a casa tutta l’estate, con la conseguenza di dover vedere svanire i frutti del lavoro fatto nel corso dell’anno a scuola con gli educatori. Solo domenica la mamma ha ricevuto il messaggio dell’assistente sociale che annunciava che da lunedì Camilla avrebbe potuto frequentare, come l’anno scorso, l’oratorio San Pio X di Molinello, essendo stato individuato l’educatore che sarà messo a disposizione dal Comune. Al momento due giorni a settimana, il lunedì e il giovedì, dalle 9 alle 12. Potrebbe esserci un aumento di ore, ma per ora resta solo un’ipotesi.

Due anni fa i genitori di Camilla, rimasta senza aiuto, avevano dovuto spendere duemila euro per un educatore, per un solo mese.

«L’anno scorso abbiamo avuto sei ore a settimana, non tutti i giorni, con un’educatrice all’oratorio San Pio X, che si prospetta anche per quest’anno, l’unico accessibile perché le altre strutture sono piene di barriere architettoniche, così ci hanno detto dal Comune – evidenzia sconsolata la mamma - Quest’anno, sapendo delle difficoltà, ci siamo mossi a febbraio, ma si arriva sempre all’ultimo, continuando a chiedere, a sollecitare, anche se la legge dice che i bambini disabili hanno diritto a frequentare un Centro estivo e stare con gli altri bambini. Da parte nostra è giusto cercare di ottenere quello che ci spetta, perché Camilla ha bisogno di costanti stimoli, e non avendoli per tre mesi consecutivi finirebbe per regredire, perdendo tutti i progressi fatti nell’arco dell’anno scolastico. Alla scuola primaria Rodari ha delle persone fantastiche che la seguono. E ci siamo molto preoccupati di fronte a questo silenzio del Comune. Noi capiamo che la situazione è complicata, che non ci sono fondi, ma l’alternativa sarebbe stata pagare di tasca nostra. Alla fine qualcosa è arrivato ma sono solo briciole. Ogni volta ci si trova di fronte a diritti negati per questi bambini, a famiglie che sono abbandonate, a blackout che non fanno bene a Camilla e la stessa cosa vale anche per gli altri. E’ questo che fa rabbia, sentirsi ignorati, non avere alternative e dover chiedere in continuazione per quelli che in realtà dovrebbero essere diritti riconosciuti».

«Samuele deve recarsi a Meda perché a Lentate non c’è un’offerta comunale per le primarie»

«E’ da quattro anni che mio figlio frequenta il Centro estivo a Meda, alla scuola del Polo, perché a Lentate non c’è un’offerta comunale per le primarie. E siccome l’educatore è garantito solo per sei settimane, per le altre due in qualche modo dobbiamo arrangiarci e le spese sono a carico nostro».

E’ lo sfogo della biraghese Laura Grassi, mamma di Samuele Spreafico, un bambino di 11 anni affetto dalla sindrome del Cri du chat. Ha appena terminato la quarta elementare e come ogni estate, da qualche anno a questa parte, si ripresenta per lui il problema del Centro da frequentare.

Laura Grassi

«A Lentate l’offerta comunale è solo per i bambini della scuola dell’infanzia, non per quelli della primaria, che devono scegliere tra l’oratorio e le proposte delle associazioni sportive - spiega - Purtroppo entrambe le opzioni non sono adatte per Samuele: la prima perché al Grest i bambini sono seguiti da animatori molto giovani, di 15-16 anni, e la seconda perché a causa della sua patologia ha delle difficoltà motorie e non può certo svolgere quel tipo di sport». La soluzione ottimale per lui sarebbe un contesto scolastico, dove si fanno attività di vario tipo, come appunto al quartiere Polo.

Il problema, però, è anche un altro: la disponibilità di educatori. «Chiedevo una copertura come quella scolastica, invece i pomeriggi non mi vengono garantiti per mancanza di fondi - prosegue la mamma - Nei giorni scorsi, inoltre, il Comune mi ha avvisato che non riusciva a sostenere le spese dell’educatore per le otto settimane del Centro estivo, ma solo per sei, dal 23 giugno alla fine di luglio. Quindi per le restanti due avremmo dovuto pagare noi il professionista, per un totale di quasi 1.200 euro». E quindi? «Quindi questa settimana Samuele starà a casa con il papà e la prossima andrà al Centro “Dinamo” di Milano, dove organizzano attività specifiche per i bimbi disabili». Tanta l’amarezza per dover cercare una soluzione ogni estate: «Samuele e i bambini speciali come lui hanno il diritto di frequentare il Centro estivo come gli altri, senza tutti questi problemi».

«Per i Comuni non è obbligatorio erogare il servizio di assistenza educativa durante il periodo estivo, ma noi ci siamo sempre attivati mettendo in campo risorse importanti. Quest’anno sono 35 i bambini che seguiamo e la maggior parte sono affiancati dagli stessi educatori che li seguono durante l’anno scolastico», dichiara il vicesindaco e assessore alle Politiche sociali, Marco Boffi. Sulla questione del Centro estivo comunale: «Purtroppo non abbiamo abbastanza iscrizioni per attivarlo. Ci sono sempre state poche richieste, dato che i bambini si dividono tra gli oratori e i camp sportivi».

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