Seregno

"Macché disoccupazione. Non trovo il personale e devo ridurre le aperture"

La provocazione del titolare del Macallè Caffè al Lazzaretto e le difficoltà provocate dalla pandemia.

"Macché disoccupazione. Non trovo il personale e devo ridurre le aperture"
Pubblicato:
Aggiornato:

Con il sarcasmo che negli anni l’ha reso «famoso» tra i clienti, il 47enne Mirco Pecorelli si sfoga sulle difficoltà di gestire un’attività nel post Covid.  Sulla lavagna fuori dal suo locale, il Macallé Caffè, oltre a indicare i giorni di apertura, ha aggiunto una frase eloquente: «Orari del c… Si ringrazia la mancanza di personale», e all’uscita «Arrivederci e grazie: aiutateci ad aiutarci».
Al momento il suo bar è costretto a rimanere chiuso la domenica. Il lunedì apertura di mezza giornata, martedì, giovedì e venerdì dalle 7.30 alle 15 con una pausa per riprendere poi dalle 18, così anche il sabato fino alla 1 e mercoledì pomeriggio... «boh», come si legge sulla lavagna.

"Macché disoccupazione. Non trovo il personale e devo ridurre le aperture"

Nel locale sono sempre state frequenti le espressioni ironiche e sarcastiche: "Prima era tutto tappezzato con frasi sul calcio, sulle schedine o con gli stereotipi da italiano medio. Adesso le lavagne sono diventate quasi un muro del pianto".

Il lavoro non è più ripreso e ritornato ai ritmi precedenti la pandemia da Covid.
"Prima della pandemia ero sempre aperto, adesso sono più le pause che i momenti di lavoro - spiega il titolare - Le persone hanno meno soldi da spendere così escono di meno, anche per venire al bar e mi sono trovato costretto a ridurre gli orari".
I collaboratori volonterosi sono pochi: "Da un lato non ha senso che ci sia più di una persona al banco, dall’altro senza dipendenti non riesco a tenere aperto ed è difficile trovarne. Tanti commercianti della zona cercano persone volenterose, ma con il reddito di cittadinanza molti preferiscono stare a casa".

Il gestore se la prende anche con alcune trasmissioni televisive del pomeriggio: "Dicono in continuazione che non c’è lavoro, che tante persone sono rimaste a casa senza stipendio, ma per chi ha voglia di fare le opportunità ci sono eccome".
In questo scenario il blocco dei licenziamenti rischia di essere un ostacolo per i datori di lavoro  anziché un aiuto : "Non abbiamo abbastanza entrate, ma in ogni caso dobbiamo stipendiare i dipendenti".
Anche gli aiuti statali, a suo giudizio, sono stati pochi e insufficienti: "Una barzelletta rispetto ad altri Paesi dove sono arrivati subito e sono stati sempre garantiti. Rispetto a noi, i nostri colleghi in tutta Europa hanno avuto molte agevolazioni, mentre quello che facciamo noi in Italia sembra non bastare mai per poter andare avanti".
Anche il Comune non ha fatto molto per far tornare a vere la città a vivere.
"Il mio bar lavora molto con la gente di passaggio verso la Valassina, ma vedo che ormai Seregno è diventato un paese di anziani: alle nove di sera non c’è già più nessuno in giro, mentre Monza per esempio ha fatto crescere il suo centro".
L’umore è di profonda rassegnazione. "Il cartello è nato come provocazione ironica e sarcastica, ma la verità è che le prospettive non sono per niente soddisfacenti in questo momento. Aspetto la fine dell’anno, poi farò le mie valutazioni per decidere se vale la pena continuare o meno".

Seguici sui nostri canali
Necrologie