Desio

Malù Lattanzi lascia il Comune dopo 42 anni

Venerdì 14 è stato il suo ultimo giorno di lavoro, per 32 anni è stata a Nova Milanese, per dieci a Desio

Malù Lattanzi lascia il Comune dopo 42 anni
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L’idea di lavorare nella pubblica Amministrazione le era venuta un giorno, mentre aveva accompagnato il nonno all’Inps, a ritirare la pensione di reversibilità.

Malù Lattanzi lascia il Comune dopo 42 anni

Rimbalzata da un ufficio all’altro per riuscire a ottenerla le aveva fatto dire:

«Se entro nella Pubblica amministrazione, farò in modo di facilitare il cittadino». Allora Malù Lattanzi, 62 anni, novese, che dopo 42 anni da dipendente della Pubblica amministrazione ha raggiunto la pensione, era ancora una studentessa.

L’esordio in Comune era arrivato in modo casuale, ma da quel momento non si è mai risparmiata, per 32 anni a Nova Milanese, per dieci a Desio, esattamente dal 31 dicembre 2014. L’assunzione era arrivata il 18 ottobre 1982.

«Era un giovedì – ha raccontato – Dopo il diploma avevo deciso di proseguire gli studi e iscrivermi all’università, alla facoltà di Psicologia, ma dovetti cambiare idea. Mi ero dovuta recare in Comune a prendere la cartolina del militare di mio fratello e vidi un bando».

Un’occasione per lei, anche se con poche speranze, ma alla fine fu presa. Senza esperienza, si ritrovò a dover organizzare l’inizio dell’anno scolastico e a dover far fronte a scadenze e problemi da risolvere.

«Non fu facile e dovetti imparare in fretta a cavarmela da sola», ha proseguito. A Nova doveva occuparsi di Cultura, Scuola, Sport. Un impegno notevole, ma che le dava soddisfazioni. Quando nell’86 rientrò dalla maternità arrivò anche il trasferimento al Protocollo. Un incarico non così gradito all’inizio «ma poi è diventato motivo per conoscere meglio come funziona la Pubblica amministrazione perché passa tutto da lì».

I ricordi

Di quegli anni ricorda l’impegno in biblioteca, la collaborazione con Pucci Paleari, la realizzazione di un sito dedicato ai lager e alla deportazione. Malù Lattanzi si era dedicata in particolare alle figure femminili. Poi per 25 anni ha dato il suo importante contributo alla costruzione della stagione teatrale novese. Ha avuto modo di collaborare con Ombretta Colli, quando era presidente della Provincia di Milano. Cita Enrico Rossi ed Elio Sala per aver creduto in lei. E’ stata responsabile del primo giornale comunale «che a Nova c’è ancora - ha precisato - Il sindaco Laura Barzaghi mi aveva affidato il compito di aprire un centro cultura a Villa Brivio» e in tanti si ricordano ancora dei caffè con l’autore.

Se a Nova aveva dato vita al primo Ufficio relazione con il pubblico e al primo informatore, che le aveva dato la possibilità di frequentare corsi per la formazione giornalistica e l’iscrizione all’Albo, all’Urp di Desio ha avuto l’opportunità di spendersi per la partecipazione dei cittadini.

«Grazie al Gruppo uffici stampa Brianza ho conosciuto colleghi come Marieva Favoino, Viviana Magni, Walter Todaro o Valentina Lietti, sono cresciuta professionalmente – ha ricordato – Marieva Favoino mi aveva chiesto di venire a Desio per occuparmi proprio dell’aspetto della partecipazione ed è stata un’esperienza veramente importante per me, per il coinvolgimento dei cittadini. Mi ha arricchito tantissimo. Grazie alla squadra con cui ho lavorato abbiamo realizzato l’albo dei volontari, il bilancio partecipativo, con le scuole il pedibus ma anche i Comitati di quartiere». C’è stata l’esperienza del Covid, un periodo nero, «ma il lavoro in staff ci ha permesso di mandare avanti i tanti servizi».

Guardando al futuro

Venerdì 14 dicembre ha salutato i colleghi, i sindaci, gli amministratori e i cittadini con cui negli anni ha condiviso un pezzo di strada. Guardando avanti inizia per Malù Lattanzi un periodo di grandi aspettative.

«Ho un libro nel cassetto, le favole per bambini, insegno scrittura creativa e sensoriale all’Università del tempo libero di Desio, dove ho due corsi, e uno lo inizierò a Nova a gennaio. Farò le cose che mi piacciono, e questo mi gratifica molto. Poi in futuro vediamo».

A lei il grazie di tutti, insieme alla infinita riconoscenza.

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