Giornata della Memoria

Medaglie d'onore a sedici brianzoli internati nei lager nazisti

Venerdì in Prefettura la consegna del prestigioso riconoscimento agli internati.

Medaglie d'onore a sedici brianzoli internati nei lager nazisti
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Sedici medaglie d'onore sono state consegnate in Prefettura ad altrettanti brianzoli deportati e internati nei lager nazisti. Il prestigioso riconoscimento, conferito dal Presidente della Repubblica alla memoria, è stato consegnato ai familiari dei premiati venerdì in Prefettura, in occasione della Giornata della Memoria.

Medaglie d'onore alla memoria di sedici brianzoli

Alla presenza del Prefetto di Monza, Patrizia Palmisani, sono state conferiti sedici riconoscimenti ad altrettanti cittadini della Provincia di Monza e Brianza che sacrificarono la propria vita per la libertà. Ecco le loro storie.

Giovanni Giuseppe Alberti di Veduggio

Medaglia d’onore alla memoria di Giovanni Giuseppe Alberti, ritirata dalla nipote Rosa Elena Perego. Nato a Veduggio il 5 settembre 1924, di professione macellaio, Giovanni Alberti faceva parte di una delle ultime classi richiamate dal Regio Esercito prima dell’armistizio dell’8 settembre. Dopo l’assegnazione al 43° Reggimento Fanteria ad Alba, fu catturato dalle truppe tedesche e deportato in Germania come lavoratore coatto. Nel marzo del 1944 il signor Alberti inviò alcune lettere alla famiglia dallo Stammerlager III C, in Polonia, dove si trovava prigioniero. Nel marzo del 1945, tuttavia, fu dichiarato disperso in Germania. Secondo la testimonianza di un commilitone superstite, il signor Giovanni Alberti morì a 21 anni durante i bombardamenti alleati e fu sepolto in una fossa comune.

Felice Cappellini di Meda

Medaglia d’onore alla memoria di Felice Cappellini, ritirata dalla cugina Felicita. Felice Cappellini nacque a Meda il 14 gennaio 1920. Rimasto orfano di padre a soli 8 anni, per contribuire al sostentamento della famiglia si propone come apprendista tappezziere nella bottega di un artigiano. Arruolato nel 1943, subito dopo l’armistizio dell’8 settembre fu fatto prigioniero in Croazia insieme ai propri commilitoni e trasferito in Germania. Nel 1945 la Croce Rossa Italiana comunicò al Sindaco di Meda che Felice Cappellini era deceduto il 25 novembre 1943 presso un ospedale tedesco a seguito di una frattura alla gamba, lesioni al fegato e schiacciamento del petto. La Segreteria di Stato del Vaticano inviò una lettera al parroco e al sindaco di Meda per comunicare che il Felice Cappellini è seppellito nel grande cimitero urbano di Francoforte sul Meno.

Emilio Pezzullo di Barlassina

Medaglia d’onore alla memoria di Emilio Pezzullo, ritirata dal figlio Arcangelo. Emilio Pezzullo nacque il 23 febbraio 1922 a Frattamaggiore, in provincia di Napoli.
Arruolato nel 18° Reggimento di Fanteria della Divisione Acqui, nel settembre 1943 fu fatto prigioniero a Corfù e trasferito a piedi fino in Serbia, dove fu destinato al lavoro in miniera; poi a Berlino, dove fu impiegato nel lavoro agricolo coatto. Fu liberato dagli alleati nell’agosto del 1945, dopo il ritorno a Napoli, ben presto emigrò in Brianza, dove trovò lavoro come operaio dapprima all’Icmesa di Meda e poi alla Snia Viscosa di Cesano Maderno. Nel febbraio dello scorso anno il signor Pezzullo ha festeggiato i cento anni, con affianco a sé la moglie Carolina di 94, i sei figli, i dieci nipoti e i due pronipoti. Nel mese di giugno, poi, il settantesimo anniversario di matrimonio. Ad agosto, purtroppo, la moglie è venuta a mancare e lui si è spento il 7 gennaio di quest’anno, poco prima di compiere 101 anni.

Francesco Cesana di Carate Brianza

Medaglia d’onore alla memoria di Francesco Cesana, ritirata dalla figlia Maria Grazia. Nato il 12 gennaio 1923 a Carate Brianza, nel settembre 1942  Francesco Cesana fu arruolato nel 41° Reggimento fanteria e partì per la Grecia, dove partecipò alle operazioni di guerra svoltesi nel Mediterraneo. Catturato dai tedeschi il giorno successivo all’armistizio, fu internato in Germania e tenuto prigioniero fino al 7 maggio 1945. Rientrato dalla prigionia, si presentò all’alloggio per ex deportati ed internati di Pescantina, in provincia di Verona, dove trovò solidarietà, aiuto e accoglienza. Non amava parlare delle atrocità della guerra e dei giorni terribili della prigionia trascorsi in Germania. Raccontava però di essere dimagrito fino a diventare irriconoscibile, e di aver contratto la scabbia e i pidocchi a causa delle disastrose condizioni igieniche. Dopo quarantadue anni di lavoro, si spense all’età di 64 anni a Carate Brianza, circondato dall’affetto dei suoi familiari.

Iginio Gatti di Besana in Brianza

Medaglia d’onore alla memoria di Iginio Gatti, ritirata dalla figlia Loredana. Iginio Gatti nacque a Besana in Brianza il 29 ottobre 1921. Chiamato alle armi nel 1942, fu mandato a combattere in Grecia, dove l’8 settembre 1943 fu catturato dai soldati della Wehrmacht ed internato negli stalag dapprima di Thorn, poi di
Gorlitz e poi ancora di Lagenbielau, dove fu destinato al lavoro coatto in fabbrica. Al termine della guerra si mise in viaggio verso casa, riuscendo finalmente ad arrivare a Besana Brianza il 1° agosto 1945, provato dalle sofferenze della prigionia ma felice di riabbracciare i suoi cari. Dopo una vita dedicata alla famiglia e al lavoro, giunto alla pensione poté finalmente inseguire la passione per la pittura. Si spense a Usmate Velate nel 2007, all’età di 86 anni. Ha sempre raccontato poco di quella tragica esperienza. Anche a distanza di 60 anni accennando al ricordo incrinava il tono di voce e sommessamente i suoi occhi si riempivano di lacrime.

Giuseppe Gianotti di Bovisio Masciago

Medaglia d’onore alla memoria di Giuseppe Gianotti, ritirata dal figlio Pierangelo. Il signor Giuseppe Gianotti nacque il 17 marzo 1920 a Masciago Milanese (ora Bovisio Masciago), dove all’età di 11 anni cominciò a lavorare come lattoniere. Arruolato nel 1940, da aprile ad agosto del 1943 partecipò alle operazioni di guerra svoltesi in Sicilia. Rientrato a Treviso, fu fatto prigioniero dai tedeschi e trasferito in Germania e internato come lavoratore coatto. Al termine della guerra fu rimpatriato e rientrò a casa il 18 luglio 1945. Nell’anno successivo aprì una sua ditta di lavorazione metalli per l’arredamento. Nel 1949 si sposò con Giulia Lentini
e nel 1951 nacque il figlio Pierangelo, con cui portò avanti l’attività lavorativa fino alla morte, avvenuta il 17 marzo 1982 all’età di 62 anni.

Esterino Madaschi di Cavenago

Medaglia d’onore alla memoria di Esterino Madaschi, ritirata dalla figlia Maria Vittoria. Il signor Esterino Madaschi nacque a Spinone dei Castelli, in provincia di Bergamo, il 2 aprile 1908. Fin da giovane lavorò stagionalmente in Svizzera, per poi trasferirsi in Germania, dove lavorò inizialmente come carpentiere e poi come operaio civile nella produzione di munizioni per armi. Dopo l’armistizio, fu catturato insieme a tanti altri italiani immigrati e, perso lo status di lavoratore civile, fu condotto in diversi lager come lavoratore prigioniero. Esterino Madaschi non ha mai parlato molto del periodo di prigionia. Tra i pochi episodi, raccontò che in un campo gli capitò di incontrare dei prigionieri ebrei, a cui porse alcune sigarette. Scoperto da un sorvegliante, venne duramente colpito col il calcio del fucile, e fu poi
costretto a dormire in piedi per diversi giorni e percosso quando mostrava segni di cedimento. In uno dei campi di reclusione conobbe Angela Strobbe, originaria della provincia di Vicenza, anche lei in Germania per lavoro e successivamente internata. Ritornati in Italia separatamente nel 1945, i due giovani si ritrovarono per poi sposarsi nel 1947. La coppia ebbe quattro figli. Esterino si spense a Cavenago di Brianza nel 1977, all’età di 69 anni.

Francesco Mango di Cesano Maderno

Medaglia d’onore alla memoria di Francesco Mango, ritirata dal nipote Antonio. Francesco Mango nacque a Colobraro, in provincia di Matera, il 24 dicembre 1901.
Di professione cantoniere, dopo una prima esperienza militare nel 1923, fu richiamato in servizio nel 1940 e arruolato con il grado di sergente. Catturato dai tedeschi il 9 settembre 1943 a Salona d’Isonzo, sul confine italo-jugoslavo, fu internato in diversi Stalag, fino a raggiungere un campo nel nord dell’attuale Repubblica Ceca,
dove fu impiegato nelle miniere di carbone. Ammalatosi gravemente, dapprima fu curato in alcune strutture per prigionieri, per poi essere rimpatriato nel 1944 e ricoverato nell’ospedale militare di Modena, dove rimase fino alla liberazione della città. Da lì partì il 9 maggio 1945 per fare ritorno a casa, dove poté riabbracciare la moglie e i figli, che lo davano per disperso. Il signor Francesco Mango non ha mai voluto parlare di quei tragici giorni. La famiglia custodisce però un suo scritto nel quale sono raccontate con parole drammatiche l’esperienza della prigionia e le emozioni del ritorno a casa: “La nostra sorte cominciò a scoccare quanto la morte con i nostri occhi cominciammo a vedere...” “quanto a casa stavo per arrivare tutti incontro a me vollero venire, uno per uno li volli baciare, il più piccolo non lo conoscevo, la mia consorte incontro mi volle venire, in mezzo alla strada mi volle abbracciare”.

Ambrogio Motta di Sovico

Medaglia d’onore alla memoria di Ambrogio Motta, ritirata dal nipote Stefano. Il signor Ambrogio Motta nacque a Sovico il 22 novembre del 1919. Nel 1939 ricevette la chiamata alle armi e fu arruolato nel 5° regimento artiglieria Belluno, di stanza a Pontebba, in provincia di Udine. Inviato inizialmente sul fronte meridionale francese, nel 1942 fu trasferito in Albania, a Scutari, dove si distinse tanto da essere insignito della Croce al valore militare. In seguito alla firma dell’armistizio, nel settembre 1943 fu catturato dai tedeschi e deportato in Germania come prigioniero, dove fu internato fino al 1945. Il signor Ambrogio Motta riuscì a fare ritorno in Italia, dove si sposò e costruì la propria famiglia. Si spense a Sovico il 3 giugno 1996, all’età di 76 anni.

Alfredo Riva di Triuggio

Medaglia d’onore alla memoria di Alfredo Riva, ritirata dalla figlia Domenichella. Il signor Alfredo Riva nacque a Triuggio il 6 agosto 1920, penultimo di 12 figli di una famiglia contadina. Soldato di leva nel 1939, nel 1940 entrò a far parte del 63imo Reggimento Fanteria. Nel 1941 da Bari fu trasferito in Albania per combattere nei Balcani, dove nel settembre del 1943 fu catturato dai tedeschi e internato in Jugoslavia. Sebbene in precarie condizioni di salute, nel settembre 1944 riuscì a fuggire dalla prigionia. Inizialmente fu ospitato e assistito da una famiglia greca nel Peloponneso. Una volta in condizione di riprendere il cammino, si unì ai Partigiani della Divisione Italia in Jugoslavia, con cui fu rimpatriato il 7 luglio 1945. Il signor Alfredo Riva scomparve per malattia il 1° aprile 1979, all’età di 59 anni.

Domenico Riva di Triuggio

Medaglia d’onore alla memoria di Domenico Riva, ritirata dalla nipote Rita. Il signor Domenico Riva nacque a Triuggio il 1° gennaio 1914. Insieme a 3 dei suoi 11 fratelli iniziò una produzione di sapone, avviando una ditta che è tuttora esistente. Sposatosi con Angelica nel dicembre 1940, fu subito richiamato alle armi e inviato in Albania per combatte nei Balcani. Nel settembre 1943 si trovava in Germania con il grado di Caporale Maggiore di Artiglieria. Dopo la firma dell’armistizio dell’8 settembre fu arrestato dai tedeschi e deportato nel campo di Siegelsbach, dove morì per fame il 7 marzo 1945, poco prima della fine della guerra.
La famiglia apprese la notizia da una lettera autografa del Cappellano Militare, che comunicò che Domenico Riva era seppellito nel cimitero civile cattolico di Siegelsbach.

Alberto Villa di Macherio

Medaglia d’onore alla memoria di Alberto Villa, ritirata dalla figlia Santina. Il signor Alberto Villa nacque a Macherio il 31 gennaio 1920. Soldato di fanteria, fu catturato dai tedeschi sul Monte Coppa nel 1943 e deportato nel campo di concentramento di Mauthausen con altri commilitoni. Lì strinse una solida amicizia con il soldato Ernesto, originario del paese vicino. Ciascuno mostrò all’altro le foto della propria famiglia, l’unico ricordo della vita a casa che erano riusciti a conservare. Guardando quelle foto il signor Alberto Villa si invaghì di Maria, sorella più giovane del compagno di prigionia. La speranza di poterla un giorno incontrare contribuì a tenerlo in vita nonostante le fatiche e le sofferenze. Alla fine della guerra entrambi gli amici riuscirono a fare ritorno a casa, e dopo qualche tempo Alberto si presentò a casa di Ernesto per conoscere Maria, che dopo qualche tempo sarebbe diventata sua moglie. Alle domande dei familiari sul periodo di prigionia, il signor Villa rispondeva sempre di aver visto troppe cose brutte che non voleva ricordare. Scomparve il 25 novembre 1983, all’età di 63 anni.

Rainaldo Spada di Aicurzio

Medaglia d’onore alla memoria di Rainaldo Spada, ritirata dalla figlia Patrizia. Il signor Rainaldo Spada nacque ad Aicurzio il 5 giugno 1923. Provvisoriamente congedato dall’Esercito nell’aprile 1942, all’inizio dell’anno successivo fu richiamato in servizio e destinato alla scuola di Applicazione di Cavalleria di Pinerolo.
Nei giorni successivi alla firma dell’armistizio dell’8 settembre fu fatto prigioniero dai tedeschi ed internato in Germania, dove fu trasferito in diversi lager. Riuscì a fare ritorno in Italia nel 1945, dove nell’anno successivo fu definitivamente congedato dall’Esercito.

Felice Trezzi di Bellusco

Medaglia d’onore alla memoria di Felice Trezzi, ritirata dalla figlia Piera Emilia. Il signor Felice Trezzi nacque a Milano il 3 aprile 1923. Partito per il fronte come artigliere all’età di 18 anni, dapprima assegnato a Napoli e poi inviato a combattere nei Balcani, il signor Felice Trezzi fu catturato dai tedeschi nel 1943, il giorno
successivo alla firma dell’armistizio, e successivamente internato in Jugoslavia, nei pressi della città di Zagabria, fino all’8 maggio 1945. Fu poi trattenuto dalle forze alleate fino al 24 luglio 1945. Fece ritorno a casa, a Bellusco, nell’estate del 1945, ma al momento del suo arrivo nessuno riuscì a riconoscerlo. Di quegli anni bui e drammatici parlò sempre con reticenza. Dai pochi racconti e da alcune lettere ritrovate i familiari hanno scoperto che con coraggio riuscì a salvare la vita di due suoi
compagni di prigionia. Scomparve a causa di una malattia nel 1987, all’età di 63 anni.

Luigi Uggeri

Medaglia d’onore alla memoria di Luigi Uggeri, ritirata dal nipote Andrea Inzoli. Il signor Luigi Uggeri nacque l’ 11 dicembre 1922 a Lodi. Imbarcato a Bari il 4 agosto 1942 per raggiungere la Grecia, lì combatté fino alla firma dell’armistizio dell’8 settembre 1943, dopo il quale fu fatto prigioniero dai tedeschi mentre si
trovava sull’isola di Cefalonia. Fu internato in un lager in Ucraina fino al giugno del 1944, quando il campo fu liberato dalle truppe russe, che lo trasferirono a Mosca dove rimase fino a fine guerra. Fece ritorno in Italia, nella sua Lodi, il 6 dicembre del 1945. I familiari raccontano che Luigi Uggeri abbia sempre tenuto in una scatola tutto ciò che aveva di quell’esperienza, come foto, documenti e libri. Ogni volta che sentiva qualcuno parlare di Cefalonia il suo sguardo diventava serio come se qualche ricordo assopito gli fosse tornato immediatamente alla memoria. È mancato il 18 gennaio 2002, all’età di 79 anni.

Angelo Vismara di Giussano

Medaglia d’onore alla memoria di Angelo Vismara, ritirata dalla nipote Carla Caglio. Il signor Angelo Giovanni Vismara nacque a Giussano il 15 agosto 1922.
Assolse il servizio militare di leva presso il Distretto Militare di Monza e il 23 maggio 1941 fu congedato. Richiamato alle armi nel 1942, partecipò alle operazioni di guerra sull’isola di Creta e fu poi dichiarato disperso l’8 settembre 1943. Da ricerche negli archivi vaticani è stato appreso che il signor Angelo Vismara fu fatto
prigioniero e deportato in Germania, da dove non riuscì a fare ritorno a casa. La sorella di Angelo, “Miglietta”, ha sempre tenuto vivo in famiglia il ricordo del fratello, permettendo così ai nipoti e pronipoti di onorarne la memoria. Di lui, gli stessi pronipoti conservano le lettere dal fronte indirizzate alla mamma Rosa, da cui emerge la semplicità di un giovane ragazzo e al contempo, un grande “senso del dovere”.

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