Minacce e aggressioni in carcere, il personale è al limite
Due agenti sono finiti in ospedale ieri, giovedì. Appello da parte del presidente regionale Uilpa Benemia per le condizioni del Sanquirico

L’ennesima aggressione in carcere a Monza ha riacceso l’allarme. Due agenti di Polizia penitenziaria sono stati barbaramente aggrediti giovedì pomeriggio da un detenuto psichiatrico.
Ancora aggressioni in carcere
L’uomo, recluso presso il reparto di osservazione psichiatrica, si è avventato sugli agenti di turno, ferendoli in modo serio tanto che entrambi hanno dovuto ricorrere alle cure del Pronto soccorso del nosocomio cittadino. Se a uno è andata meglio e ha avuto una prognosi di tre giorni, per l’altro si parla di riposo fino al 15 aprile.
A darne notizia è il delegato locale della Uil Pa Polizia Penitenziaria Dimitri Castrenze, che commenta così: «Questo è lo scenario che si vive quasi giornalmente nella Casa Circondariale di Monza! Come se già non bastasse, Monza deve anche gestire un reparto di osservazione psichiatrica, un grosso nervo scoperto, in quanto spesso, vista la natura degli i utenti si deve fare ricorso ai Tso, con gli inevitabili turni di piantonamento che assorbono tantissimo personale. Non è più tollerabile sentire parlare di aggressione agli appartenenti alla Polizia Penitenziaria da parte dei ristretti. Gli eventi critici sono quasi diventati all'ordine del giorno».
Turni massacranti per il personale
E al danno si aggiunge la beffa.
«Purtroppo in queste ultime settimane stiamo registrando diverse aggressioni ai danni del personale e come se non bastasse, per coprire chi è legittimamente a casa ferito per le aggressioni, gli altri agenti saranno costretti a dover rinunciare ad un riposo - ha confermato Domenico Benemia della Uilpa penitenziaria - Lo scenario che si vive giornalmente è quello gli agenti a cui si sommando a volte anche minacce, e comportamenti provocatori, diretti agli operatori di Polizia ma anche al personale civile che a vario titolo opera all’interno dell’istituto monzese». Benemia ha quindi ribadito l’impegno nel sollecitare la politica per provvedimenti non più rinviabili.
«Le cause sono abbastanza note - commenta ancora Benemia - Il sovraffollamento, la carenza atavica di personale (il dato nazionale si aggira intorno alle 18.000 unità mancanti) e nel mentre le attività interne si moltiplicano, gravando ancora una volta sempre sugli stessi poliziotti. Altro nodo i turni di servizio: è da tempo immemore che la Polizia Penitenziaria è costretta ad effettuare turni ben oltre le sei ore, nonostante il contratto firmato ne preveda settimanalmente solo 36 e tutto ciò ovviamente porta a una condizione di lavoro stressogena che, si ripercuote inevitabilmente sulle vita lavorativa e familiare».