Monza contro il caro affitti

Monza partecipa alle "tendate" di protesta al Politecnico

Tra gli studenti accampati contro il caro affitti ci sono anche brianzoli, tra cui il consigliere Francesco Racioppi. Arrivata la visita di solidarietà anche dell'assessora Bettin e del consigliere Lorenzo Spedo.

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Lottano i giovani, vivono, sono presenti, hanno ambizioni e sogni, non ci stanno a firmare la resa.

Da più di 10 giorni sul pratone antistante al Politecnico, in piazza Leonardo Da Vinci a Milano, resiste un accampamento di circa una ventina di tende, abitate da una trentina di studentesse e studenti delle università milanesi che protestano contro il caro affitti del capoluogo lombardo, giunto ormai a livelli esorbitanti, di circa 700 euro di media di canone mensile per una stanza.

Tra gli eroici giovani rimostranti che stanno resistendo a pioggia e intemperie ci sono anche diversi studenti monzesi e brianzoli, tra cui il consigliere comunale di LabMonza Francesco Racioppi, tornato quest'oggi nel luogo di protesta insieme all'assessora alla Cultura e all'Università di Monza Arianna Bettin e all'altro consigliere di LabMonza Lorenzo Spedo.

Il consigliere comunale Francesco Racioppi ha dormito in tenda

Una delle tende è stata pertanto abitata anche dal consigliere Racioppi, venuto in solidarietà dei suoi colleghi (anche lui infatti è studente al secondo anno di Scienze politiche in Statale) e per portare in auge la battaglia politica anche a Monza, i cui affitti, seppur non raggiungendo le vette di Milano, sono comunque molto onerosi.

"In tenda è stata un'esperienza faticosa - ha commentato il consigliere - svegliarsi la mattina dopo una notte passata all'aperto non è banale. È faticoso ma ne vale la pena. Tra noi studenti si è creato un forte spirito di solidarietà. C'è chi porta viveri, caffè, il gazebo stesso, chi ha costruito un tavolo artigianalmente e ce l'ha lasciato. Ne stiamo sentendo tanta di solidarietà - ha proseguito - la società reale è dalla parte di chi sta partecipando alla protesta."

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L'aspetto interessante è che le istanze per cui stanno lottando gli studenti a Milano, vogliano essere traslate dal gruppo di LabMonza anche al capoluogo brianzolo.

"Anche Monza, come Milano - ha continuato Racioppi - necessita di politiche abitative. Monza è più vicina a Milano di tanti paesi dell'hinterland milanese, è sicuramente una località valida per essere presa in considerazione come alloggio da studenti forestieri. Poi la città stessa è sede universitaria, dell'indirizzo di Medicina e chirurgia dell'Università Bicocca, per cui ha studenti che regolarmente studiano e vivono il suo territorio. Bisogna creare qualche agevolazione, soprattutto per le fasce più deboli. Il Comune da solo non può risolvere il problema, ma si può fare qualcosa."

LabMonza e l'assessora Bettin contro il caro affitti

Sono determinati gli esponenti di LabMonza e l'assessora all'Università Bettin ad attuare delle politiche abitative per gli studenti - e non solo - anche a Monza.

Il consigliere comunale Lorenzo Spedo - anche lui studente universitario al quinto anno magistrale in Scienze agrarie in Statale - ha riflettuto sul fatto che "il libero mercato immobiliare irregolato non sta dando buoni frutti, ci vuole un controllo del mercato, per cui le soluzioni non possono che essere il calmierare i prezzi e la creazione di studentati pubblici".

L'assessora Arianna Bettin ha dichiarato di avere proprio questo come "faro" del suo operato per l'Università, di avvertire il tema dell'aiuto ai giovani studenti, ed in generale ai giovani, come una priorità.

"Il caro affitti è una delle questioni che rende difficile essere giovani in questo Paese - ha detto l'assessora - Un Paese sempre meno accogliente delle giovani generazioni, che tende a colpevolizzarle, a sacrificarle. Il Comune di Monza - ha proseguito - si impegnerà nel senso di riuscire a realizzare degli studentati, per cui servirà la cooperazione tra enti interessati, pubblici e privati, che dovranno recuperare e gestire aree dismesse, che siano comunali, del demanio o private . Il Comune non può contare solo sulle proprie forze ma siamo un'Amministrazione sensibile al tema e ci stiamo lavorando."

Oltre che di canoni d'affitto insostenibili, i giovani presenti all'accampamento hanno interloquito di varie altre questioni che gli attanagliano, con una consapevolezza lucida, anche se un po' incupita. Hanno parlato di stipendi da fame, di lavori a tempo pieno a 500 euro al mese, di precariato, del sentirsi esclusi se non disprezzati per essere giovani. Le loro parole condensano rabbia, paura, ma anche speranza, forza e quello speciale entusiasmo del momento, che deriva dalla solidarietà reciproca. È difficile districarsi tra i loro diversi sentimenti, ma ciò che maggiormente emerge a stare lì con loro è la voglia di cambiamento. La sensazione, vedendo la loro stanchezza, il loro impegno, la gentilezza nonostante tutto nel modo di esprimersi, è che non si meritino di essere dimenticati.

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