Morì sul lavoro, la Corte d’Appello ribalta la sentenza: assolti due imprenditori
Accusati di omicidio colposo, in primo grado il Tribunale di Monza li aveva condannati a due anni e mezzo di reclusione

Una morte, quella di Giovanni Spagnoli, 51enne operaio di Limbiate, che «neanche la presenza di un operatore a terra avrebbe evitato».
Morì sul lavoro, la Corte d’Appello ribalta la sentenza: assolti due imprenditori
Lo dicono i giudici di Corte di Appello di Milano (quinta sezione penale), che per la vicenda ha assolto i due imprenditori Oliviero Banfi ed Enrico Moscatelli, 67 e 82 anni, rispettivamente titolari delle società Banfi e Meca, accusti e condannati in primo grado per il tragico infortunio sul lavoro, avvenuto il 6 luglio del 2018 in una ditta di Cesano Maderno che produce imballaggi di carta e cartone, la «MD Foils».

Una sentenza che ribalta dunque quella del Tribunale di Monza, che aveva stabilito la condanna a due anni e mezzo di reclusione per gli imputati, con il pagamento di 40mila euro di multa per le aziende. Il reato contestato era quello di omicidio colposo. L’operaio era morto per asfissia toracica dopo essere rimasto schiacciato tra la grata della finestra dell’edificio e il cestello della piattaforma aerea che lui stava manovrando e che si è ribaltato. L’intervento riguardava la riparazione della copertura del capannone, che il maltempo dei giorni precedenti aveva danneggiato.
L’accusa sosteneva che la colpa dell’infortunio mortale fosse da addebitare all’assenza di un uomo a terra che avrebbe potuto premere il pulsante rosso e bloccare la piattaforma. Ma i giudici della quinta sezione della Corte di Appello hanno sconfessato questa tesi. Nemmeno quel gesto infatti avrebbe potuto evitare l’esito drammatico. L’operatore a terra, in un arco temporale tra i 7 e i 9 secondi – riportano i magistrati nelle motivazioni del provvedimento - avrebbe dovuto accorgersi di un movimento anomalo della piattaforma, che si stava inclinando di 90 gradi, recuperare la chiave, aprire lo sportello dove si trovano i comandi di emergenza e azionare il pulsante per bloccarne il movimento».
La vittima viene definita «un lavoratore esperto nell’uso di piattaforme elevabili». Questo, «nel momento in cui la piattaforma ha iniziato l’inclinazione" muovendo una leva apposita nel carrello, «non ha segnalato alcuna situazione anomala né ha successivamente formulato alcuna richiesta di aiuto».
E l’azionamento del comando di emergenza da parte dell’operatore a terra «poiché può essere fonte di danni, siccome blocca all’istante la piattaforma, avviene di regola a seguito della richiesta di aiuto da parte dell’operatore presente sulla piattaforma o se l’operatore a terra percepisca la sussistenza di una situazione di pericolo».