Lissone-Vedano

Morì un anno fa sul posto di lavoro. Amici e famiglia aspettano giustizia

A 12 mesi dalla scomparsa di Simone Regazzoni: «La sicurezza nelle aziende è importante»

Morì un anno fa sul posto di lavoro. Amici e famiglia aspettano giustizia
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Aspettano ancora che sia fatta giustizia la famiglia e gli amici del vedanese Simone Regazzoni, il 37enne che il 2 dicembre di un anno fa perse la vita in un tragico incidente sul lavoro nella Bresciana.

Morì un anno fa sul posto di lavoro. Amici e famiglia di  Simone Regazzoni aspettano giustizia

L’uomo, cresciuto tra Monza e Lissone e che da poco aveva comprato casa a Vedano, era stato travolto da un carrello elevatore in manovra mentre si trovava nello stabilimento di Sabbio Chiese dove lavorava come geometra e responsabile. Dopo una dura lotta purtroppo il brianzolo non ce l’aveva fatta ed era spirato agli Spedali civili di Brescia.

Ora mamma Caterina e papà Luigi, insieme alla schiera di amici che li supportano e stanno loro vicini, in attesa che la magistratura faccia il suo corso hanno voluto ricordare l’importanza del rispetto delle norme di sicurezza sui luoghi di lavoro.

"Non si può morire così"

«Non si può morire così. Un anno fa, tra l’altro proprio nel giorno del suo compleanno, il nostro Simone ha perso la vita proprio mentre si trovava a lavorare, quel lavoro che lui amava - ha ricordato un amico a nome dei genitori e della sua compagnia di amici - Ad oggi sono ancora in corso le indagini per capire quello che è successo quel tragico mercoledì».

Sicurezza sul lavoro, una priorità

Una vicenda che ha acceso i riflettori sul fenomeno, purtroppo all’ordine del giorno, delle morti bianche.
«A distanza di un anno, e in attesa che giustizia sia fatta, vogliamo ricordare sia ai titolari delle aziende che ai dipendenti che la sicurezza non deve essere un “di più” o intesa come un impiccio o una seccatura - ha sottolineato - I temi della sicurezza sui luoghi di lavoro devono essere, invece, le priorità per tutte le aziende e non solo di cantieri o lavoratori manuali. Lo stesso discorso vale anche per tutti i lavoratori che operano seduti a una scrivania, al pc o in un ufficio».

Tanta burocrazia

Il vero nodo, e la famiglia Regazzoni e gli amici di Simone hanno tenuto a sottolinearlo, è legato alla tanta (forse troppa) burocrazia nel settore.
«Non bisogna mai sottovalutare le prescrizioni per la sicurezza sui luoghi di lavoro. La troppa burocrazia, spesso, allontana aziende e operai dal rispetto delle norme anche più semplici - ha precisato l’amico di Simone che ha parlato a nome di tutta la sua grande famiglia - Carte e scartoffie, purtroppo, non agevolano il rispetto delle regole basilari per lavorare in un ambiente sicuro. E non dimentichiamo che queste regole non valgono solo per i titolari, ma anche per gli operai stessi che sono i primi a rimetterci in caso di incidenti».

Una messa in suo ricordo

La scorsa settimana nel Santuario del Carmelo di viale Cesare Battisti a Monza è stata celebrata una messa in suffragio di Simone.
«Ora saremo noi amici a stare per sempre accanto a mamma Caterina e papà Luigi» ha concluso.

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