Quell’attimo che stravolge le vite: di chi, purtroppo, se ne va tragicamente; ma anche di chi resta, condannato ad un’esistenza segnata dal lutto e dal vuoto incolmabile.
Forze dell’ordine e soccorritori con gli studenti dell’Einstein di Vimercate
Si è lavorato anche e soprattutto sulle emozioni, quelle forti e dure, che fanno scorrere le lacrime, questa mattina, venerdì 28 novembre, in occasione di un evento sul tema della sicurezza stradale e delle attività di prevenzione, organizzato a Vimercate da Polizia di Stato di Monza e Polizia stradale di Arcore, con la collaborazione di Avps e Vigili del fuoco di Vimercate, la partecipazione di centinaia di studenti dell’istituto superiore “Einstein” e le testimonianze di alcuni famigliari che negli incidenti stradali hanno perso figli, moglie e altri cari. Il tutto a pochi giorni dalla Giornata mondiale in memoria delle vittime della strada.
Video di forte impatto e testimonianze dirette
Una mattinata a forte impatto, emotivo, come detto, che si è tenuta nell’auditorium del centro scolastico Omnicomprensivo. Sugli schermi video crudi, diretti, con immagini vere tratte da incidenti stradali con esiti fatali.
Nel 2024 in Italia 3.200 morti sulle strade, 700 under 24
“In Italia i morti sulle strade nel 2024 sono stati 3.200 – hanno ricordato gli agenti della Polizia che hanno guidato l’incontro – Di questi 700 erano giovani tra i 17 e i 24 anni. E’ come se ogni anno un istituto scolastico come il vostro venisse cancellato. L’obbiettivo delle istituzioni è ridurre a zero gli esiti mortali degli incidenti stradali nel 2030. Capirete come ci sia ancora tanto lavoro da fare”.
Il rispetto delle regole
Un lavoro che passa anche e soprattutto dalla sensibilizzazione dei più giovani al rispetto delle regole. A cominciare da quelle del Codice della strada.
La velocità prima causa di morte sulle strade
“L’esito mortale nella stragrande maggioranza degli incidenti è dovuto all’elevata velocità – hanno ricordato gli uomini della Stradale – E poi c’è la guida in stato d’ebbrezza, sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. La sottovalutazione di alcune condizioni, come ad esempio i colpi di sonno”.
La disperazione di parenti e soccorritori
Una serie di “pugni allo stomaco” quelli che i relatori hanno idealmente sferrato agli studenti, mostrando anche testimonianze di parenti (tra queste anche della conduttrice Andrea Delogu che solo poche settimane fa ha perso in un incidente stradale il fratello Evan, di soli 18 anni). E ancora, la disperazione di genitori, il dramma degli agenti che devono suonare alle porte delle case per comunicare la morte di un parente.
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La prevenzione
Senza dimenticare la fondamentale azione di della prevenzione. Ed ecco quindi le spiegazioni su dispositivi di sicurezza e sulle buone pratiche al volante o in sella ad una moto. E, ancora, le esercitazioni pratiche che, dopo tante lacrime hanno strappato anche qualche sorriso e applauso, per imparare a comportarsi, per capire cosa accade se ci si mette alla guida sotto l’effetto di alcol e droghe.
Tre testimonianze scioccanti
Durante la mattinata studentesse e studenti hanno ascoltato, tra le lacrime, anche le testimonianze di due madri che piangono da anni i loro figli, strappati alla vita giovanissimi per colpa di altri; e quella di un marito che vive nel rimorso e nel dolore per quella giovane moglie che non c’è più.
La storia di Diego, morto dopo 4 anni di calvario
C’è la storia di Diego Scaccabarozzi, di Monticello Brianza, morto nel 2022 a soli 22 anni, dopo 4 anni di calvario a seguito di un incidente avvenuto nel 2018 A raccontarla mamma Anna, che fa parte dell’Associazione famigliari vittime della strada.

“Diego non aveva colpe, viaggiava su un’auto guidata da un altro ragazzo – ha raccontato la mamma – Dopo l’incidente ha fatto mesi di ospedale e riabilitazione. Ha trascorso anni in uno stato vegetativo fino alla morte, il 15 gennaio del 2022”.
Raffaella e quel colpo di sonno fatale
E poi c’è Raffaella Bassan, di Carugate, insegnante a Caponago, morta 10 anni fa sull’auto guidata dal marito, Roberto Frigerio. Accanto a lei, all’epoca 41enne, il figlio di un anno, che si salvò.

“A causare l’incidente è stato un mio colpo di sonno – ha raccontato Roberto, anche lui legato all’Associazione famigliari vittime della strada – Da allora vado avanti per mio figlio e ho deciso di mettere il nostro grande dolore a disposizione, per essere d’aiuto, raccontando questa storia soprattutto ai giovani nella speranza che possa mettervi in guardia”.
Matteo e mamma Croce: “Nessuno dovrebbe provare mai un dolore simile”
Infine, Croce Castiglia, di Vimercate, e il suo Matteo La Nasa, investito nel luglio di 2010, pochi giorni dopo aver conseguito il diploma, mentre era seduto ai tavolini di un bar, da un’auto guidata da un giovane che stava facendo una gara. Anche per lui un anno e mezzo di stato vegetativo e poi la morte. Da allora è nata l’Associazione Matteo La Nasa, che si occupa di prevenzione sulle strade.

“Perché non voglio – ha concluso mamma Croce rivolgendosi agli studenti – che nessuno di voi possa mai provare questo dolore”.