Natale difficile in carcere, due visite a sorpresa
Mentre Carcere Aperto e il Cappellano Vimercati offrono supporto, i politici di Sinistra non dimenticano il Sanquirico durante le festività
In carcere le festività sono più difficili. Parola di Ilaria Salis, l'europarlamentare monzese che nel 2023 trascorse dietro le sbarre a Budapest anche il Natale e che quest'anno il 25 dicembre 2024 ha voluto far visita ai detenuti di Monza. Come lei, questa mattina, venerdì 27 dicembre 2024, anche una delegazione di 40 persone, la più grande di sempre, ha fatto tappa al Sanquirico. Con "Nessuno Tocchi Caino", molti esponenti del Partito Democratico (tra cui l'ex parlamentare vimercatese Roberto Rampi), Più Europa e molti consiglieri comunali anche di liste civiche.
La visita in carcere
La delegazione di "Nessuno Tocchi Caino" ha fatto tappa al carcere monzese, per manifestare vicinanza a questa realtà (411 posti, ma i detenuti sono 720). Un impegno che questo pomeriggio si concluderà con l'evento delle 16 "Verso la fine della pena", un incontro organizzato dall'associazione per ribadire la contrarietà alla pena di morte, all'Associazione Minerva in via Santa Marta a Concorezzo.
Un evento a cui interverranno diversi politici del territorio, tra cui coloro che hanno fatto tappa al Sanquirico stamattina, come Rampi, la consigliera del Pd di Monza Sarah Brizzolara e il segretario provinciale del Pd Lorenzo Sala.
Ilaria Salis, invece, nel fare una visita a sorpresa, ha ribadito il dramma dei suicidi in carcere e il problema del sovraffollamento del Sanquirico dove le celle hanno brande che vengono poi piegate e spostate durante il giorno.
"Il 2024 è stato un anno terribile per le carceri italiane - ha detto - Il numero dei suicidi ha raggiunto le cifre più elevate e i detenuti sono costretti in condizioni indegne di un paese civile".
Un periodo difficile in carcere
I detenuti arrivano a dire: “Quando passa questo Natale?”. Questo ci fa capire come la festa sia vissuta duramente in carcere. Se l’estate è dura da vivere, per il caldo, Natale per loro lo è ancor di più. Mancano i coniugi, i figli, i parenti, gli amici. Eppure ha parlato di speranza,
Don Tiziano Vimercati, cappellano del carcere di Monza dal 2023 dopo molti anni di volontariato dietro le sbarre, durante le messe di Natale.
«Ai detenuti ho detto che bisogna riscoprire la speranza, che c’è qualcosa oltre, anche oltre le sbarre. Per chi ci crede. Ma ci sono anche persone non credenti che vengono a messa. A Natale, anche se per ragioni logistiche non tutti i detenuti possono assistere alla messa, c’è sempre il pienone, c’è aggregazione».
Don Tiziano entra in carcere tutti i giorni, ma a Natale la sua visita è speciale: «Entro in tutte le celle, nessuna esclusa, anche quelle dove ci sono musulmani, che sono la metà della popolazione carceraria. Porto a ognuno il messaggio dell’arcivescovo, che viene sempre apprezzato. Anche se poi qualcuno mi chiede cosa sia l’arcivescovo...».
«Comunque entrare in ogni cella a Natale è ormai una tradizione, molto attesa. E’ un occasione per incontrare, stare lì a chiacchierare, dialogare. Penso che sia utile e che faccia piacere».
La donazione dei panettoni
La durezza del Natale dietro le sbarre è confermata da Stefano Del Corno, presidente dell’associazione Carcere Aperto, che da trent’anni (da quando fu costruita la struttura in via Sanquirico) lavora in carcere portando assistenza. «I detenuti magari non te lo dicono apertamente, ma glielo si legge negli occhi che questi sono giorni difficili per loro. La fatica del carcere deve essere positiva, deve aiutare a pensare. Per questo chi è in cella sente molto l’importanza di essere aiutato. Se finisci in carcere non puoi contare su grandi aiuti. Per questo i volontari sono importanti».
La settimana scorsa Carcere Aperto ha distribuito a operatori della Polizia penitenziaria e ai carcerati i mille panettoni che ogni anno un cittadino fa avere in via Sanquirico. Nelle settimane scorse si sono avvicendate in carcere diverse corali.
Le attività principali di Carcere Aperto (una settantina di volontari) sono le visite ai detenuti, un servizio di vestiario raccolto sul territorio, collaborazione con le attività presenti in carcere, accompagnamento a colloqui anche esterni, piccoli servizi. Tra le attività di autofinanziamento, la vendita di parmigiano reggiano prodotto da una cooperativa dove è impiegato un ex detenuto.