Sanità

Negli ospedali brianzoli manca personale, servizi a rischio?

L’allarme della Cgil Mb: potrebbero chiudere o ridurre i servizi ospedalieri

Negli ospedali brianzoli manca personale, servizi a rischio?
Pubblicato:

C’è il rischio concreto, a Monza e in Brianza, di dover chiudere o ridurre servizi ospedalieri se il personale mancante non sarà rimpiazzato.

Personale mancante negli ospedali

L’allarme lo lancia Susanna Cellari della Funzione Pubblica della Cgil Monza Brianza: «La carenza di personale impatta sulla qualità del servizio. Se medici e infermieri non riescono a fare recuperi o ferie e devono fare continui straordinari, la fatica si fa sentire,  l’attenzione può calare, l’errore è dietro l’angolo».
Durante la pandemia le aziende sanitarie hanno fatto assunzioni a termine, poi non rinnovate. «A fine 2023 la Regione ha imposto alle Asst di reinternalizzare i servizi sanitari “core” (servizi centrali sanitari), in sostanza di non rinnovare i cosiddetti gettonisti, presi per fronteggiare le emergenze. Il che andrebbe bene, vorrebbe dire assumere regolarmente del personale, se le assunzioni poi avvenissero in tempi rapidi e certi».
Il che non sempre avviene: «I tempi dei bandi sono sempre lunghi. Se l’Asst non riesce a riportare il personale a livelli standard, si rischia di chiudere dei servizi. Secondo nostre stime, basate sulla necessità di coprire le esigenze di organico e lavorare bene, assicurando assistenza senza rischi, nelle strutture dell’Asst Brianza (ospedali, ambulatori ecc) mancano almeno 50 medici specialisti, 190 infermieri (di cui circa 130 per attivare completamente l’assistenza territoriale) e 70 Oss (operatori sociosanitari)».

I servizi più a rischio

Tra i servizi più a rischio ci sarebbero il Pronto soccorso di Carate, quello di Desio, i turni di pronto soccorso pediatrico in vari presidi, i servizi di psichiatria: «Secondo dati ufficiali dell’Asst Brianza mancano in generale medici di guardia per i Pronto soccorso, anestesisti e rianimatori (il che si ripercuote sugli interventi chirurgici), pediatri e psichiatri (già carenti in generale sul territorio). In particolare mancano un medico al Pronto soccorso di Desio (sembra poco: ma è 1 su 5, cioè il 20%), ben 9 al Pronto soccorso di Carate Brianza (perché erano tutti gettonisti), 2 in Pediatria a Carate, 1 in Pediatria a Vimercate. In Psichiatria a Vimercate mancano 14 medici di guardia».
Poi c’è il personale non medico: «Sempre secondo dati ufficiali Asst Brianza, ad esempio al Cal di Agrate Brianza vanno reinternalizzati 9 operatori per le dialisi, il cui appalto attuale scade a a fine maggio. E poi gli infermieri in carcere, a Monza: ne mancano 14».
Non andrebbe meglio all’Irccs San Gerardo, fiore all’occhiello della sanità regionale: «Secondo nostre stime, fatte a inizio di quest’anno, qui mancherebbero 150 infermieri, 60 operatori sociosanitari e 35 medici in varie specialità. Il San Gerardo non ha servizi core, ha solo due servizi psichiatrici in appalto esterno e questi servizi non rientrano tra quelli core. Non hanno quindi obbligo di internalizzarli: questi due appalti scadono nel 2029».

C'è chi scappa in Svizzera...

«Proprio in questo periodo -sottolinea Vincenza Manco della Funzione Pubblica della Cisl Monza Brianza Lecco- tocchiamo con mano quanto sia grave la carenza di medici e infermieri negli ospedali. In tutti i presidi si stanno predisponendo i piani per le ferie, per assicurare a tutti le tre settimane di ferie spettanti. Si tratta di mettere mano ad accorpamenti, organizzare il lavoro, ridurre i posti letto disponibili. Come succede ogni anno, peraltro, però più si va avanti più diventa difficile».
«Il grande problema in Brianza -prosegue- è che, data la carenza di personale, ognuno ha la possibilità, del tutto legittima s’intende, di scegliere dove andare a lavorare. Questo crea difficoltà a reclutare e a fidelizzare il personale.

Non c’è più, in molti casi, l’orgoglio di far parte di quel tale ospedale o di quel settore specifico. Il turn over è molto alto, sia nel caso degli infermieri che del personale di supporto (operatori sociosanitari). Se si presenta un’occasione migliore, uno va. A maggior ragione se si ricevono offerte dall’estero: la Svizzera attira i nostri infermieri, che sono stati formati qui a spese del contribuente italiano. Non c’è più senso di appartenenza all’ente, una cosa che non si verificava da anni».

Mancano anche dirigenti medici

Lo stesso vale per i dirigenti medici: «Mancano molte figure in Asst Brianza. Gli endoscopisti e gli oculisti sono pochi, ad esempio. Si fa fatica a garantire i servizi. A Desio le visite oculistiche sono bloccate: si fanno solo controlli a pazienti già noti. Ci sono solo 3 oculisti di cui uno a breve andrà in pensione».
Una situazione, conclude Manco, «a macchia di leopardo: in certi presidi ci sono maggiori difficoltà, in altri meno. Quel che è certo è che c’è un monteore di straordinari esagerato per supplire alle carenze di organico. Basti pensare che ci sono casi di ferie bloccate in periodo Covid e tuttora non smaltite. Succede anche che in molti presidi o servizi chi va pensione continui ad operare come volontario».

Seguici sui nostri canali
Necrologie