Nella tesina la storia della sorella Marta e dell’associazione che porta il suo nome
Il coraggio di Niccolò Roncoroni che per l’esame di terza media ha realizzato un elaborato davvero speciale

A un anno e mezzo dalla perdita più grande che una famiglia possa subire, Niccolò Roncoroni ha voluto dedicare la tesina di terza media - ripercorrendone la storia - alla sorella Marta, scomparsa a soli 15 anni nel dicembre del 2023 a causa di un tumore che nessuno poteva immaginare che avesse.
Nella tesina la storia della sorella Marta e dell’associazione che porta il suo nome
Un lutto terribile, che ha scosso l’intera città di Monza, ma dal quale la sua famiglia, la mamma Sara Tassetto, il papà Giovanni Roncoroni e lo tesso fratellino Niccolò, hanno voluto trarre tutto il bene possibile, creando un’associazione che porta il nome di Marta e che ha come obiettivo quello di supportare i pazienti con danni neurologici acuti, i loro famigliari e i medici e gli infermieri del reparto. E lo spunto per la tesina è arrivato proprio dall’associazione e dalle sue finalità.
Venerdì, il 20 giugno, Niccolò ha sostenuto il suo esame alla scuola media Zucchi, col cuore carico di emozioni e col supporto, non solo della mamma e del papà, ma anche degli amici del Sanfru Basket che, di loro iniziativa, si sono presentati tutti con la maglia dell’associazione.
«L’indicazione della scuola era quella di partire da un argomento di educazione civica che coinvolgesse di persona lo studente - ha ricostruito la mamma Sara Tassetto - E Niccolò, un giorno, tornando a casa, mi ha confidato che avrebbe voluto portare la storia di Marta e dell’associazione nata per ricordarla. Non nascondo che i timori c’erano. Avevo paura che fosse troppo parlare a 13 anni di lei, al suo primo esame di Stato, davanti a tanti adulti».
Invece, «Niccolò ce l’ha fatta ed è stata un’emozione enorme».
Una tesina, oltre che complicata a livello emotivo, estremamente complessa anche dal punto di vista argomentativo: si doveva infatti collegare lo stesso argomento, declinandolo nelle diverse materie. E Niccolò è riuscito nell’intento. A partire appunto dall’Educazione civica (con la nascita dell’associazione voluta dai genitori «per trasformare il nostro dolore facendo del bene»), passando per Tecnologia (dove Niccolò, partendo dalle 20 Tac cui fu sottoposta Marta nei 40 giorni trascorsi al San Gerardo, ne ha spiegato i dettagli tecnici) passando per Scienze (argomento, il sangue, con le 5 trasfusioni che furono fatte alla 15enne e con il concetto dell’importanza di donare e in tal proposito parte del ricavato della festa dell’Avis che si terrà ai Boschetti Reali nel fine settimana andrà proprio all’associazione Marta Roncoroni) - fino all’Inglese (dove Niccolò ha portato, parlando in lingua, l’esempio delle terapie intensive inglesi, in cui si usa appoggiare sopra al letto una foto del paziente quando stava bene), e all’Arte con la Pietà di Michelangelo, «perché se è vero che nelle lingue europee non c’è alcuna parola che designi il dolore per la perdita di un figlio, è vero che l’arte ha sempre affrontato questo tema», ha spiegato Tassetto.

L'intervista ai medici
In ultimo, in Auditorium, è stata proiettata la video intervista che lo stesso Niccolò ha realizzato parlando con i medici e gli infermieri della Terapia Intensiva Neurochirurgica del San Gerardo. Gli stessi che si erano presi cura di Marta, facendo di tutto per salvarla e non lasciano mai sola la famiglia.
«Ciò che mi auguro - ha proseguito Tassetto - E’ che gli insegnanti abbiano percepito sulla loro pelle cosa abbia significato per lui, a soli 13 anni, riuscire a parlare di lei, con gli amici più cari alle spalle. Chissà se chi era ad ascoltare Niccolò ha immaginato fino in fondo cosa sia stato per lui tornare nel reparto di terapia intensiva per intervistare i medici e gli infermieri di Marta, dopo che l’ultima volta che ci aveva messo piede era la sera che l’aveva vista morta. Chissà se, da educatori, sono riusciti a percepire la fatica a casa a ripetere, crollare pensandola e rialzarsi».
E conclude, rivolgendosi direttamente a quel figlio che sta crescendo e che ora è pronto per il grande salto alle superiori:
«Hai fatto una cosa potente Niccolò e io e papà siamo fieri di te. Questi ultimi due anni di medie sono stati faticosi per diversi motivi, ma hai trovato il modo di concluderli vincendo il silenzio, la burocrazia e le fatiche di qualche adulto. Ci vuole coraggio a mettersi in prima linea e a sfoderare parole parlando del dolore più grande che la vita potesse riservarti. Hai mostrato a te stesso e pubblicamente l’adulto che vorrai diventare».