Sentenza del Tar

Niente limiti orari alla sala giochi, bocciato dal Tar il regolamento del Comune

A Trezzo sull'Adda pioggia gelata sul sindaco Silvana Centurelli: l'atto con cui obbligava i locali a chiudere entro le 19 è risultato illegittimo per eccesso di potere.

Niente limiti orari alla sala giochi, bocciato dal Tar il regolamento del Comune
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Tenevano la sala giochi aperta fino alle 2 di notte, nonostante il Comune imponesse la chiusura alle 19. Così, gli agenti della Polizia Locale, l'11 agosto 2022, erano intervenuti per multare il gestore. Peccato che il Tribunale amministrativo regionale della Lombardia oggi, 5 ottobre 2022, dia ragione proprio agli esercenti: il provvedimento «si appalesa viziato da eccesso di potere e deve pertanto essere annullato».

Il Tar dà ragione alla sala slot

Tar Lombardia dice no ai limiti orari per le sale giochi di Trezzo sull'Adda. Il tribunale amministrativo di Milano ha accolto oggi il ricorso presentato della sala slot e videolottery Real Games, rappresentata dall'avvocato Cino Benelli, contro la norma contenuta nell'ordinanza sindacale dello scorso febbraio, che finora ha sempre previsto lo stop di questi esercizi dalle 19 all'1.

I giudici ricordano che il potere dei sindaci di regolamentare gli orari di apertura delle sale gioco «deve essere esercitato ponderando, in termini ragionevoli e proporzionali, i contrapposti interessi che vengono in rilievo nella fattispecie», in questo caso quelli degli operatori e quelli volti alla tutela dei soggetti a rischio di ludopatia. «L’evidente prevalenza delle esigenze del secondo tipo su quelle imprenditoriali ed economiche - prosegue il Tar - non può tuttavia risolversi nell’adozione di atti amministrativi che, in aperta contraddizione con il fondamentale principio di proporzionalità, comprimano la sfera giuridica degli operatori economici (peraltro titolari di specifiche autorizzazioni) in misura eccessiva rispetto all’obiettivo da raggiungere».

Di conseguenza, la determinazione dei limiti orari «non può mai prescindere da un’accurata indagine sull’effettiva sussistenza dell’interesse contrapposto a quello dei titolari delle autorizzazioni». In questo caso, però, la sindaca Silvana Centurelli «ometteva ogni tipo di indagine e di attività istruttoria diretta alla ricostruzione della situazione di fatto afferente ai rischi derivanti dal funzionamento delle sale gioco nel proprio Comune». Prima della firma al provvedimento «non vi sono stati confronti con gli operatori del settore; non si è ricostruita la specifica realtà del territorio comunale con riferimento alla diffusione del gioco d’azzardo lecito, e delle patologie che lo stesso può causare; non sono stati coinvolti altri uffici comunali», né risultano «essere stati posti in essere approfondimenti sull’incidenza della ludopatia a Trezzo sull’Adda». Di conseguenza l’atto impugnato risulta «illegittimo».

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