Albiate

Niente risarcimenti dopo il nubifragio: "E’ inaccettabile..."

La delusione dei residenti di Agliate danneggiati dal maltempo dello scorso luglio 2020.

Niente risarcimenti dopo il nubifragio: "E’ inaccettabile..."
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Sono state nuovamente respinte le richieste di risarcimento avanzate dalle famiglie di Agliate danneggiate dal maltempo che l’11 luglio dello scorso anno colpì pesantemente la frazione ricoprendo di fango e sassi abitazioni, scantinati e locali di attività in prossimità del ponte.

Niente risarcimenti dopo il nubifragio

La compagnia assicurativa del Comune ha rigettato per la seconda volta le istanze delle famiglie confermando, come nella comunicazione di inizio febbraio, l’"eccezionale intensità dell’evento atmosferico"; un "fatto", dunque, "imprevedibile e improvviso" tale da non potere imputare "negligenze all’Ente assicurato".

La delusione dei residenti

I residenti, che a metà marzo avevano incontrato il sindaco per sperare in una risoluzione positiva della vicenda ottenendo la disponibilità alla riapertura delle pratiche, però, non ci stanno: "E’ una conclusione inaccettabile", sfogano tutta la loro delusione in una lettera alla redazione.

"La comunicazione è approssimativa, non spiega niente a nostro avviso - scrivono - Troppo semplice scaricare la responsabilità sull’ente che gestisce la rete idrica. Una cosa è certa: quei danni sono stati provocati dalla tracimazione di fango e sassi dai lavori di disboscamento nel parco Fontanelle che, in ogni caso, avrebbe provocato il disastro indipendentemente dalla tenuta della rete fognaria. Il perito del Comune non ha considerato la causa e l’effetto del danno subito ad Agliate".

La sentenza della Cassazione

Una considerazione, a loro dire, dunque, "grossolana e superficiale" anche alla luce, sostengono i residenti, di una sentenza della Cassazione (la 5267 del 1991, ndr) per la quale "il carattere eccezionale di un fenomeno come la pioggia torrenziale non è sufficiente a configurare il “caso fortuito”, imprevedibile in quanto non esclude la prevedibilità in base alla comune esperienza".
"Il fenomeno naturale non è prevedibile - aggiungono - ma lo era la causa che ha provocato i danni: dopo il taglio delle piante alle Fontanelle si erano già verificati casi di cedimento del terreno prima di quell’episodio grave con sversamento di fango e sassi verso il ponte e con interventi del Comune come testimoniano foto e immagini. Nonostante questo il problema è stato sottovalutato, altrimenti i successivi lavori effettuati per il contenimento sarebbero stati anticipati...".
"Secondo la Cassazione, anche se la pioggia è di intensità eccezionale da far ritenere l’evento atmosferico assolutamente imprevedibile e straordinario, il Comune è tenuto a risarcire immobili allagati e auto danneggiate se non ha prestato la dovuta manutenzione agli impianti necessari ad evitare l’allagamento delle strade e, quindi, il danneggiamento di cose o persone nei dintorni. Non aver previsto le conseguenze dei tagli effettuati alle Fontanelle, nonostante le segnalazioni, l’aver solo dopo costruito gabbie di contenimento e aver posto dei grandi massi nel canale o l’aver provveduto a ripristinare il selciato di via Cavour, dopo anni dì segnalazioni, non è motivo di negligenza? L’impresa che ha eseguito il taglio nel parco non ha valutato le conseguenze. E il direttore dei lavori?", chiedono i firmatari della lettera che si rifanno anche al Codice civile.

"Viene specificato all’articolo 2051 che “ciascuno è responsabile del danno cagionato dalle cose che ha in custodia, salvo che provi il caso fortuito". Tuttavia se il Comune dimostra che il danno è venuto in essere da un fatto impossibile da evitare (come una calamità naturale) o di eccezionale gravità, il privato perde il diritto al risarcimento danni a meno che non venga dimostrata la mancata manutenzione o cattiva manutenzione. In questo caso il Comune, a nostro avviso, è corresponsabile per aver aggravato il danno con la condotta negligente", puntualizzano.

"I danni hanno un'origine ben precisa"

"Per quanto accaduto ad Agliate - spiegano - i danni hanno un'origine ben precisa come sanno tutti. L’Amministrazione comunale prima ha promesso un risarcimento invitandoci a fornire la documentazione, poi i danni non potevano essere liquidati a causa della franchigia, poi perché anche le assicurazioni degli altri comuni non riconoscevano i danni trattandosi di calamità naturali e imprevedibili... L’agenzia assicurativa del Comune è veramente al corrente delle dinamiche dei fatti? Il Comune si è assunto nei confronti dell’assicurazione una qualche forma di responsabilità per non aver messo in sicurezza e fatto la necessaria e giusta manutenzione per i danni riportati? E il perito? Come è arrivato a questa conclusione grossolana? Come ha indagato? Come sono stati definiti i criteri per stabilire le responsabilità? Che tipo di valutazione ha usato? E in futuro se si ripeteranno questi eventi? A chi dovremo rivolgerci? Non accettiamo insomma questa conclusione. Quando qualcuno si assumerà qualche responsabilità - concludono i residenti - sarà sempre troppo tardi...".

La risposta del sindaco

Il sindaco Luca Veggian dal canto suo ha espresso via mail "la disponibilità e l’impegno alla riapertura della pratica" oltre che a incontrare nuovamente i residenti, confermando però "il nuovo respingimento" delle istanze da parte della compagnia assicurativa del Comune.

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