Il presidio

Non c'è accordo sul rinnovo del contratto: i lavoratori delle farmacie municipalizzate in sciopero

Mariacristina Beghin: "La proposta economica di un aumento di soli 84€ lordi è a dir poco irrisoria".

Non c'è accordo sul rinnovo del contratto: i lavoratori delle farmacie municipalizzate in sciopero
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I lavoratori delle farmacie municipalizzate nella giornata di lunedì 20 giugno hanno scioperato per lo sblocco del rinnovo del CCNL di riferimento, fermo da ben 8 anni.

I lavoratori delle farmacie municipalizzate in sciopero

Dopo l’ennesimo incontro con Assofarm senza segnali di avvicinamento alle rivendicazioni dei lavoratori - fanno sapere i sindacati - le Organizzazioni Sindacali di Categoria Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil hanno proclamato lo stato di agitazione che ha portato allo sciopero e al Presidio di un folto gruppo di lavoratori davanti alla sede milanese di ANCI ieri mattina.

Non c'è accordo sul rinnovo del contratto

Alla base della protesta, spiegano le sigle sindacali, le proposte da ASSOFARM per il rinnovo del contratto, giudicate dalle Organizzazioni Sindacali sfavorevoli per i lavoratori: “Il contratto è fermo da ben 8 anni e la proposta economica di un aumento di soli 84€ lordi, per professionalità di alto livello come sono i farmacisti, è a dir poco irrisoria” ha dichiarato Mariacristina Beghin, Segretaria della FISASCAT CISL Monza Brianza Lecco. “Certamente non sono proporzionati agli sforzi messi in campo da questi lavoratori negli ultimi due anni di Pandemia, durante la
quale hanno dovuto assumere ruoli inconsueti, di cui chiediamo il riconoscimento ufficiale, come per l’esecuzione dei tamponi, attività che spesso hanno richiesto una formazione specifica”.

La questione dei permessi retribuiti

Un altro punto di scontro riguarda i permessi retribuiti, per cui le Organizzazioni Sindacali esprimono contrarietà alla “monetizzazione”. “Al massimo ci sarebbe una disponibilità a ragionare sulla volontarietà da parte del lavoratore e stabilendo una base minima di ore da usufruire obbligatoriamente” ha spiegato la Mariacristina Beghin. “Di contro chiediamo maggior esigibilità del diritto al confronto in tema di orario di lavoro nella contrattazione integrativa”.

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