Non sono andati a scuola per quasi tutta la settimana, in segno di protesta contro un compagno disabile con problemi comportamentali. Singolare episodio alla scuola media di Giussano.
Non mandano i figli a scuola: protesta di classe contro il compagno violento
In settimana, un’intera classe, ad eccezione di pochissimi alunni, non si è presentata alle lezioni a causa di un alunno che in più occasioni avrebbe manifestato atteggiamenti aggressivi. E’ stato quindi organizzato una sorta di «sciopero di protesta» che ha però creato frustrazione e rabbia sia da parte del ragazzino, sia della famiglia.
La goccia che ha fatto traboccare il vaso sarebbe stata un episodio violento avvenuto la settimana precedente sul bus, a seguito del quale sarebbe poi arrivata la decisione dei genitori di molti alunni della classe di lasciare a casa i propri figli. Una presa di posizione netta ed esplicita – per far sentire la propria voce e per tutelare i figli. Il ragazzino ha difficoltà a relazionarsi serenamente nel contesto della classe, e a quanto pare la situazione sta diventando ingestibile.
I problemi legati alla disabilità dell’alunno sono certificati, e sono classificati come «Disturbo da deficit di Attenzione e Iperattività», ma il ragazzino, seppur di non facile gestione in classe, di certo non si aspettava di arrivare a scuola e trovare l’aula deserta. E’ successo lunedì, martedì, giovedì e venerdì scorso. Solo un paio di compagni si sono presentati a lezione. Il motivo? Proprio a causa dei suoi comportamenti. Lunedì mattina, anche una piccola rappresentanza di genitori ha addirittura manifestato davanti alla scuola di via D’Azeglio.
«Non vogliono che mio figlio vada a scuola – ha raccontato la mamma del ragazzino disabile – Già lo scorso anno ci sono stati problemi e ho dovuto rivolgermi ad un avvocato e quest’anno la situazione a quanto pare non è cambiata. Mio figlio va a scuola per sole tre ore, è seguito da un educatore del Comune e ha l’insegnate di sostegno; la sua situazione è all’attenzione pure dai Servizi sociali. E’ sicuramente un ragazzino problematico, che ha una disabilità accertata, è un alunno Adhd, ma questo non significa che debba essere escluso e trattato in questo modo. Tutti vorrebbero che stesse a casa e non frequentasse, ma non è giusto. Per quattro giorni, lunedì, martedì, giovedì e venerdì si è trovato in classe da solo. C’erano uno o due compagni, tutto il resto degli alunni, una ventina, non si sono presentati. Ritengo tutto ciò vergognoso e mortificante».
Di fronte a queste assenze di massa, la mamma in questione, ha cercato delle spiegazioni.
«Nessuno ha dato spiegazioni, mi è stato solo detto, genericamente, che c’era uno sciopero contro il bullismo, ma né mio figlio, né io siamo stati informati di questa iniziativa, anche perché se fosse stato così vi avremmo aderito. Ben vengano le manifestazioni contro il bullismo, ma è chiaro che non è questo il caso… La mia impressione è che la protesta sia proprio contro mio figlio. Tutta questa vicenda è sconcertante e molto preoccupante. Siamo nel 2025 ed episodi del genere non dovrebbero avvenire. Mio figlio ha dei problemi, ma si è sentito umiliato ed amareggiato davanti a tanta ostilità».
I timori della madre a quanto pare sono confermati dal fatto che la vicenda, molto delicata, stia creando un vero e proprio caso alla scuola media; i genitori promotori di questa protesta, preoccupati per i propri figli stanno cercando di farsi sentire dalle Istituzioni (c’è già stato un incontro e ce ne sarà un altro, ndr): chiedono tutela e sicurezza per i propri figli e il diritto allo studio.