Nuova piscina di Vimercate, si tenta la via dei fondi per la rigenerazione urbana

Il Consiglio comunale approva un investimento da 7 milioni, 5 dei quali a carico dello Stato.

Nuova piscina di Vimercate, si tenta la via dei fondi per la rigenerazione urbana
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Il consiglio comunale ha approvato all’unanimità, nella seduta del 16 marzo, il piano finanziario di riqualificazione e riapertura della piscina di Vimercate di via degli Atleti, chiusa da luglio 2018, per la quale Palazzo Trotti vorrebbe ora puntare agli stanziamenti previsti nel bilancio statale 2022 dal Ministero dell’Interno a favore dei progetti di rigenerazione urbana e miglioramento della qualità del decoro, che vede assegnare alle proposte dei Comuni risorse per complessivi 300 milioni di euro.

Nuova piscina di Vimercate, si tenta la via dei fondi per la rigenerazione urbana

Il piano portato alla discussione del Consiglio Comunale prevede un appalto integrato, con progettazione esecutiva a carico dell’esecutore, per la riqualificazione e la successiva gestione in concessione delle due vasche coperte (una da 50 metri, omologata per attività agonistica e una da 20 metri), di quella scoperta e degli spogliatoi.

La nuova stima dei costi e dei ricavi utilizza come riferimento i dati della gestione cessata quasi 4 anni fa, ipotizzando che la produzione di ricavi sia adeguata alla copertura dei costi, al netto di ammortamenti che rimarrebbero a carico del Comune di Vimercate, a fronte del riconoscimento di un canone di concessione.
I dati della passata gestione, utilizzati come parametro di riferimento nella relazione allegata alla delibera, indicano la dimensione della domanda in circa 740.000 utilizzi all’anno, valore tutt’ora coerente con le statistiche ISTAT relative all’utilizzo medio degli impianti natatori in Lombardia.

Costi e ricavi

Le tariffe praticate negli impianti vicini indicano che quelle adottate a Vimercate nella gestione passata sono ancora concorrenziali; lecito poi immaginare la possibile applicazione di tariffazioni particolari a fronte della specifica offerta di servizi che il futuro gestore vorrà proporre.
Il quadro economico complessivo prevede quindi un investimento di 7.158.000 euro, per i quali Palazzo Trotti chiederà al bilancio statale 5 milioni di euro.
La stima dei ricavi, che come detto non tiene per ora conto di alcuna variazione in incremento rispetto alla qualità della nuova offerta di servizi, ammonta a 865.000 euro, sufficienti a coprire i costi di gestione con incluso un canone di concessione pari a 78.000 euro, corrispondente all’1,12% del valore dell’impianto, a fronte di un ammortamento stimato in 320.000 euro, di cui 250.000 riferiti alla quota richiesta a finanziamento allo Stato.

Il vicesindaco "Una priorità per la nostra Amministrazione"

“L’impianto natatorio è una delle priorità della nostra Amministrazione, insieme alla riqualificazione dell’intera area di via degli Atleti - ha spiegato il Vicesindaco Mariasole Mascia. Per questa ragione, mentre proseguiamo con la progettazione, che comunque non preclude il ricorso al partenariato pubblico-privato, vogliamo provare a cogliere tutte le opportunità che si presentano per reperire i finanziamenti necessari, pronti anche a mettere la nostra parte. Questa del bando per la rigenerazione urbana è un’occasione che, nonostante i tempi stretti, non abbiamo voluto lasciarci sfuggire.”

La chiusura della piscina di Vimercate e poi il Covid

Chiuso da un provvedimento del luglio 2018, a seguito della rilevazione di alcune difformità da parte dei Vigili del Fuoco, il centro natatorio cittadino era stato oggetto di un primo bando di project financing, cui avevano risposto 7 candidati, fra i quali era stato individuato l’operatore cui affidare l’incarico di progettare e costruire un impianto completamente rinnovato. A fine 2019 l’operatore formalizzava la proposta progettuale, adottata dalla Giunta allora in carica, a gennaio 2020.

Poco dopo, l’esplosione della pandemia da Covid19 provocava la chiusura totale di tutte le attività svolte in piscina, costringendo Comune e operatore privato a interrompere e chiudere le procedure di gara, a quel punto basate su stime e costi che non corrispondevano più alla situazione economica che si era prodotta, con un quadro normativo che lasciava gli impianti natatori inattivi senza un termine preciso.

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