Iniziativa

Oltre settanta chilometri a piedi per ricordare Matteo e tutte le vittime della strada

Evento dell'associazione «2Nove9 - Vittime incidenti stradali» guidata Roberto Cancedda

Oltre settanta chilometri a piedi per ricordare Matteo e tutte le vittime della strada
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Era il 20 giugno del 2015 quando l'allora 24enne Matteo Pagnoncelli, giardiniere di Borgo Ticino, perse la vita tragicamente mentre si trovava in sella alla sua moto in un incidente stradale.

Oltre settanta chilometri a piedi per ricordare Matteo e tutte le vittime della strada

A distanza di dieci anni l'associazione «2Nove9 - Vittime incidenti stradali» guidata dal camparadese Roberto Cancedda ha organizzato, durante il week end scorso, una camminata simbolica della memoria che è partita proprio da Camparada nella notte tra sabato e domenica ed è approdata ieri, lunedì a Borgo Ticino. Un cammino di oltre 70 chilometri per ricordare e chiedere maggiore sicurezza sulle strade.

L’iniziativa, dicevamo, ha preso il via alle 4 del mattino e alla partenza, oltrea Cancedda, c’era anche il primo cittadino Marialuisa Cogliati e il sindaco di Lesmo Sara Dossola che hanno accompagnato il gruppo per i primi due chilometri. Il percorso, lungo oltre 70 km, ha attraversato due regioni (Lombardia e Piemonte) e quattro province (Monza e Brianza, Milano, Varese, Novara) e si è concluso il 2 giugno a Borgo Ticino (NO), luogo dell’incidente.

«Matteo Pagnoncelli è morto 10 anni fa, il 2 giugno 2015, in un incidente in moto sulla SS32 Ticinese, in un tratto che da tempo avrebbe dovuto essere messo in sicurezza - ha dichiarato Cancedda che da anni opera sul territorio con le sue molteplici iniziative rivolte sia alle famiglie colpite da un lutto, sia alle amministrazioni comunali nel tentativo di sollecitare interventi di messa in sicurezza delle strade - Lungo la strada, parenti di vittime, sopravvissuti e volontari si uniranno al gruppo, percorrendo insieme tratti di strada in memoria dei propri cari. Non si tratta di una manifestazione sportiva, ma di una testimonianza civile: un’iniziativa di memoria attiva e di denuncia, che vuole documentare la pericolosità reale di tratti formalmente aperti ai pedoni, e promuovere una cultura di sicurezza e prevenzione. Viviamo in un mondo dove siamo tutti bravi a giudicare, indignarci, magari anche commuoverci. Poi però si cambia canale. Si scrolla. Si va avanti. Così fanno anche molti enti che gestiscono le nostre infrastrutture. Lo fanno ogni volta che ignorano una segnalazione, ogni volta che si buttano due palate d’asfalto freddo su una buca “tanto per”, ogni volta che un guard rail ha un palo d’acciaio piantato davanti. Lo fanno anche quando non rispondono a un’associazione come la nostra, che rappresenta centinaia di famiglie».

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