Opere abusive nel terreno, il Parco Valle Lambro non arretra
Torna a far discutere la vicenda che vede coinvolto Giuseppe Riva che deve rimuovere dal suo terreno una serie di opere realizzate negli anni. L'Ente Parco ha puntualizzato "Tenuti a intervenire per far rispettare le regole, per tutti in eguale misura"

Se davanti alle «diverse opere e strutture abusive», Parco Valle Lambro prima, Comune poi, avessero fatto spallucce «si sarebbe configurata un’effettiva omissione di atti d’ufficio. Un ente pubblico, infatti, è tenuto a intervenire per far rispettare le regole, per tutti in eguale misura».
Opere abusive in un terreno, Il Parco Valle Lambro non arretra
Difende il proprio operato e non arretra di un passo il Parco Valle Lambro. In un comunicato stampa diffuso nella giornata di sabato l’Ente guidato dal presidente Marco Ciceri ha puntualizzato i passaggi dell’ormai nota vicenda - rimbalzata sulla stampa nazionale e pure in tv - dell’80enne di Briosco Giuseppe Riva. In sintesi, il 30 gennaio scorso l’anziano si era visto recapitare a casa l’ordine dell’ufficio Tecnico del Comune di rimuovere dal suo terreno di via Benedetto da Briosco - un appezzamento da circa 3 mila metri quadrati acquistato quasi mezzo secolo fa, nel 1979, all’interno del perimetro di competenza dell’Ente Parco - una serie di opere «abusivamente realizzate».
Tra queste una recinzione in rete metallica, due manufatti in lamiera e legno, arredi da giardino, un piccolo stagno e pure una grotta con una statua della Madonna: tutti sorti senza permesso alcuno come segnalato da un residente della zona e verificato sia dalle Guardie Ecologiche Volontarie del Parco che dall’ufficio Tecnico su cui ricadono le competenze pianificatorie e sanzionatorie relative all’area oggetto del contenzioso.
Il ricorso al Tar
Apriti cielo, vien proprio da dire: assistito dall’avvocato Umberto Grella, Riva ha deciso di ricorrere al Tribunale amministrativo regionale della Lombardia per ottenere l’annullamento del provvedimento. Per sapere se panchine, stagno, «baracca» e Madonna saranno «salvati» bisognerà attendere quindi il pronunciamento dei giudici perché, come detto all’inizio, di passi indietro da parte dei due Enti pubblici coinvolti non se ne parla.
Settimana scorsa, sul Giornale di Carate, il sindaco Antonio Verbicaro aveva sostanzialmente passato la palla al Parco Valle Lambro a cui «spetta - aveva sottolineato - il compito di autorizzare o meno quanto trovato nel terreno del brioschese, statua della Madonna compresa».
Le precisazioni del Parco Valle Lambro
Sabato è arrivata la voce del Parco. Chiara, cristallina.
«In considerazione del rilevamento effettivo degli abusi in essere, l’Ente Parco e il Comune di Briosco hanno agito nel rispetto delle specifiche competenze, per i relativi provvedimenti sanzionatori, così come espressamente previsto dalla legge», si precisa nella nota stampa che si chiude con una «tirata d’orecchie» all’80enne Riva e insieme all’avvocato Grella che lo assiste.
«Nessuno mette in dubbio il valore che la grotta mariana può avere da un punto di vista religioso e affettivo, ma - la “bacchettata” - mettendo in evidenza il manufatto votivo quale oggetto del provvedimento, il proprietario sanzionato ha cercato di far passare in secondo piano gli altri abusi contestati, sicuramente di maggior rilevanza, distogliendo in tal modo l’attenzione dalla verità dei fatti e dalla finalità dei provvedimenti assunti dagli Enti interessati, che agiscono con l’unico obiettivo di preservare il patrimonio naturale condiviso, facendo rispettare, come è doveroso in qualsiasi circostanza, le norme di legge».