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Padre Battista Brugali, da 25 anni in Ecuador al fianco dei bisognosi

Il missionario ricorda l’ anniversario di ordinazione: «Non mi ero mai visto prete, ma rifarei tutto»

Padre Battista Brugali, da 25 anni in Ecuador al fianco dei bisognosi
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Da 25 anni al fianco dei più poveri dell’America Latina, cercando di portare loro conforto e sostegno. Con la preghiera e l’ascolto, ma anche e soprattutto con il lavoro, la fatica, e l’attenzione verso le tante famiglie che vivono nella difficoltà.
E’ la storia di padre Battista Brugali, sacerdote missionario originario di Roncello, che il prossimo martedì 25 marzo ricorderà il proprio anniversario di ordinazione.

Padre Battista Brugali, da 25 anni in Ecuador al fianco dei bisognosi

Un quarto di secolo dedicato al Signore, ma molto di più agli ultimi. Già, perché l’esperienza del religioso è cominciata poco più che ragazzo, tra la parrocchia e l’oratorio.

«Eravamo un gruppo di amici che si ritrovava per conto del Mato Grosso con l’obiettivo di mettersi a disposizione degli altri - racconta padre Battista, “intercettato” in questi giorni di visita nella sua Roncello tra i mille impegni e le testimonianze con i ragazzi - Ci sentivamo stanchi di questo mondo ed eravamo desiderosi di vivere qualcosa di diverso. Quel qualcosa lo abbiamo trovato nel dare una mano ai più poveri. Non tanto con la preghiera, ma con il lavoro, che trovava la propria scintilla nella carità, silenziosa e gratuita. Ci occupavamo di tutto: dalle imbiancature ai traslochi, piccoli lavori di manutenzione, raccolta di carta, ferro e molto altro».

E’ qui che nasce la vocazione, anche se padre Battista ancora non lo sa. La prima vera chiamata alla quale risponde presente, infatti, non è del Signore, ma di un amico.

«Un ragazzo del nostro gruppo era partito per l’Ecuador e al suo ritorno mi chiese di prendere il suo posto, perché c’era ancora tanto da fare in quel Paese - prosegue il missionario - Accettai e nel 1991 parto per il Sud America per rimanere al fianco degli ultimi. Fu un’esperienza fortissima, in una realtà molto dura, secca, di quelle che ti segnano e che ti fanno venire tante domande. Io però mi innamorai dei poveri: dopo sei mesi rientrai in Italia, ma solo perché avevo deciso che sarei ripartito per l’Ecuador per rimanere altri due anni».

Gli studi e l'ordinazione

E’ in quel momento che padre Battista comprende la necessità di donare tutto se stesso per quella causa che aveva scelto di sposare. E quindi decide anche di offrire la sua vita consacrandola a Dio e al prossimo. Inizia il suo periodo di studio nel seminario di Portoviejo, al termine del quale viene ordinato sacerdote: «Io non mi sono mai visto prete, gli altri sì. E oggi ne sono veramente contento: se tornassi indietro lo rifarei subito, su questo non ho mai avuto dubbi».
E oggi, a distanza di 25 anni, è lo stesso missionario a chiedere al prossimo di prendere e partire, lasciare tutto per mettersi al servizio di chi, dall’altra parte del mondo, ne ha più bisogno. Proprio come fece lui quando, un giorno, un amico gli chiese la stessa identica cosa.

«Per quello che ho vissuto e soprattutto ricevuto in questi anni lo direi a ogni ragazzo che incontro - conferma padre Battista, attualmente in servizio nel villaggio di Zumbahua - Ne vale la pena? Assolutamente sì. Perché non c’è solo questa vita, ma c’è qualcosa anche dopo. Ed è questo il desiderio che mi muove e che porto nel cuore. Ma è un sentimento che ognuno deve cercare dentro di sé. Deve scoprirlo. E viverlo».

(nella foto Padre Battista Brugali insieme a Paolo Scaglione e Mario Colombo, due giovani di Roncello e Busnago nella missione di Zumbahua, villaggio dell’Ecuador, dove padre Battista vive da ormai 25 anni)

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