La polemica

PalaRovagnati in restyling, Hockey senza casa

La serie A 1 ospitata a Biassono perché a Monza non ci sono strutture adeguate, ha adesso un problema. Il presidente: "In una città da 120mila abitanti non si è investito in strutture per la rotellistica come in un paesino"

PalaRovagnati in restyling, Hockey senza casa
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l'Hockey sta per rimanere senza casa. Una squadra monzese storica, che milita in serie A e si sta giocando i play-off che per assurdo non si allena né gioca sul suolo monzese perché non esiste un palazzetto adeguato alle esigenze di uno sport rotellistico che a Monza è sempre stato molto seguito. Parliamo dell’Hrc, la squadra di hockey su pista attiva dal 1933, che rappresenta un’eccellenza.

Il problema dell'hockey su pista

«Il Comune di Monza non ha mai pensato di investire in questo progetto e così adesso non abbiamo una casa. Tutto quello che abbiamo lo dobbiamo al Comune di Biassono che sebbene sia piccolo rispetto a Monza, ha fatto tantissimo per il nostro sport, ha investito per sistemare gli impianti e gli dobbiamo molto», spiega sconsolato il presidente dell’Hrc Monza Andrea Brambilla.

Una vicenda già di per sé da mettere sotto la lente, ma che ora rischia di diventare ancora più esplosiva perché il PalaRovagnati di Biassono dove la squadra si allenava e giocava le partite deve andare sotto i ferri per un restyling imponente (servono milioni di euro per ricostruirlo, ma più piccolo). E cosa ne sarà dei giocatori monzesi?
La vicenda è finita sui banchi del Consiglio comunale per via di una sollecitazione della consigliera comunale monzese Martina Sassoli (Gruppo Misto). «Assurdo che una squadra monzese che gioca in serie A1 dal 2015 non si sia mai allenata e non abbia mai giocato nella sua città - ha tuonato Sassoli - La nostra squadra cittadina fino ad oggi ha potuto utilizzare il PalaRovagnati di Biassono che dal prossimo giugno subirà un intervento di restyling e quindi non sarà agibile per 13-18 mesi. Insomma, la nostra squadra ospitata per svariati anni su un altro territorio comunale rischia di trovarsi ora orfana. La società ha chiesto asilo a Seregno, ma anche quell’impianto sarebbe già a tappo».

Anche per l’assessora allo Sport Viviana Guidetti è una vicenda incredibile, ma con poche possibilità di risoluzione.
«La palestra dell’Ardigò non avrebbe comunque le esigenze adeguate. Serve un campo 20 per 40 per la serie A e anche la palestra più grande, la Tacoli, è al limite per dimensione e non ha le balaustre necessarie per le partite di quel livello - ha spiegato Guidetti - Ho incontrato la società, c’è un’interlocuzione con il Comune di Biassono che ci ha detto che stanno cercando una soluzione alternativa e stiamo capendo se la trovano».

Una possibile soluzione? Un altro esilio

Al momento l’idea è che l’Hrc Monza si possa allenare a Biassono e possa poi giocare le sue partite a Seregno, ma anche qui la trattativa è in corso.
Le soluzioni monzesi, invece, parrebbero tutte escluse. «L’Ardigò è piena, non ha ore libere e la nuova palestra di via Iseo che sarà edificata al posto dell’ex bocciodromo potrà essere l’unica chance almeno per gli allenamenti», ha rimarcato Guidetti.
Lì però le tempistiche sono tutt’altro che brevi (un intoppo burocratico ha rimandato l’avvio dei lavori all’estate).

Sassoli ha quindi trasformato la questione in un caso politico. «La Giunta Allevi decise modifiche all’impianto dell’Ardigò, una palestra scolastica fruita anche per attività sportive e che è ancora in attesa di valutazione del comando dei Vigili del fuoco per il rilascio del Cpi. C’è una data? Senza contare che la nostra proposta di un impianto pulifunzionale in via Valosa, da voi bocciata avrebbe risolto anche i problemi della rotellistica».

Posizione diverse quella di Guidetti: «La palestra dell’Ardigò è stata riconsegnata, stiamo aspettando che i 440 posti siano tutti utilizzabili, ma al momento non sappiamo i tempi esatti per la presentazione della Scia. Stiamo lavorando per adeguare tutti gli impianti, stiamo cercando di recuperare i certificati, per mettere a posto tutte le situazioni e comunque la palestra di via Valosa non sarebbe stata abbastanza grande per le misure chieste dall’hockey».

Lo sfogo di Brambilla dell'Hockey

Il problema però resta. Ancora Brambilla: «Monza non ha nemmeno in programma la costruzione di un’opera che sia una via di mezzo tra l’Opiquad Arena e una palestra, si parla di una struttura per la rotellistica nella zona dei palazzetti ma non sarà di immediata realizzazione, al momento ha fatto molto di più Biassono per noi, che ha investito sullo sport anche con lavori importanti».

Qualsiasi trattativa con il Comune di Monza non è invece andata a buon fine.
«Eravamo disposti anche a spendere per realizzare una tensostruttura, ma ci hanno detto che non ci sono gli spazi a Monza, non ci hanno messo a disposizione nemmeno un capannone facendo un cambio di destinazione d’uso, alle mille nostre proposte han sempre fatto spallucce, mentre a Biassono da settembre ci realizzeranno una tensostruttura temporanea, per cui non possiamo che ringraziarli», aggiunge Brambilla.

Sono lontani i tempi della posta di via Boccaccio, attiva quando nel 1936 fu fondato l’Hockey Club Monza e utilizzata fino agli anni d’oro negli anni Ottanta quando le squadre cittadine (allora erano due) fecero man bassa di scudetti e Coppe Italia, tanto che la finale di scudetto si giocò tra due squadre monzesi. Poi dal 1994 il periodo nero, fino al 2007 quando la squadra venne rifondata. E il successo riarrivò subito con l’approdo in A1 dal 2015. «Oggi oltre alla squadra di Serie A1 abbiamo un vivaio di 70 bambini del minihockey che si allenavano al PalaRovagnati, ma se ci troviamo senza sede è dura». Da qui l’appello: «Speriamo in qualche imprenditore che possa mettere a disposizione un capannone».

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