Panchina d'artista contro la violenza su tutte le donne
La seduta è stata posizionata nella centralissima piazza Trento e Trieste davanti al liceo classico Zucchi
Una panchina "d'artista" è stata posata oggi nel centro storico di Monza contro ogni violenza su tutte le donne.
La panchina a Monza
Questa mattina, venerdì 17 febbraio, in piazza Trento Trieste è stata inaugurata la prima panca rossa “Frammento”, donata alla città di Monza dall’azienda toscana Cemento Line, come simbolo della lotta contro la violenza sulle donne.
È importante che tutti i giorni si rifletta sul tema della violenza sulle donne.
Così è intervenuta l’assessore alle Pari opportunità Andreina Fumagalli durante la posa della panca rossa “Frammento” in piazza Trento Trieste.
Monza è stata scelta come prima città in cui posizionare la prima panchina in quanto è stata definita come una città dinamica, vivace e attenta ai problemi della società e per la sua sensibilità verso i temi di design.
Presente anche il sindaco Pilotto
Presenti all’inaugurazione il sindaco Paolo Pilotto e l’assessore Andreina Fumagalli che hanno sottolineato la felicità «nell’accogliere nel centro di Monza questo importante simbolo», questa panca si presenta come un monito per «un impegno che richiede costanza e quotidianità, anche alle Istituzioni, nel contrastare e prevenire ogni giorno la violenza sulle donne».
L’obiettivo della panchina è quello di mantenere l’attenzione tutto l’anno. È importante che tutti i giorni si rifletta sul tema della violenza sulle donne.
La panchina dal peso di quattrocento chilogrammi, nata dalla collaborazione tra l’architetto di Arcworks Pietro Cipolletta e il founder Giulio Pucci di Cemento Line, è stata realizzata con piastrelle di ceramica diverse nelle forme, nelle dimensioni e nelle sfumature «per rappresentare l’unicità, la diversità e la bellezza della donna», spiega l’architetto Cipolletta.
Un messaggio importante
Sulla seduta della panchina, salta all’occhio una piastrella frammentata e riaggiustata da filo d’oro. Il significato è presto detto: «una vita può essere spezzata ma può anche essere ricostruita» afferma Fumagalli, e, aggiunge l’architetto, «il messaggio che vogliamo far passare è quello di ricucire le ferite e di mettere in mostra le cicatrici».
Una percentuale del ricavato di queste panchine sarà devoluta a Cadom, una delle associazioni che nel territorio di Monza e Brianza agisce in prima linea per sostenere le donne maltrattate.
Fumagalli conclude sottolineando «l’importanza di investire soldi in progetti che possano dare nuova vita alle donne».
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