Parchi infestati dalla Japonica: in soccorso arrivano le... coccinelle
L'Assessorato al Verde sta attuando un approccio innovativo, ecologico e soprattutto non inquinante

I parchi di Muggiò (ma non solo) sono infestati dalla Takahashia Japonica. Il Comune interviene con un rimedio naturale e non inquinante.
Parchi infestati dall'insetto
«Lotta biologica in corso». E’ l’avviso che si legge entrando nel Parco Teresa Casati. Mercoledì mattina è iniziato il programma naturale di contrasto alla «Takahashia Japonica», la cocciniglia di origine asiatica che ha infestato anche a Muggiò esemplari del patrimonio arboreo.
Il cotonoso infestante predilige i gelsi, i bagolari e i liquidambar. Ogni anno nel pieno della bella stagione quando i parchi sono maggiormente frequentati, i muggioresi segnalano preoccupati la sua presenza.
I suoi ovisacchi sono presenti in modo massiccio sugli alberi al Bosco in città, nel GruBria ma anche al Parco Casati, dove proprio mercoledì mattina è partita l’operazione di lotta biologica integrata su un gelso che si affaccia su via Baruso.
Ecco un potenziale (e naturale) rimedio
Un approccio naturale per contrastare l’infestante cocciniglia, evitando di ricorrere ai prodotti chimici, impattanti per l’ambiente, voluto dall’Assessorato al Verde guidato da Daniela De Nicola.
Con gli esperti ha pensato all’utilizzo di insetti antagonisti della categoria dei cocinellidi, in particolare l’esemplare ottimale individuato è l’«Exochomus quadripustulatus».
Esperienze di lancio effettuate con più specie di cocinellidi predatori di questa cocciniglia indicano l’Exochomus quadripustulatus come la specie più performante, con la capacità di predazione di stadi giovanili e adulti della Takahashia.
Ha spiegato il biologo. Il primo intervento apripista è stato effettuato da Giovanni Rota Martir biologo e tecnico della Bioplanet, la ditta che alleva gli insetti, che ha «lanciato» - come si dice nel settore - ben 300 esemplari adulti del cocinellide.
La procedura
Prima del «lancio», Rota Martir ha tagliato alcune fronde infestate e cadenti del gelso e poi ha attivato l’operazione: ha collocato sui rami appositi contenitori di cartone con i piccoli insetti che hanno iniziato a liberarsi sul tronco e sulle foglie.
Per ogni pianta potrebbero bastare anche 50 insetti predatori. Il senso non è quello di liberarne un esercito, ma si tratta di un lancio inoculativo nella prospettiva che loro trovino da mangiare, che si riproducano e che tra un mese ci sia un numero di predatori più alto.
Ha spiegato l’esperto che segue 23 Comuni nella zona di Bergamo e Lecco con questo approccio naturale anche nella fase di prevenzione.
Il commento dell'assessora
Soddisfatta anche l'assessora all'Ambiente Daniela De Nicola.
La liberazione di questo insetto antagonista è un progetto pilota urgente, un inizio per contenere all’interno del Parco Casati, parco storico, la diffusione della cocciniglia infestante. Poi il progetto prevede a settembre l’intervento sui gelsi del Bosco in città con una procedura diversa, perchè il problema è più complicato e di maggior impatto per il numero di piante interessate: bisogna fare la spaccatura degli alberi, la pulizia manuale dei rami del filare dei gelsi. Quindi si partirà con la potatura, il lavaggio e poi verrà lanciato l’insetto antagonista come stiamo facendo ora nel Parco Casati.
Ha evidenziato De Nicola.
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