Party con il Covid: bufera sullo «Zucchi»
170 i partecipanti, ma solo due ragazze risultate positive: erano in sorveglianza attiva da giorni ma sono andate lo stesso in un locale di Lissone.
Doveva essere una festa in cui divertisti in compagnia dei propri amici, ma nel giro di poche ore quella serata così spensierata si è trasformata in un vero e proprio caso mediatico. Nel mirino il liceo Zucchi.
Party con il Covid: bufera sullo «Zucchi»
Tutto è iniziato il 7 dicembre, quando in un locale di Lissone 170 studenti della scuola di piazza Trento e Trieste hanno festeggiato la «Festa della Madonna», organizzata come ogni anno dai rappresentati di istituto. Un evento esterno alla scuola, a cui potevano accedere solo i possessori di Super Green Pass, in riferimento ai vigenti protocolli anti-Covid. Ma nonostante la scrupolosa attenzione alle norme per contenere il virus, è accaduto qualcosa che nessuno aveva previsto.
"Tra i partecipanti c’erano anche due ragazze in sorveglianza attiva, che qualche giorno prima erano entrate in contatto con un professore risultato positivo. Avevano subito fatto il t0, ma rivelatosi negativo hanno scelto di venire alla festa, senza però avvisare nessuno della loro condizione - ha spiegato Alessandro, studente dell’ultimo anno- Passato il tempo previsto hanno provveduto a fare il t5, risultando questa volta positive. Era l’8 dicembre, il giorno dopo l’evento. È stato un caso che le studentesse avessero scoperto di essere state contagiate a cavallo della festa, che è stata allestita con scrupolosità e attenzione alle norme emergenziali. I media invece l’hanno descritta come un focolaio, ma difatti le uniche ad essere risultate positive sono rimaste le due ragazze".
La preside ha preso due provvedimenti disciplinari per i rappresentanti d’istituto che hanno organizzato l’evento. Ma la scuola non ha responsabilità
Venuta a conoscenza dell’accaduto la dirigente scolastica Rosalia Natalizi Baldi ha contattato prontamente il locale in cui era avvenuto l’evento e comunicato tempestivamente ai ragazzi di mettersi subito in sorveglianza attiva, procedendo a fare i tamponi. Ma, oltre a ciò, non sono mancate parole di rimprovero nei confronti di chi aveva organizzato e partecipato alla festa, ritenendola evitabilissima e ribadendo la responsabilità dell’accaduto non solo dei ragazzi, ma anche delle stesse famiglie. Un commento che ha destato il risentimento di studenti e di alcuni genitori.
"Dopo ciò che è successo, a scuola si è creato un clima molto pesante. Passato qualche giorno, degli studenti hanno affermato che alcuni professori avevano imposto loro di dichiarare di aver presenziato alla festa e di esibire l’esito negativo del tampone. Una richiesta che molti ragazzi hanno ritenuto essere violazione della privacy, perché nella circolare non era stato fatto riferimento a nessun obbligo", ha ribadito Carlotta, una dei rappresentati d’istituto.
Richiami disciplinari per i rappresentanti d'istituto
Una situazione davvero tesa, culminata con due richiami disciplinari per i rappresentanti d’istituto: il primo per aver organizzato la festa servendosi di una pagina che riportava il nome del liceo e il secondo per aver ritratto nella locandina la Madonna con occhiali da sole e una chitarra a tracolla, giudicata blasfema. E a tutto ciò, gli studenti hanno risposto con una lettera aperta indirizzata alla preside: "Il nostro primo interrogativo sorge riguardo alle pesanti accuse mosse nei confronti nostri e dei nostri genitori, causa di un clima estremamente spiacevole per tutti, a seguito di una festa organizzata con le migliori intenzioni, senza violare norme o regole e in maniera del tutto privata. Non comprendiamo la ragione dell’essere stati additati come irresponsabili dopo l’impegno avuto per creare un momento di coesione e di divertimento, realtà purtroppo sempre meno presente nella nostra vita in questi ultimi anni, in completa ottemperanza della legge. Ci interroghiamo quindi sul confine che divide vita privata e vita all’interno del Liceo Zucchi: che ragione e che diritto ha l’istituzione scolastica di giudicare, anche solo moralmente, i nostri comportamenti extrascolastici, per di più se attuati nei limiti consentiti dalla Legge?".