Il personaggio

Patrizia appende il camice al chiodo

Nata e residente a Villasanta, l’infermiera Patrizia Scabbia ha raggiunto la pensione dopo 42 anni di lavoro al San Gerardo.

Patrizia appende il camice al chiodo
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Il reparto di Terapia intensiva neonatale del San Gerardo, già di per sé fiore all’occhiello della sanità lombarda, assurge agli onori della cronaca in positivo per una ricorrenza molto singolare e particolare: va in pensione un’infermiera dopo ben 42 anni di lavoro sempre nello stesso ospedale, sempre nello stesso reparto. Lei è Patrizia Scabbia, 62 anni, nata e residente a Villasanta; i suoi colleghi si sono mobilitati per assicurarle un «saluto» degno di nota (e ci mancherebbe altro).

Patrizia appende il camice al chiodo

Finire sul giornale, in positivo, con il plauso di tutti dopo una vita di impegno e di lavoro, apprestarsi a godere la stra-meritata pensione... il sogno di tutti.

«Sono davvero contenta perché mi hanno sempre voluto bene - ha detto Patrizia, sposata con Paolo e madre di Francesca (31 anni) e Matteo (21 anni) -. Al San Gerardo ho dato tutto, tutto il mio lavoro e il mio impegno, ma ho ricevuto anche tanto. A cominciare dagli insegnamenti della prima caposala quand’ero giovane: era un po’ burbera perché ai tempi non c’era tutta la sensibilità e le attenzioni di oggi, ma davvero brava. Vorrei citare per piacere, se posso farlo, il primo primario che c’era quando sono stata assunta. Si chiamava Umberto Flauto ed era davvero una persona eccezionale, un vero gentiluomo sempre attento ai bisogni degli altri. Anche alla dottoressa Luisa Ventura devo un ringraziamento particolare, la considero un’amica. Per il resto mi sono sempre trovata bene con tutti i colleghi, mi spiace un po’ dover lasciare quel posto di lavoro che per me era come una seconda famiglia».

Patrizia in una foto di repertorio di molti anni fa quand’era all’inizio della sua carriera da infermiera

I ricordi

Certo che in oltre quarant’anni di attività ospedaliera chissà quanti casi singolari o curiosi possono essere capitati alla nostra ormai ex-infermiera. Questo su tutti: «Una notte - ha ricordato Patrizia - eravamo in ambulanza a Milano, sparati per portare un bimbo in ospedale. Sarà stato il 1995 o giù di lì, fatto sta che una macchina passa col rosso e il nostro autista fa una frenata pazzesca per evitare l’incidente. Noi dentro siamo letteralmente volati tutti quanti: io, la dottoressa e il neonato. Per fortuna nessuno si è fatto male, ma che spavento...!». Tutto è bene quel che finisce bene, come recita il famoso adagio. E adagio, lentamente, andrà avanti la vita di Patrizia d’ora in poi: «Sì, starò in famiglia e mi occuperò dei miei cari. Ho già deciso che coltiverò l’hobby delle passeggiate in montagna: andremo in Piemonte, in Val d’Aosta in giro per rifugi perché la montagna mi piace davvero tanto».
Complimenti ancora, dunque, e in bocca al lupo da parte di tutti.

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