Pedemontana, le ruspe scavano e il Comitato minaccia battaglia
Gli operai hanno cominciato a rimuovere il terreno per realizzare l'autostrada che taglierà a metà la città
Pedemontana: a Lissone sono partiti ufficialmente i lavori e le ruspe hanno iniziato lo scavo per l'autostrada.
Pedemontana: lavori a Lissone
I mille giorni di Pedemontana sono partiti. Nei giorni scorsi, infatti, le grosse ruspe del cantiere dell’autostrada che taglierà in due la città hanno iniziato a «segnare» il tracciato nelle aree espropriate tra le frazioni Bareggia e Santa Margherita.
Un’opera divisiva che, ancora una volta, ha acceso gli animi della politica e non solo.
Ad annunciare l’avvio ufficiale del cantiere ci ha pensato direttamente Massimo Rossati, assessore ai Trasporti, martedì sera davanti al Consiglio comunale.
Il commento del comitato
Ma con l’avvio dei lavori, sono arrivate le proteste del Comitato per la difesa del territorio che ancora una volta punta il dito sull’inutilità dell’infrastruttura.
Nelle ultime settimane sono successe tante cose, tra tutte spiccano le recinzioni di ampie porzioni di territorio, e tante assemblee nei nostri comuni con annunci di inizio lavori e presentazioni di cronogrammi. Inutile dire che questi passaggi hanno rappresentato un passo in avanti per la realizzazione di Pedemontana, questo passo in avanti è sotto gli occhi di tutti. In più, vedere il nostro territorio ostaggio di quest'opera inutile e dannosa fa male, fa male a tutti. La rabbia, la delusione e la preoccupazione che molti hanno manifestato, anche qui nel gruppo, è perfettamente comprensibile e condivisibile.
Ha evidenziato il portavoce Gigi De Vincentis. Il Comitato, da sempre, è contrario all’opera «che va a mangiare gli ultimi spazi verdi e agricoli rimasti tra Lissone e le sue frazioni e quartieri».
Nella tratta D il progetto non è né approvato né tantomeno finanziato, siamo ancora alle fasi preliminari e un' opposizione vasta dei sindaci può spingerci anche all'ottimismo sulla possibilità di fermare quel tratto di opera. Sulla tratta B2 e C (che riguarda Lissone, Ndr) le cose sono diverse, il progetto è approvato e finanziato e Regione Lombardia in teoria può procedere. Ed è quello che stanno facendo, con una lentezza però che lascia intravedere il peggiore tra tutti gli scenari: un cantiere infinito e logorante, tantissimi anni di lavori e disagi.
Aggiunge il referente del Comitato per la difesa del territorio.
Mille giorni di lavori
L’opera, stando al cronoprogramma, dovrebbe concludersi entro mille giorni.
Da 3 mesi stiamo lavorando perché gli espropriati possano impugnare, con un ricorso al Tribunale amministrativo regionale, la proroga di pubblica utilità, scaduta a dicembre. Come Comitato di Lissone stiamo valutando la possibilità di fare nostro il ricorso, cioè di associarsi agli espropriati che impugneranno la proroga. La legge consente di fare questo, cioè consente di fare ricorso al Tar ad associazioni che abbiano nel proprio statuto la tutela dell'ambiente e la valorizzazione del territorio. Abbiamo anche deciso di agire sul prossimo Pgt (il Piano di governo del territorio, Ndr) che sarà proposto in Comune, chiedendo che venga inserita la clausola “zero consumo di suolo”.
Ha continuato il portavoce che ha promesso battaglia. Lo scorso weekend, infatti, il Comitato era in piazza per la raccolta firme.
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