Caso politico

Per colpa dei rifiuti, l'assessora traballa

Il gran rifiuto dell'assessora Giada Turato sull’affaire pattumiera potrebbe infatti costarle la delega. Il vicesindaco Longoni aveva altri piani

Per colpa dei rifiuti, l'assessora traballa
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Ancora una volta nella storia di Monza i rifiuti diventano un caso politico. Il gran rifiuto dell’assessora Giada Turato sull’affaire pattumiera potrebbe infatti costarle la delega.

Il caso rifiuti

Per giorni nelle stanze dei bottoni si sono diffuse le voci che qualcuno aveva chiesto la «testa» della giovane e vulcanica assessora.
Turato lavora come una stakanovista, avvocatessa in carriera, e fin dall’inizio le erano state assegnate tre deleghe che avrebbero fatto impallidire una persona con più esperienza: Ambiente (con un contratto del verde in scadenza da rinnovare), Strade, Appalto rifiuti.

Con quest’ultimo che aveva sancito la sconfitta elettorale dei predecessori e su cui c’era stata la promessa elettorale del Centrosinistra di risolvere i disagi segnalati per mesi dai cittadini (tra cui la permanenza in strada dei rifiuti in una città che paga la Tari più alta di tutta la Lombardia).
L'assessora però non si è scomposta, ha abbassato la testa e ha lavorato sodo, mettendoci del suo per far filare tutto dritto. Fin troppo del suo, a questo punto.
Forse il fatto che fosse alla prima esperienza amministrativa aveva indotto qualcuno a pensare che non acquisisse subito una immediata autonomia. O, addirittura, che potesse anche essere sacrificabile in un eventuale rimpasto, magari, secondo le voci che corrono a Palazzo, su richiesta della stessa persona che l’aveva scelta, ossia il deus ex machina del Municipio o come dicono i più maligni, il vero sindaco, Egidio Longoni, ufficialmente il vicesindaco. O forse no?

L'in house per la gestione

Longoni del resto ha altre idee per l’appalto rifiuti, un nodo che già di per sé rischia sempre di diventare un boomerang. All’ex sindaco Dario Allevi il cambio di rotta sui rifiuti, tra sacco rosso e orari modificati, a pochi mesi dal voto è costata la sconfitta politica e prima ancora, sotto la Giunta Mariani, il caso rifiuti portò addirittura in Tribunale l’allora assessore alla partita con l’inchiesta Clean City.

Davanti a tutto questo l’assessora avvocata ha detto un sonoro «no» a chi avrebbe voluto farle revocare prima della scadenza l’appalto rifiuti all’Impresa Sangalli.
Insomma, lei ragiona in termini tecnici, lui politici e alla fine davanti alle resistenze di Turato su una partita che Longoni vorrebbe gestire autonomamente, il contrasto è stato insanabile.
Il resto è fantapolitica. Davvero Longoni ha pensato di estromettere Turato dalla Giunta o ha pensato fin dall’inizio solo di toglierle la delega ai rifiuti?
La diretta interessata si trincera dietro un «no comment». Del resto anche in Giunta di tutto questo al momento non si parla. Inquadrato lo scenario, più difficile invece è capire se Longoni prenderà direttamente la delega ai rifiuti o l’assessore cui sarà affidata, perché se Turato restasse in Giunta con Ambiente e Strade, non potrà aggiungere un nuovo amministratore alla squadra.

La posizione dei dem

Da questo punto di vista, però, anche il partito sembra in linea. Il segretario cittadino del Pd Valerio Imperatori getta acqua sul fuoco, ma ribadisce: «Come coalizione abbiamo chiesto di fare il punto della situazione sull’attuazione dei programmi di mandato. Abbiamo chiesto al sindaco e agli assessori una verifica su cosa è stato attuato e su cosa ancora no rispetto a quello che ci eravamo prefissati, attendiamo le risposte, poi a settembre vedremo».

E sull'assessora Turato? «Ha tre deleghe importanti, lei è una stakanovista, bisogna vedere se riesce a far fronte a tutti i progetti, ma spetta al sindaco decidere sulle deleghe, se lui è soddisfatto si continuerà così», ha ribadito sibillino Imperatori.
Il sindaco Pilotto, che davanti a questi giochetti politici vuole restare fuori, continuando a gestire quello che gli sta davvero a cuore, in primis garantire servizi ai cittadini, ha risposto un chiaro «no comment» davanti a tutta questa vicenda e sembra proprio volerne restare fuori (confermando però la fiducia all’assessora).
I bene informati però raccontano che da settimane Longoni stia lavorando a una gestione dei rifiuti affidata a una società partecipata.
Anche su questo aspetto Imperatori non si scompone: «Nel nostro programma di mandato si parla di verificare se si può gestire in house la gestione dei rifiuti ed è una partita importante. L’appalto con la Sangalli scade nel maggio 2026, si vedrà se è possibile costituire una in house».

Le cause con Sangalli

C’è da dire che il Comune ha dovuto da poco mettere mano al portafoglio per versare 700.000 euro all’Impresa Sangalli per un’altra causa persa dopo quella eseguita nella primavera 2023 quando l’aula ha votato la liquidazione di oltre 4 milioni di euro, di cui oltre un milione rappresentati dagli interessi maturati nel corso degli anni.
In questo scenario appare chiaro che Longoni voglia cambiare rotta e non è un mistero che da sempre il Centrosinistra propenda per una gestione «pubblica» dei rifiuti, come avviene in molti paesi della Brianza che hanno ad esempio Gelsia. Longoni però sembra guardare a BrianzAcque.

Non è un caso per una vecchia volpe della politica, cresciuto alla corte di Scanagatti, che da poco il CdA della multiutiliy dell’acqua si sia ingrandito. A maggio BrianzAcque ha confermato come presidente Enrico Boerci (in quota al Centrosinistra) che ha mantenuto anche la carica di amministratore delegato e ha ampliato il Consiglio di amministrazione da tre a cinque componenti, aggiungendone uno in quota al Centrosinistra e uno al Centrodestra.
E la società ha deliberato di incaricare il Consiglio di Amministrazione di elaborare entro un anno un progetto, coinvolgendo le altre società pubbliche operanti in Brianza, nel settore dell’igiene ambientale.
Il dado è tratto?

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