Besana in Brianza

Per il suo ottantesimo compleanno si regala la scalata dello Stelvio in bici

L’impresa compiuta lunedì del calorese Angelo Sala, ex presidente dell’Avis: da Bormio alla nota vetta di Coppi

Per il suo ottantesimo compleanno si regala la scalata dello Stelvio in bici
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Lui, modesto, lega l’impresa fatta alla fortuna di essere ancora sostenuto dalla salute. Noi ci permettiamo di aggiungere che c’è voluta pure una dose massiccia di forza mentale per scalare lo Stelvio in sella alla bicicletta. Soprattutto quando la carta di identità porta come anno di nascita il 1944.

Per il suo ottantesimo compleanno si regala la scalata dello Stelvio in bici

E’ lo speciale regalo che il calorese Angelo Sala, ex presidente dell’Avis, ha voluto farsi proprio per il suo ottantesimo compleanno che festeggerà a settembre. Ventidue chilometri macinati pedalando, da Bormio alla nota vetta di Coppi, con un dislivello di mille e 500 metri. Non una novità per lui che già in passato aveva affrontato gli stessi tornanti. L’ultima volta tre anni fa, spinto niente di meno che dall’esempio del professor Romano Prodi: è del novembre del 2020 la celebre foto che ritrae il due volte Presidente del Consiglio, allora 81enne, davanti al cartello del Passo dello Stelvio.

Lunedì scorso Angelo l’ha rifatto, dopo aver «pianificato» per mesi l’impresa con un test finale da far cadere la lingua a terra: da Calò ai Pian dei Resinelli. E’ partito in auto intorno alle 6 del mattino insieme ad uno dei due figli, Marco, ed al nipote. Arrivato a Bormio ha ricaricato le batterie con una barretta e poi ha inforcato la bici da corsa - rigorosamente non assistita - ed ha pedalato fino alla cima, 2 mila e 760 metri di altitudine. Due ore di «sgambettata». Il tutto documentato dalle foto scattate dalla quattro ruote sulla quale i due accompagnatori, nonostante le molte primavere in meno sulle spalle, viaggiavano senza una goccia di sudore.

«Ho detto a mio nipote: hai visto come si impara a soffrire sui pedali?», ci ha raccontato Sala, raggiunto telefonicamente qualche giorno più tardi. A riposo sul divano? Macché, al lavoro nell’orto.
Angelo, è stata dura?

«Sono andato un po’ in crisi all’inizio, forse perché non mi ero ben riscaldato. Nella parte centrale con più tornanti mi sono proprio divertito. E poi verso la fine c’era la voglia di arrivare al “traguardo”. Posso dire che sono più i ciclisti che ho superato che quelli che mi hanno superato...», ha garantito con un pizzico di orgoglio per poi tornare all’abituale modestia. «Anche se conosco bene i miei limiti, quindi, quando vedevo qualcuno di più giovane, non mi azzardavo nemmeno a tenere il passo...».

L'amore per la montagna

Il calorese è da sempre amante della montagna. Hobby condiviso con gli amici del Cai di Seregno, ai quali è unito anche dal comune affetto per il compianto don Bruno Castiglioni: storico parroco della comunità dei Santi Vitale ed Agricola dopo un primo incarico da coadiutore nella parrocchia seregnese di Santa Valeria. L’altra sua passione è il ciclismo, per anni accantonata per stare amorevolmente accanto alla moglie che purtroppo oggi non c’è più. A lei sicuramente è andato il pensiero di Angelo lunedì una volta raggiunta la vetta, non poi così lontana dal Cielo.

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