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Pillole anti Covid anche a Monza

Già utilizzato da mercoledì il Molnupiravir. Presto ci sarà anche quella di Pfizer

Pillole anti Covid anche a Monza
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Le  pillole anti Covid sono arrivate anche a Monza. C’è un’arma in più contro l’evoluzione della malattia in forme più gravi, che si conferma - anche con questa variante - sui soggetti fragili e con patologie preesistenti.

Pillole anti Covid a Monza

Dopo il via libera dell'Aifa, anche all’ospedale San Gerardo di Monza da mercoledì si è iniziato a usare il Molnupiravir indicato per il trattamento di Covid 19 negli adulti che non necessitano di ossigenoterapia supplementare e che sono a maggior rischio di progressione verso forme severe di patologia. Questo farmaco si aggiunge come opportunità terapeutica agli anticorpi monoclonali e alla somministrazione precoce del Remdesivir (l’antivirale iniettivo in endovena) quale arma utile per prevenire l'ospedalizzazione dei pazienti. Ovviamente è molto più comodo essendo un farmaco ambulatoriale.

E' un farmaco per bocca

«Si tratta di un farmaco per bocca che quindi può essere somministrato in ospedale nel corso della prima visita e poi il paziente Covid positivo potrà essere mandato a casa dove completerà la terapia - spiega il direttore delle Malattie infettive del San Gerardo Paolo Bonfanti - Abbiamo già iniziato a usarlo e lo faremo anche in futuro nei casi non ospedalizzati, che non hanno segni di polmonite e non necessitano di ossigeno, modestamente sintomatici ma con fattori di rischio come obesità, cardiopatia, problemi polmonari o onco-ematologici che per questo rischiano forme gravi di Covid».

In arrivo anche la pillola anti Covid di Pfizer

Il farmaco ambulatoriale può essere utilizzato sia su soggetti vaccinati che non. «Al momento lo abbiamo usato già su entrambe le categorie - aggiunge Bonfanti - Il prossimo arrivo sarà quello della pillola anti Covid della Pfizer, la Paxlovid, che però deve essere acquistata da Roma e che a Monza arriverà da febbraio. Questa sembra ancora più efficace».
Fondamentale, in questo momento, con un milione di lombardi positivi e una pressione sempre maggiore sugli ospedali, è proprio fare sì che il sistema sanitario tenga.

Il contagio dilaga con Omicron

«In Lombardia Omicron si diffonde rapidamente, sembra meno pericolosa, ma su numeri tanto impattanti con 50mila nuovi contagi al giorno in Regione è normale che salgano anche i ricoveri perché c’è sempre una percentuale di persone che si può aggravare - aggiunge Bonfanti - Ora siamo a 130 positivi ricoverati a Monza, ma attenzione, rientrano anche una quindicina di persone ricoverate per altre patologie che sono risultate positive al tampone».
E come nelle altre ondate, anche in questa quarta, si assiste alla necessaria riconversione dei posti letto per malati Covid, alla ridotta attività chirurgica e alla chiusura di alcuni reparti. Insomma, alla riduzione dell’attività ordinaria dell’ospedale per far fronte alla nuova emergenza.

Sono tre epidemie distinte

C’è un dato però, diverso, rispetto alle precedenti ondate. «Speriamo che il tutto non duri troppo per tornare presto a dedicarci anche alle altre patologie - specifica Bonfanti - Oltretutto adesso abbiamo tre epidemie distinte: quella dei non vaccinati, che si aggravano molto di più e che spesso ricoveriamo anche se hanno 50-60 anni; quella dei vaccinati ma con altre patologie che sono quasi sempre sopra i 70 anni e la terza categoria di vaccinati asintomatici che si trovano ricoverati per altre patologie e che con il tampone pre-ricovero si scoprono positivi ma che non stanno male per il Covid». Contestualmente con il dilagare del contagio da Omicron (variante più soggetta a reinfezioni) anche il personale sanitario inizia a essere colpito anche se - fortunatamente - al momento in modo inferiore alle ondate precedenti.

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