Piste ciclabili, croce e delizia della viabilità: "Serve promuovere la mobilità dolce"
L'assessore alla Viabilità Giada Turato non ha dubbi: "La nostra è ancora una città a misura d'auto. Serve cambiare abitudini"
Piste ciclabili a Monza: c’è chi le odia e c’è chi le ama. C’è chi le vuole (ma non le usa) e poi c’è chi, per contenere i costi, preferirebbe che le risorse fossero utilizzate per altri interventi viabilistici.
Ciclabili: Monza è pronta alla svolta?
La realizzazione della nuova pista ciclopedonale di via Aquileia, che collega il quartiere San Rocco con viale Campania e via Borgazzi verso il centro della città, ha di fatto acceso ancora una volta il dibattito sulla necessità di «ripensare» la viabilità.
Un dibattito che non può evitare di far combaciare e di tenere in considerazione le legittime richieste di tutti gli utenti della strada.
Purtroppo Monza è ancora una città a misura d’auto ma bisogna cominciare, a piccoli passi, a cambiare punto di vista. Quasi il 70% degli spostamenti in auto è anche per tratti e tragitti di pochi chilometri, serve un cambio di prospettiva per cercare di cominciare una piccola rivoluzione.
Ha spiegato l’assessore ai Trasporti e mobilità Giada Turato. Effettivamente Monza non è propriamente definibile una città «bike friendly».
Serve potenziare i collegamenti
Poche, e spesso malconce, anche le piste attualmente esistenti. Alcuni tracciati iniziano e poi, come ad esempio in via Lario o in viale Elvezia, finiscono nel nulla e non sono collegate ai Comuni vicini e confinanti.
Ad esempio, la pista ciclabile che abbiamo realizzato in viale Elvezia potrebbe essere collegata con Lissone come hanno richiesto i residenti di un intero rione, noi abbiamo dato ampia disponibilità a lavorare e a instaurare un tavolo di lavoro. Peccato che serve trovare i fondi necessari. Su questo fronte tutte le piste che si stanno realizzando in questi mesi sono finanziati quasi completamente con fondi regionali o ministeriali ad hoc.
Ha sottolineato l'assessore alla partita.
Al lavoro per il Pums
All’orizzonte, però, si intravede già il Pums, il Piano urbano della mobilità sostenibile: «Al momento è stato condiviso con la Giunta in attesa di essere approvato. E’ stato pubblicato e ci sono ora trenta giorni per eventuali obiezioni legate alla non assoggettabilità a Vas, la Valutazione ambientale strategica».
Proprio il Pums, infatti, potrà essere lo strumento giusto per ridisegnare la viabilità e la mobilità monzese.
Proprio sul fronte della ciclabilità, prevediamo un incremento del 50% della mobilità dolce entro il 2030, cercando una maggiore interazione tra trasporti su due ruote, gomma e ferrovie - ha aggiunto - E proprio anche in tema di intermodalità è stato anche avviato con la Regione un progetto ambizioso.
Regione Lombardia, infatti, per il nodo monzese della stazione di via Arosio ha un programma completamente nuovo e innovativo.
La nostra stazione centrale è la terza della Lombardia e per questo stiamo lavorando a un accordo di programma con Regione e Rete ferroviaria italiana proprio per un suo rilancio in previsione anche dell’arrivo della metropolitana - ha spiegato - In questo fronte si inseriranno anche tutti i ragionamenti per i progetti della ciclabile che collega il centro su corso Milano e via Borgazzi. Un ragionamento che va comunque studiato in ottica complessiva legato al progetto di rilancio della nostra stazione ferroviaria.
Infatti con i lavori in previsione per la sistemazione dello scalo l’Amministrazione inizierà anche i ragionamenti legati al progetto (già nel cassetto) del collegamento ciclabile verso Cinisello e verso la futura fermata di Bettola.
La situazione della pista di via Borgazzi è stata già affrontata in Giunta, abbiamo un progetto di massima, ma vogliamo svilupparlo una volta che si inizierà a parlare anche dell’arrivo della metropolitana e della sistemazione dell’area della stazione. Ora, se non legato a un progetto più ampio, sarebbe inutile. Il tutto condito anche con un aumento dell’offerta ferroviaria con un ipotetico collegamento tra Monza, la Brianza e l’aeroporto di Orio al Serio.
Ha continuato Giada Turato.
Ciclabili in sicurezza
Ma il nodo delle piste ciclabili è legato anche al concetto di sicurezza.
Al momento stiamo anche lavorando sulla messa in sicurezza di tutti i tracciati già esistenti - ha spiegato l’assessore - Questo anche in un’ottica di ottimizzazione delle risorse.
Realizzare ex novo una pista ciclabile, infatti, ha costi non indifferenti per le casse delle Amministrazioni comunali.
Realizzare un tratto costa tra i 200 e i 300mila euro, quindi prima di realizzarne di nuove in assenza di finanziamenti ad hoc da parte di Regione o Ministero reputiamo più utile investire risorse anche sulla messa in sicurezza di quelle esistenti - ha aggiunto - Questo anche con la visione di collegare, pian piano, tutte le “linee” già esistenti.
Un esempio può essere quello anche legato alla realizzazione della pista ciclabile in direzione dello Stadio Brianteo o dell’istituzione di due nuove «Zone 30» nei quartieri Libertà e Triante «che saranno così anche a misura di ciclisti».
Il rilancio dell’«esistente»
Molte sono anche state le segnalazioni di interventi che sono ormai necessari e non più rinviabili. Uno su tutti è quello delle due piste ciclabili che partono da piazza Citterio e percorrono viale Regina Margherita e viale Brianza verso Vedano al Lambro.
«Anche qui stiamo valutando interventi per la loro messa in sicurezza» ha concluso l’assessore alla partita.
Infatti, soprattutto lungo viale Brianza, anche con l’arrivo della sera la Provinciale Monza-Carate nel tratto monzese risulta particolarmente buio (a causa dei lampioni di vecchia generazione che, ormai, non illuminano più adeguatamente la strada).
Molti qui sono i ciclisti che, quotidianamente, utilizzano la sede stradale al posto dei larghi percorsi protetti - e anche malconci i alcuni tratti - sia lungo il muro del Parco che sull’altro lato della strada.
Serve cambiare paradigma. Io non condanno gli automobilisti che se la prendono con le piste ciclabili, ma dobbiamo però capire che è necessaria una svolta sul fronte della mobilità. In alcuni tratti le piste ciclabili “danno fastidio”, è vero, ma non si possono pensare le città come se fossero solo di proprietà delle automobili. L’obiettivo è sdoganare l’idea che per fare anche pochi chilometri si debba utilizzare la macchina. Il Pums vuole andare proprio in questa direzione: garantire sicurezza a tutti gli utenti delle strade. Ciclisti e pedoni compresi.
Conclude l'assessore ai Trasporti Giada Turato.
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