Soddisfazione

Pizzaiolo assunto a tempo indeterminato da PizzAut: la gioia di Nicolò, le lacrime di suo papà Giancarlo

Il 24enne del Villaggio Snia lavora da ormai tre anni nella prima pizzeria in Italia gestita da personale autistico

Pizzaiolo assunto a tempo indeterminato da PizzAut: la gioia di Nicolò, le lacrime di suo papà Giancarlo

Quando Nico Acampora, il «capo», come lo chiamano a PizzAut, la pizzeria di Monza simbolo dell’inclusione lavorativa per persone autistiche, ha comunicato a Nicolò Nigretti che il suo contratto da pizzaiolo a tempo determinato sarebbe diventato a tempo indeterminato, il ragazzo lo ha abbracciato. Un gesto impensabile fino a pochi anni fa per il 24enne del Villaggio Snia di Cesano Maderno, che ha un autismo complesso e che, al suo arrivo al ristorante, era molto chiuso nelle relazioni.

Pizzaiolo assunto a tempo indeterminato da PizzAut: la gioia di Nicolò, le lacrime di suo papà Giancarlo

Con il tempo, però, Nicolò ha fatto progressi enormi, non solo nell’interazione con gli altri.

«Aveva competenze molto basse, ora prepara pizze una dietro l’altra: dai forni ne escono anche 350 in due ore e mezza, al sabato sera», racconta con orgoglio papà Giancarlo, che lo segue al lavoro ma anche nel tempo libero e gli ricorda ogni giorno che «nessuno può calpestare i suoi sogni».

Nicolò è infatti anche il direttore dei campanari del gruppo Tocchi e rintocchi della chiesa di San Giovanni Battista a Desio, dove tutti e due suonano da nove anni: «Dal 12 novembre 2016», precisa lui con la sua memoria infallibile. Quando non è in pizzeria o tra le campane, Nicolò gioca nella squadra di calcio integrato dell’oratorio San Bernardo, che partecipa al campionato Csi, e papà Giancarlo è con lui: dirigente, giocatore e tuttofare.

Il giovane pizzaiolo era in distacco formativo da PizzAut grazie a un contratto annuale di Engie Italia, che ora ha deciso di trasformarlo in tempo pieno e indeterminato, mantenendo il distaccamento nella pizzeria di Monza, dove Nicolò lavora 15 ore a settimana e dove, spesso, a fine turno si esibisce per i clienti con lo xilofono: «Suono a orecchio, sono autodidatta», racconta con naturalezza. «Il 1° novembre avevamo finito il turno, stavamo tornando a casa quando “il capo” ci ha chiamati per darci la notizia. Non mi sembrava vero», spiega papà Giancarlo, che nel video dell’annuncio dell’assunzione, che sui social ha superato le 2.100 condivisioni, non trattiene le lacrime: «Una gioia immensa. Se penso che quando Nicolò aveva sette anni ci avevano detto che per lui non c’erano possibilità… Abbiamo sofferto, pianto e picchiato i pugni. Ora vogliamo aiutare altri genitori».

Nicolò ha un fratello gemello, Andrea, anche lui autistico. «Nei primi anni non sapevamo dove sbattere la testa, ci sentivamo soli – ricorda mamma Maria Luisa con infinita dolcezza – All’epoca si parlava poco di autismo. Quando avevano un anno li ho iscritti all’asilo perché a casa da sola non riuscivo a gestirli; avevamo anche Gabriele, più grande di sei anni, a cui pensare». «Nessuno sapeva dirci cosa avrebbero fatto questi due ragazzi – aggiunge papà Giancarlo – Ora uno è pizzaiolo, l’altro lavora e studia. Non potrei chiedere di più». Nicolò ha frequentato Villa Santa Maria a Tavernerio (Como) per dieci anni, poi il Codebri di Desio per tre anni, quindi l’Oasi di Birago di Lentate sul Seveso, che è ancora «casa» al martedì. E’ stato il direttore, Umberto Garofalo, a indirizzarlo a PizzAut vista la sua passione per la cucina. Dopo un corso di due mesi alla Fondazione Mazzini di Cinisello Balsamo, Nicolò è arrivato a PizzAut «il 20 giugno 2022 – ricorda lui con precisione chirurgica – Da aprile 2024 lavoro a Monza e dal 15 novembre 2024 sono assunto da Engie Italia».

Nicolò ha trovato il «suo» posto. «In realtà mi piace di più mangiare che cucinare – premette – Le mie pizze preferite sono la Leclerc, la Normaloide e la Bombazza di PizzAut». Tra quelle che prepara per i clienti, invece, non ha preferenze, anche se ammette che «quella al gorgonzola è più difficile delle altre».

16Negli ultimi due anni Nicolò ha lavorato anche sui truck itineranti di PizzAut. «Mi piace stare sia in pizzeria che sul camion, ma lavorare sul truck mi dà più soddisfazione: ho imparato a fare da solo, senza aiuti». Quando in cucina manca Matteo, il responsabile delle pizze, Nicolò coordina i compagni e guida il reparto, una bella responsabilità per lui. «A PizzAut ha trovato affinità, accoglienza e fiducia. I ragazzi si aiutano a vicenda», dice mamma Maria Luisa. E Nicolò conferma: «Mi sento in famiglia e quando posso fare le cose in modo autonomo sono felice».