Pochi volontari e pochi fedeli: cancellate due messe
Don Maurizio Tremolada ha deciso di riorganizzare le celebrazioni in due parrocchie della città
A Muggiò pochi volontari e pochi fedeli a messa? Così il parroco cancella due celebrazioni.
Volontari e fedeli in calo
Suonano festose le campane delle quattro chiese di Muggiò: Santi Pietro e Paolo, San Giuseppe, San Carlo e San Francesco per annunciare le messe.
Ma la partecipazione dei fedeli alle celebrazioni ha subito un vistoso calo. A questo si aggiunge anche la difficoltà nelle parrocchie di poter contare sulla disponibilità dei volontari che si occupano dei vari momenti delle funzioni, come cantori, musici, lettori.
Sono due situazioni che hanno costretto il Consiglio pastorale della Comunità pastorale Madonna del Castagno a riflettere, arrivando alla decisione di rimodulare gli orari delle messe festive, eliminando quelle meno frequentate.
Il nuovo orario
Il nuovo orario delle messe festive è entrato in vigore da sabato 11 gennaio, come segue: il sabato nelle parrocchie Santi Pietro e Paolo, San Carlo, San Giuseppe alle 18, mentre a San Francesco alle 17. Alla domenica: Santi Pietro e Paolo alle 9, 11 e 18; San Carlo 8 e 10.30; San Francesco 10.30; San Giuseppe 9, 11 e 18.
Una riduzione delle funzioni che si è resa necessaria a fronte del calo della frequenza dei fedeli che ha portato in alcune messe una dispersione «con la perdita del senso della comunità radunata attorno all’altare» e poi la fatica di garantire una qualità celebrativa con tutti quei volontari che si mettono al servizio attraverso le letture, i canti, la musica per rendere più partecipata la celebrazione.
Il commento del parroco
Nel merito della decisione ci è entrato direttamente don Maurizio Tremolada, responsabile della comunità pastorale.
Per mantenere la qualità delle messe e evitare dispersioni con il Consiglio pastorale abbiamo deciso di fare una revisione degli orari, quindi qui nella chiesa centrale manteniamo solo due messe alla domenica mattina, quelle delle 9 e delle 11, nella chiesa di San Carlo abbiamo tolto quella delle 18 della domenica e a San Francesco è prevista di domenica solo una messa alle 10.30.
L’auspicio per don Maurizio e il Consiglio pastorale è che nelle assemblee «cresca il senso di comunità», passando da una partecipazione «individualistica» a una «più comunitaria», che ci sia «un miglioramento della qualità celebrativa perchè tutte le messe siano belle» e che aumenti «il sentirsi parte di una Comunità pastorale» che garantisce un’ampia possibilità di celebrazioni sul territorio. «Ce lo auguriamo di cuore» ha chiosato don Tremolada.
Serve un cambio di rotta
Una tendenza individualistica della fede che il parroco aveva già evidenziato nel corso degli anni che cade a cascata anche sulle celebrazioni di battesimi, funerali, comunioni e cresime, dove si avverte la scarsa partecipazione.
Questa tendenza individualistica porta a vivere i sacramenti quasi in forma privata, solo con pochi invitati, e la comunità si sente sempre meno partecipe – aveva ribadito don Tremolada proprio a gennaio di un anno fa – Vorremmo, come ha ribadito anche il Consiglio pastorale, riportare i momenti significativi della vita come nascere, morire, sposarsi, ricevere Gesù nell’Eucarestia all’attenzione e alla partecipazione di tutti.
Anche l’arcivescovo Mario Delpini parla di «tendenza individualistica» nella lettera pastorale «Viviamo di una vita ricevuta»: «Ci sono infatti difficoltà diffuse ad apprezzare la pratica sacramentale e la tendenza individualistica riduce anche la celebrazione dei sacramenti a un pretesto per celebrazioni mondane».
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